FRANCESCO GABBANI COLPISCE ANCORA

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Anche quest’ anno ha vinto lui il Festival di San Remo. Questa volta nella sezione Big. Ci voleva una carica così esplosiva di allegria, positività e simpatia regalataci da Francesco Gabbani che, se pur col sorriso sulle labbra, parla della “meccanicità tecnologica” dei nostri giorni. (Nick)

In questa canzone Gabbani prende in giro le manie occidentali per le filosofie-teologie indù (e non solo), ma pure la superficialità e i traviamenti con cui Vengono recepite tali filosofie. Nel testo abbondano le citazioni sparse, raccogliticce, mescolate quantomeno con disinvoltura.

Giudizio finale:

OOOOHHHMMMMAMMAMIA!

Questo brano mi sembra meglio di quello del 2016 ( Amen) anche perché spiegato un po’ di più, e personalmente sono contento che finalmente il Festival di San Remo sia stato vinto da una canzone ironica. (Nack)

 

FRANCESCO GABBANI COLPISCE ANCORAultima modifica: 2017-04-18T15:05:09+02:00da idee_in_movimento16

2 pensieri su “FRANCESCO GABBANI COLPISCE ANCORA

  1. Ho cominciato cercando di darmi una regola per giocare sul campo.
    Sul campo perché inizialmente tentavo di illustrare una raccolta di post dal titolo “Orto semiotico”.
    Nei primi esperimenti la regola cambia sempre.
    Li ho ripetuti serialmente alla ricerca del disegno che cercavo.
    Ho trovato congeniale l’uso di tecniche sempre diverse.
    Ben presto, trovata la giusta disposizione, è diventato un metodo.
    A un certo punto dal silenzio in cui sono immersi i primi inchiostri neri, come a sottolineare la bellezza del candore della carta, sono approdato ai primi tentativi di corrispondenza tra suoni, emozioni e una modalità di notazione segnica. Anche col colore.
    Allora l’improvvisazione, come nel jazz o in certo hip-hop, è diventata la meta delle mie sperimentazioni. Meta sempre fugace, qualcosa che di serie in serie si spostava come mossa da una brezza che mi piace definire inventiva. Un soffio vitale. Qualcosa di cui sento costantemente il bisogno. Qualcosa quasi di biologico il mio fare segnico.
    A tratti ho ricercato la fluidità e la scioltezza del tracciare linee vibranti. Caratteristiche che a un certo punto ho ritrovato nel colore che si spande e che si fonde come a definire ben disposte macchie.
    La ricerca del materiale adatto, il desiderio di qualcosa di cui ancora non disponevo, ha sempre fatto da preambolo ad ogni mia sperimentazione.
    Nel fare mi sono emozionato. Fino ad entusiasmarmi per le trovate che prendevano forma sul foglio.
    Mi piacerebbe che anche all’occhio dell’osservatore il disegno si sviluppasse nella mente fino a un estemporaneo innamoramento.
    Sinceramente, per quanto mi riguarda, i disegni a cui tengo di più sono quelli più ermetici o sottili. Quelli che si sono sviluppati lentamente nella mia.
    Mi trovo ora a descrivere questa attività, ma se dovessi trovare le parole più adatte lascerei “parlare” proprio quei disegni. I più densi.
    Ecco perché amo definirmi poeta visivo.
    http://www.paolohost.wordpress.com
    Non trovo parole migliori per parlare personalmente di idee in movimento

  2. Grazie per il tuo commento Paolo, abbiamo visto il tuo blog e abbiamo molto apprezzato le tue opere, che sono sia belle sia interessanti. Ci piacerebbe che ci raccontassi come le hai realizzate. Speriamo di collaborare anche a distanza, per te le porte del nostro blog sono sempre aperte 🙂

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