Beyoncé e quel country dissacrante

TEXAS HOLD’EM: una nuova innocua hit? Non proprio. Perché ai puristi del genere country non è andata giù che sia stata una star dalla pelle non bianca a riportare in auge una tradizione musicale da sempre prerogativa di ugole diafane. In sintesi: se per un verso TEXAS HOLD’EM è un successo planetario, dall’altro l’ostilità di alcune radio americane che si rifiutano di trasmetterlo, testimonia di una battaglia persa per chi spera di risanare cervelli in bancarotta.

 

Dalì e Gala

L'amore di Salvador Dalí per Gala | barbarainwonderlart

Talvolta la genialità mi lascia indifferente e non perché sia incapace di darle il giusto tributo, ma perché nell’evidenza di fatti straordinari finisco col prediligere la parabola umana a quella artistica. Di Dalì, ad esempio, avevo letto tanto ma non sapevo niente della sua storia d’amore, quella che comunemente definiamo la storia di una vita.

Nell’estate del 1924 Dalì risiedeva in Catalogna quando fu raggiunto da Magritte in compagnia di Paul Èluard e della moglie Elena Dmitrievna D’jakanova, detta Gala. La relazione tra Dalì e Gala cominciò presto: la russa, bellissima e intraprendente, non esitò a lasciare il marito, seppur di larghe vedute, per seguire Dalì in una fuga d’amore nei pressi di Barcellona. Gala divenne amante, musa, moglie e manager di Dalì, ma non intese rinunciare alle relazioni extraconiugali alle quali lui non solo non si opponeva, ma è probabile che le incoraggiasse pure, essendo affascinato dal candaulismo. Ora, dando per scontato che Dalì e Gala traessero piacere solo attraverso determinati ménage, non escluderei che consentendo a Gala di relazionarsi sessualmente con giovani artisti, lui abbia voluto risarcirla per averlo salvato dalla pazzia e dalla morte prematura; insomma, un blandirla sotto ogni aspetto tributandole assoluta devozione.

Vero è che la scrivente è una donna, e come tale portata a vedere poesia anche dove quella è latitante.

elogio del mangiare con le mani

Sembra un invito alla maleducazione. È tutt’altro. È qualcosa che, a volerla assecondare, si rivelerebbe preziosa. Perché mangiare con le mani è indagare un’amicizia, un amore. E a fine pasto, con un po’ di fortuna, si darebbe inizio a una nuova narrazione. Più intima e meno convenzionale. Senza orpelli. Laddove per orpelli non sono da intendersi le posate. Del resto, a guardare con spirito antropologico al passato, basterebbe pensare ai primitivi: leccandosi le dita intorno al fuoco hanno costruito un mondo.

Elogio del mangiare con le mani - Il Saggiatore