Lettera Ciampi- Andreatta ( divorzio Tesoro- Banca d’Italia 1981 )

Correva l’anno del signore 1981, era il dodici febbraio ed il Ministro del Tesoro Beniamino Andreatta così scriveva al Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi:

“Caro Governatore,
ho da tempo maturato l’opinione che molti problemi di gestione della politica monetaria siano resi più acuti da un’insufficiente autonomia della condotta della Banca d’Italia nei confronti delle esigenze di finanziamento del Tesoro.
In particolare l’esistenza di un obbligo di acquisto residuale in sede d’asta di BOT… omissis…
E’ mia intenzione perciò riesaminare la opportunità della deliberazione del 23 gennaio 1975 del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio… omissis…
Tale riesame dovrebbe portare ad un sistema in cui l’intervento della Banca d’Italia all’asta dei BOT sia una libera decisione della Banca stessa, e in cui l’offerta della Banca concorra, su un piano di parità con le altre, a determinarne il prezzo… omissis
Gradirei conoscere, su queste proposte, il pensiero della Banca d’Italia, sempre in quadro di rapporti di collaborazione stretti e proficui.
Con viva cordialità”.

Ma leggiamo il riscontro del Governatore Ciampi datato sei marzo 1981:
“Caro Ministro,
rispondo alla Sua (…omissis…), le cui linee di ragionamento mi trovano sostanzialmente d’accordo. A conclusioni similari ero pervenuto nel preparare la conferenza del 16 febbraio all’Associazione Nazionale di Banche e Banchieri.
Perché la politica monetaria non subisca vincoli imposti dalla dimensione e dall’andamento nel tempo del disavanzo statale è necessario che il finanziamento al Tesoro della Banca d’Italia possa essere da questo regolato in piena autonomia al fine di raggiungere gli obiettivi di controllo monetario.
…omissis…
Mi è gradita l’occasione per ricambiarle i sentimenti di viva cordialità”.

Queste due lettere, dalla stesura così garbata, anonime quasi quanto una comunicazione condominiale, avrebbero in realtà avuto una ricaduta epocale sugli italici destini.
Infatti, senza alcun dibattito sia nel Parlamento che nella società civile , si sceglieva con questo semplice scambio epistolare di spostare la ricchezza nazionale (PIL) dallo stato sociale, dallo sviluppo delle infrastrutture e dalla creazione di posti di lavoro alla remunerazione della rendita finanziaria.
Si era posto in essere il cosìddetto “divorzio” tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia.

Come riconosciuto da Andreatta successivamente, il “divorzio” nacque come “congiura aperta” tra Ministro del Tesoro e Governatore della Banca d’Italia, “nel presupposto che, a cose fatte, fosse poi troppo costoso tornare indietro”.
Dopo tale improvvida decisione, lo Stato italiano dovette collocare i titoli del debito sovrano, senza alcun intervento calmieratore della Banca d’Italia, in aste pubbliche a tassi di mercato, mentre gli altri stati europei continuarono nella aste “more solito” ovverosia con l’intervento delle rispettive banche centrali ad acquistare i titoli invenduti .
Negli anni a seguire questa condizione determinò una vera e propria esplosione della spesa per interessi passivi e quindi del deficit annuale e del debito complessivo.
Il deficit annuo rispetto al PIL, a causa della maggiore spesa per gli interessi passivi, passò dal 56,86 % del 1980 al 94,65% del 1990, fino al 105,20% del 1992.                                                                                               Questo è il motivo dell’enorme debito italiano, non di certo la corruzione o gli sprechi.
In questo modo, rendendo il sostegno alla domanda interna e quindi la creazione di nuovi posti di lavoro praticamente impossibile poiché non c’erano più le risorse per attuarle, si era cancellato di fatto un pezzo della nostra Costituzione, in particolare il Titolo III della Parte Prima (dall’art. 35 al 47). Ma ormai la politica abdicava al proprio ruolo e per contro nasceva il cosiddetto “vincolo esterno”.

Raffaele Salomone Megna

Scenari economici 04 / 10 /  2016

Lettera Ciampi- Andreatta ( divorzio Tesoro- Banca d’Italia 1981 )ultima modifica: 2016-11-25T17:08:26+01:00da