l’uomo e lo scrittore

Alessandro Baricco: biografia, libri, lezioni | Feltrinelli Education

“[…] Dopo il successo di Seta, ho pubblicato City e nelle prime pagine di questo romanzo ho deciso che dovevo fare fuori quel lettore un po’ episodico che Seta aveva portato. Il caso editoriale è come quando si pesca a strascico, con le reti grandi. Ogni tanto capita di finire fuori dal gruppo dei lettori, cioè di darsi a persone che leggono un libro all’anno. Può accadere a chi vince lo Strega. Io avrei dovuto scrivere un altro Seta, poche pagine con una storia d’amore, ma ci sono state delle precedenze nella mia vita. Il successo e fare denaro non erano delle precedenze. Certo, avevo questo istinto a finire in alto, volevo che il mondo si accorgesse di quanto ero più bravo degli altri. Adesso non me ne frega niente”. Alessandro Baricco

Ho come l’impressione che Baricco abbia vissuto la sua stagione all’inferno. Sono quelle parole Adesso non me ne frega niente a lasciarmelo intuire. In genere, l’atto di fregarsene è tregua e condizione primaria per un orizzonte altro. Scendendo nel “tecnico”, il sentirsi oltraggiato da un certo tipo di successo, tranquillamente definibile come commerciale, dice di uno scrittore che vuole tenere fede alla sua identità. Un impostore avrebbe fatto di Seta una trilogia.

l’uomo e lo scrittoreultima modifica: 2024-03-14T12:50:26+01:00da Fanny_Wilmot

13 pensieri riguardo “l’uomo e lo scrittore”

  1. Dunque, Baricco.
    Diciamo che, malgrado la mia profondissima cultura letteraria, ho scoperto molto tardi che fosse “anche” uno scrittore. Dico “anche” perché lo apprezzavo come grande lettore e divulgatore di letteratura. Diciamo che se avesse un po’ di anni in meno e avesse un suo canale youtube avrebbe qualche decina di milioni di followers. Di lui ho letto “Castelli di rabbia”, comperato in una delle mie rarissime apparizioni in libreria (all’epoca, però, non avendo una Musa di cui fidarmi ciecamente, ero un pessimo selfmademan). Seta, invece, lo comperai in stazione su una bancarella che vendeva i libri a peso. Non a caso, la bancarella si metteva sempre di fianco alla Compass così, se ti veniva voglia di comperare la Recherche potevi entrarci per il prestito necessario. Sarebbe stato comunque un pessimo affare perché avrei finito di pagare le rate ben prima di finire di leggerlo.
    Seta, comunque, mi piacque, anzi, considerato il peso e quindi il prezzo, l’ho letto tre volte e, questo, è il grande pregio della letteratura: i bei libri puoi rileggerli tutte le volte che ne hai voglia ripagandoti di tutti i bidoni che ti hanno rifilato in libreria.

    “Il successo e fare denaro non erano delle precedenze. Certo, avevo questo istinto a finire in alto, volevo che il mondo si accorgesse di quanto ero più bravo degli altri. Adesso non me ne frega niente.”

    Messo da parte che “finire in alto” non è un istinto, ma qualcosa di ben costruito e razionale, credo che in quelle due righe, Baricco sia stato molto sincero e, stavolta, sono convinto che non gliene freghi davvero niente. Gli faccio comunque i miei più sinceri auguri.

  2. E adesso ti faccio una confessione scioccante: non ho letto Seta e neppure Castelli di rabbia (di quest’ultimo solo poche pagine, e dire che me l’avevano pure regalato e avrei dovuto leggerlo per cortesia). Per una volta però mi piacerebbe giocare a parti invertite: se mi dici d’aver letto tre volte Seta (sempre che tu non stia lavorando di fantasia invece che parlare seriamente), forse stavolta tocca a me fidarmi di te 🙂

  3. “Messo da parte che “finire in alto” non è un istinto, ma qualcosa di ben costruito…”. Su questo punto non sono d’accordo, ci sono persone che pensano in verticale proprio per istinto, per indole. Ti faccio un esempio sperando sia chiaro il nesso. Oggi un amico mi ha chiesto:
    hai festeggiato il compleanno?
    no
    perché?
    perché i compleanni non li festeggio
    e perché non li festeggi?
    perché non mi piace essere al centro dell’attenzione.
    Avresti dovuto vedere la sua faccia :)) era disorientato, per qualche istante è rimasto immobile però mi guardava dritto negli occhi. Poi ha sorriso e non ha osato chiedere più. Per incredibile che sia, talvolta disorientare è un gioco da ragazzi 🙂

    1. Mi è chiaro il nesso, ma non mi ha svelato nulla che non sapessi già. Tu non pensi verticale, non a caso una delle parole che usi con più piacere è “obliquo” 🙂
      Ti guardava dritto negli occhi ed è riuscito a restare immobile?

  4. Un uomo, e non è necessario aggiungere intelligente, sa quando è il momento di agire o di desistere. La persona in questione sa che con me non c’è storia e tuttavia, mentre scendevo dalla macchina ha detto: se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa, chiamami…oppure chiamami e basta. Perché un uomo è anche questo :))

    1. Direi che con queste quattro righe hai toccato il cielo nella definizione di “uomo”. Però, almeno nella prima parte, è solo letteratura perché femminicidi e situazione femminile la raccontano diversamente. La seconda parte, invece, non sarebbe letteratura ma amicizia sempreché possa esistere amicizia fra maschio e femmina.
      🙂

  5. Allora, mi sono già spesa a favore della categoria a cui appartieni ma mi ripeto: ci sono uomini che vale la pena di incontrare. Per quanto riguarda invece “sempreché possa esistere amicizia fra maschio e femmina”, io non c’ho mai creduto. Uno dei due nutre sempre un interesse diverso dall’amicizia.

  6. Allora, mi sono già spesa a favore della categoria a cui appartieni ma mi ripeto: ci sono gli uomini che vale la pena di incontrare. Per quanto riguarda invece “sempreché possa esistere amicizia fra maschio e femmina”, io non c’ho mai creduto. Uno dei due nutre sempre un interesse diverso dall’amicizia.

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