La luce e Il Tempo

Dopo aver riflettuto molto ho deciso di rompere gli indugi e di usare questo mio blog anche per esporre alcune mie idee. Bene. Una di queste è che il tempo esista come risultato dell’interazione tra la luce e la materia. Vediamo in che senso. Sappiamo per certo che nessun oggetto materiale può raggiungere/superare la velocità della luce. Tale velocità è infatti un limite invalicabile. La luce è quindi un po’ il metronomo dell’Universo. Ma sappiamo che è possibile rallentare/bloccare la luce. Se riuscissimo a ricreare l’Universo con una luce più lenta tutti i i fenomeni accadrebbero più lentamente. Ma come possiamo ricreare l’Universo? Seguite il mio ragionamento. Una delle costanti dell’Universo è costituita dalla radiazione cosmica di fondo, una radiazione caratterizzata dal fatto che sembra provenire da ogni punto dell’Universo, permeandolo. Ora supponiamo di avere un buon metro cubo cavo al suo interno di piombo, così da isolare quella regione di spazio dalla radiazione cosmica di fondo. Supponiamo anche di dotare l’interno cavo di questo metro cubo di piombo di una fonte di luce opportunamente schermata in modo da essere estremamente rallentata/bloccata. Il risultato sarà che dentro a questo metro cubo di piombo il tempo cesserà di scorrere o scorrerà estremamente rallentato.

La luce e le sue interazioni

Salve a tutti! Oggi mi è capitato di rivedere la mia città decorata dalle luci natalizie. Confesso che in un primo momento ho pensato: “Uffa! Le solite luci!” poi però ho pensato a quanto sia meraviglioso il fenomeno del poter vedere, anche le stesse luci da tanti anni. Come avviene che noi vediamo? Vediamo grazie alla luce. Quella che noi chiamiamo luce è in realtà solo una piccola parte dell’intero spettro elettromagnetico. Tale spettro è fatto di fotoni ossia particelle/onde di luce.  Dunque dicevamo che noi vediamo grazie alla luce che interagisce con i coni ed i bastoncelli del nostro occhio e con tutti gli oggetti che essa incontra sul suo cammino. Quando la luce incontra un oggetto può essere rifratta, difratta o assorbita, o anche rifratta e assorbita. Il colore che noi vediamo dell’oggetto illuminato è la parte di onda elettromagnetica che non viene assorbita dall’oggetto.  Quest’ultima poi interagisce con i coni e i bastoncelli del nostro occhio. Ma la possibilità di vedere i colori è l’unico risultato possibile dell’interazione dei fotoni con la materia? Assolutamente no! Per esempio vi è l’effetto foto-elettrico determinato da una sovraeccitazione di un elettrone di valenza quando viene colpito da un fotone avente la dovuta energia.

Computer quantistici e futuro dell’intelligenza artificiale

Salve a tutti! Parlando con la mia amica mi è venuta l’ispirazione per scrivere questo secondo articolo! Mi ha detto che pensa che il funzionamento della mente sia quantistico. Beh, Stephen Hawking e io siamo d’accordo. Ebbene sì. Per quanto bizzarro possa sembrare il nostro cervello pur funzionando ad elettroni è piuttosto simile per velocità di elaborazione dei dati e soprattutto per il modo di processarli ad un computer quantistico anziché ad uno elettronico. La ragione di questo personalmente sfugge alle mie capacità. Ma vediamo di capire cosa è un computer quantistico. Esso altro non è se non un computer in cui i dati vengono “scritti” da fotoni anziché da elettroni. Ora, mentre per gli elettroni esistono solo due stati (i famosi 0 e 1 del codice binario) per i fotoni esistono potenzialmente un’infinità di stati quantistici detti Q-Bit ossia Quantum Bit. Questo ha come conseguenza che il computer quantistico processerà i dati in modo decisamente più veloce di un computer tradizionale. A questo punto cerchiamo di capire meglio l’origine della teoria della mente quantistica. Fondamentalmente i vari tentativi di realizzare una intelligenza artificiale paragonabile a quella umana non hanno dato finora risultati eccelsi proprio per il fatto che viene cercato di imitare il cervello umano che è quantistico con uno strumento elettronico. In poche parole è il computer quantistico la chiave per la realizzazione di una intelligenza artificiale paragonabile a quella umana. Infine vorrei proporre due parole sul test di Turing. Esso nasce come test per misurare il livello di intelligenza di un intelligenza artificiale e consiste (almeno in una versione) nel fatto che imitando una mente umana un bot si spacci con successo per umano all’interno di una chat. Ora, se già è stato superato 3 volte e ogni volta con risultati via via migliori e se tutto questo è stato possibile grazie al solo computer elettronico mi chiedo: dove si arriverà con il computer quantistico? L’intelligenza artificiale è destinata a sorpassarci?

Il fenomeno dell’entaglment e i sistemi d’interferenza

Salve a tutti! Di recente una mia amica ha scritto su fb circa il suo “credo laico”. Lei pensa che ogni cosa nell’Universo sia “collegata” e se non ho frainteso crede che questo “collegamento” valga per le particelle come per le persone. Credo anch’io che sia così. Tuttavia, da un punto di vista ancor più strettamente scientifico, occorre ricordare come il fenomeno dell’entaglment riguardi solo le particelle sub-atomiche e non le molecole. Questo in virtù della presenza dei sistemi d’interferenza. Ma andiamo con ordine. E’ appena il caso di ricordare la definizione di entaglment e le sue conseguenze. Due particelle si definiscono “collegate” tra di loro quando l’atto della misurazione di una proprietà quantistica della prima particella genera in questa un immediato cambiamento di stato (in ottemperanza al principio d’indeterminazione) che a sua volta si ripercuote istantaneamente sulla seconda particella. Ora, una delle conseguenze più importanti del fenomeno dell’entaglment è che è possibile aggirare il principio di indeterminazione grazie al paradosso EPR. In parole povere grazie al collegamento quantistico tra due particelle è possibile effettuare una sola  misurazione e conoscere due proprietà quantistiche. Ciò è dimostrato dai riusciti esperimenti di teletrasporto quantistico. Che cosa sono i sistemi d’interferenza? Essi non sono altro che la sommatoria delle proprietà quantistiche di un gruppo omogeneo di particelle. Il colore di un oggetto per esempio non è determinato dal colore degli atomi costituenti quell’oggetto (dato che non esistono atomi colorati) ma dal fatto che gli atomi costituenti l’oggetto sono disposti in un certo modo a formare certe molecole che a loro volta determinano l’indice di rifrazione e quindi il colore che noi osserviamo dell’oggetto. E’ sicuro dunque che le proprietà macroscopiche della materia (che non contemplano l’entaglment) siano la sommatoria delle proprietà quantistiche degli atomi che ci compongono.

L’angolo delle meraviglie

Salve a tutti! Mi chiamo Gededaida e da domani vorrei pubblicare un articolo al giorno riguardo ai miei interessi nella chimica inorganica, nella fisica quantistica e nella criptografia classica. Spero con questo blog di trovare altre persone come me.