Alessia

Se avessimo imparato per tempo che non si diventa madri per decreto ma per apprendistato, ora non ci saremmo uniti in coro al grido di ergastolo per Alessia. Invece il nostro sguardo sulla tragedia che ha avuto per vittima la piccola Diana è ascrivibile agli stereotipi di genere, per cui di una madre non all’altezza diremo che è snaturata, mentre di un padre che dovrebbe cambiare mestiere che è inadeguato. Con la stessa sicumera, continuiamo a sostenere che i corsi di studi scientifici sono più indicati per i ragazzi, mentre alla controparte raccomandiamo quelli umanistici. E pazienza se il divario di genere si riduce in percentuali infinitesimali e il tetto di cristallo rifulge senza crepe. Una forzatura via l’altra finiamo tutti con l’essere un po’ snaturati e un po’ inadeguati. Ma all’ergastolo ci mandiamo solo Alessia Pifferi.

Irene Balia, La medicina dell occhio preso,2014,cm80x100,acrilico su tela

Irene Balia, La medicina dell’occhio preso

Alessiaultima modifica: 2024-03-13T12:23:58+01:00da Fanny_Wilmot

9 pensieri riguardo “Alessia”

  1. Troppa indulgenza,figlia delle tendenze politicamente corrette,attuali.
    Come ogni indagato per omicidio ,che abbia agito in preda ad un raptus,gli avvocati cercano le scappatoie sminuzzando ogni singola prova contraria o perizia tecnica.
    Un vecchio amico di mio padre ,30 anni fa,spiegava lucidamente questa perfida tecnica legalistica,di iperframmentazione,il cui unico scopo è delegittimare testimoni a sfavore,inquirenti,periti di parte.
    “Sminuzzare,dividere,denigrare,infondere dubbi a decine fino a che non “scompaia” dalla mente del Giudice e dal pensiero dell’opinione pubblica la colpa anche quando palese,coperta dalla inettitudine o malafede (vera o presunta non importa) della parte accusatoria.”
    Capovolgere quindi la percezione della colpa morale presso l’opinione pubblica e creare una contropinione innocentista che discolpi o perlomeno sgravi le responsabilita’ del reo.

  2. Mi rendo conto che come tutti penso di non essere condizionata, ma per quanto riguarda questi casi ho sempre pensato che la donna che commette il più innaturale dei crimini è una donna malata, in nessun caso una madre. Lo so, sorriderai pensando: ecco la prova provata del condizionamento. Eppure in cuor mio so di aver ragione. Perlomeno questo è quanto mi prospetta il mio orizzonte 🙂

  3. L’amico di mio padre,era un notissimo avvocato della Citta’,imparentato con le famiglie imprenditoriali che dominano da 50 anni la scena sociale ed economica locale nella citta’ dei Gonzaga…era “pratico del mestiere”.

  4. “Una forzatura via l’altra finiamo tutti con l’essere un po’ snaturati e un po’ inadeguati. Ma all’ergastolo ci mandiamo solo Alessia Pifferi.”… e se quest’affermazione non bastasse, con quest’altra, penso, che si possa chiudere ogni discorso: “ho sempre pensato che la donna che commette il più innaturale dei crimini è una donna malata, in nessun caso una madre.”

    Non a caso ho sempre pensato che una buona (vera) giustizia ha sempre bisogno di solo due cose:
    1) la certezza delle prove perché si possa avere la “certezza” della colpevolezza (cosa ben diversa dalla stronzata della medievale “certezza” della pena, altrimenti diventano altrettanto stronzate anche i discorsi che il carcere è un mezzo di rieducazione e reinserimento nella società);
    2) il movente che sta sullo stesso piano della prova perché in assenza di un movente “razionalmente” comprensivo (proprio come nei casi di coloro che vengono definiti “mostri”), c’è di mezzo la follia e, quindi, l’incapacità di intendere.
    In questi casi, purtroppo, il giustizialismo prende il sopravvento sulla giustizia e prevale la sete di vendetta quella sete di vendetta che trasferisce l’incapacità di intendere e di volere dal condannato ai giudici ed ai periti.

    1. Quello che mi fa specie è l’assenza di compassione in chi disquisisce di queste cose. Non mi riferisco ai giudici, burocrati della legge, ma a tutti quelli che sul web o in tv se solo potessero lapiderebbero ogni reo/a.

  5. p.s.: “Capovolgere quindi la percezione della colpa morale presso l’opinione pubblica e creare una contropinione innocentista che discolpi o perlomeno sgravi le responsabilita’ del reo.”

    Boezio, di fronte ad un tale delitto, mi chiedo due cose:
    1) quale potrebbe essere l’interesse che possa spingere quella che definisci contropinione ad essere “innocentisti”? Capirei se ci trovassimo di fronte ad una faccenda politica e quindi si possa assumere un’opinione di parte o ideologica;
    2) se rileggessi la tua affermazione potresti scoprire l’enorme pregiudizio che hai espresso perché credo che, in termini di “giustizia” nessuno possa parlare di “innocentismo” e nessuno possa “sgravare” le responsabilità di Alessia. L’incapacità d’intendere e di volere non assolve il reo, ma evita alla giustizia di commettere essa stessa un crimine più grande di quello commesso da Alessia.

    1. 1) Tutto è politica anche quello che non pare “politico”,in quanto “fatti sociali”.C’è la precisa volonta’ politica di una precisa area della borghesia conservatrice italiana (rappresentata mediaticamente dai vari Sallusti,Belpietro,Porro,l’arteriosclerotico Feltri) che hanno assunto come battaglia pluridecennale quella contro i “giudici gommunisdih”,quelli per capirci che hanno indagato il Cavaliere per 20 anni,per disarcionarlo,non certo a favore delle classi popolari ma a favore del nuovo Partito di sistema,longa manus dei poteri finanziari e politici sovranazionali post 1989,il Piddi,quell’ircocervo Vatican-fucsia-arcobaleno che ha raccolto i cocci del vecchio PCI e della sinistra DC dopo Mani Pulite. Per estensione ogni fatto di sangue ove le accuse non siano piu’ che lampanti viene trasformato dai media di quell’area in un processo ai Giudici,agli Investigatori,per delegittimarli ovviamente in campo politico e mantenere quell’area del sistema,inattaccabile dalle inchieste presenti ed eventualmente future.Dei colpevoli e degli innocenti dei vari “fattacci” non gli importa nulla, sono strumentalizzazioni becere.

      2) Hai frainteso le frasi finali.Erano solo le mie considerazioni sulla pratica cinica che esercitano i legali per tutelare i loro assistiti che siano o meno colpevoli.Tra l’altro i fatti di sangue sono da decenni (come in ogni regime autoritario,oggi in quello liberal-liberista) ottimi motivi di “distrazione” mediatica dalle tematiche sociali-politiche e internazionali.Ore e ore di trasmissioni,paginate di giornali,polemiche sui social per un fatto di sangue o quell’altro,in una spirale di ripugnante voyeurismo.Insieme ai vari programmi di rincoglionimento di massa (Scatoloni,Ballerini,Grandi Fratelli,trasmissioni sportive,polizieschi-gialli-telenovelas di vari continenti) sono un efficace circuito distraente come analizzava piuttosto bene Noam Chomsky nei suoi noti 10 punti sulla manipolazione di massa.

  6. 3) I due punti di cui sopra costituiscono le “gambe” (politiche e mediatiche) su cui poi vengono costruiti i “partiti” d’opinione sul fattaccio,”colpevolisti” e “innocentisti”,in modo che non si “affannino” in tematiche assai piu’ pericolose per le classi dirigenti…lo faceva bebnissimo anche l’OVRA durante il Ventennio.
    Il dramma umano personale e/o le motivazioni sociali,passano in second’ordine,ottenendo così la “perfetta strumentalizzazione”…ovviamente se non si tratta di reati compiuti da immigrati (si scatenano le destre) o da “maschi bianchi” (si scatenano lgbtqyxz e sinistrati assortiti).
    Ciao.

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