“Controllo”, questa parola sconosciuta.

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Cos’è una democrazia senza controllo? Anarchia. E a cosa porta questo fenomeno? Allo sfascio, in ogni settore. Qualche esempio? Vedi i truffati dalle banche. Dove erano gli organi preposti alla vigilanza? A partire da Bankitalia giù giù fino all’ultimo funzionario addetto alla sottoscrizione di titoli a rischio, ma raccomandati dai  vertici per il loro unico profitto?

E le istituzioni pubbliche? Peggio che andar di notte.

Chi è più responsabile dell’assenteismo se non il dirigente che non controlla i suoi dipendenti? Forse perché il primo a non rispettare le regole è proprio lui.

E poi la Polizia, i Carabinieri e le altre forze dell’ordine che godono di un ampio credito presso i cittadini. Rivolgersi per maggiori ragguagli alla madre del giovane Federico Aldrovandi, ucciso da poliziotti a Ferrara. O a Ilaria Cucchi, sorella di quello Stefano massacrato di botte in una caserma dei carabinieri a Roma. E cosa dire poi della “macelleria messicana” della scuola Diaz di Genova?

Chi aveva il controllo e la responsabilità non ha fatto altro che mentire, depistare, nascondere o manomettere prove, col risultato di fare pure carriera.

Solo l’ostinazione e la ferma e dignitosa determinazione dei familiari è riuscita, ma solo dopo troppi anni e troppa sofferenza, a scardinare il muro eretto dai vertici di quelle istituzioni che, peraltro, continuano a tenere in servizio e ad indossare la divisa chi si è macchiato di un simile delitto.

In una società civile il rispetto delle regole è tutto, quando si devia da questa strada cominciano i problemi che, si badi bene, non riguardano solo alcuni ma prima o poi avranno ripercussioni su tutti.