Appunti di viaggio, Spagna
La Spagna è un Paese che nasce, astrologicamente, sotto al segno del Sagittario.
La chiave astrologica è un buon punto di partenza, per comprendere lo spirito di un Paese.
Questo segno è in analogia, fra gli altri, con alcuni, specifici elementi, tra cui la Legge e la capacità di espansione, propria del pianeta Giove, governatore del segno.
La Spagna, nel corso della sua storia, ha di fatto invaso e portato le sue Leggi, forse più che ogni altra nazione, in lungo ed in largo, sul globo terraqueo.
Ancora oggi lo spagnolo, non è un caso che sia la lingua più parlata sul pianeta.
Mentre sembra che tra non molto essa verrà superata dal mandarino.
Ancora, il segno, e quindi la nazione spagnola, è in analogia con il fuoco, con la guerra stessa, e se si guarda al passato, risulta facile intravedere il costante irrompere proprio di guerre e guerrette, interne, intestine – ancora oggi in corso, ad esempio col tentativo di separazione della Catalogna – si pensi anche alla guerra civile spagnola, del secolo scorso – ed esterne, ad altre nazioni, interi continenti.
In fondo, la missione di Cristobal Colon – come è stato rinominato Cristoforo Colombo in Spagna – è stata si una missione esplorativa e di scoperta, ma principalmente la missione che avrebbe poi aperto ai re spagnoli l’invasione del territorio dell’america del sud e centrale.
A proposito di Cristobal Colon: circa centocinquanta grammi delle sue spoglie mortali, riposano nella straordinaria cattedrale di Siviglia
(da visitare assolutamente!) e hanno ottenuto, in tempi recenti, il beneplacito della scienza, circa la veridicità dell’appartenenza di esse al primo cittadino genovese.
L’analisi del suo dna, infatti, è stato ottenuto dal confronto con quello del figlio – che giace anch’egli nella chiesa di Siviglia, ma in altro sito – e di cui è ben certa l’identità.
A proposito: una visita a Siviglia e alla tomba del grande navigatore, ripagano ampiamente il viaggiatore dei costi e degli oneri del viaggio.
Anche il rito medievale della corrida, volendo, lo si potrebbe leggere come un elemento – quello della sfida con la natura (ma anche dell’incontro col centauro) – da far risalire ai domini del segno di fuoco.
Oggi la Spagna è un paese moderno, le cui grandi città sono l’evidente manifestazione di questa modernità, che ciò nonostante, non ha ancora smarrito il rapporto col suo passato ed il folklore, anzi, ne è riuscita a costruire l’integrazione.
Malaga, Cadice, Siviglia, ad esempio – tralasciando per un momento le più grandi e note Barcellona e Madrid – sono città dai grandi viali, non dissimili da quelli visti e rivisti (nei telefilm, per esempio) delle città americane.
Città ben gestite, dal punto di vista dei trasporti, pubblici e privati, e da quello degli altri servizi pubblici.
Città che, come detto, hanno saputo ricostruire e mantenere – specie nei loro pulsanti, colorati e vitali centri storici – un ottimo flusso turistico, che ne sostiene l’economia.
Turismo, una delle cui facce, quello residenziale estivo – spesso adottato da una certa quota di pensionati e benestanti nord-europei – ha ricevuto un grosso impulso e sviluppo nella Spagna del sud, dove si è anche avuta l’intelligenza urbanistica di saper erigere zone ad alta intensità abitativa, magari non bellissime, nè tanto meno originali, ma grazie alle quali si è riuscito ad evitare la mostruosa gittata libera di cemento sul territorio, di case e casette,
diffuse “a macchia di leopardo”, cioè senza rispetto e riferimento a piani edilizi sensati.
Cosa che, ancora oggi avviene in Italia, e che conduce, non solo all’uso inveterato del suolo – rimanendone molte regioni quasi del tutto private – ma anche alla cementificazione selvaggia ed al protrarsi e mantenersi del rischio idro-geologico.
Uno degli elementi critici, mai affrontati fino in fondo, nel nostro Paese.
La Spagna, la si potrebbe anche provare a raccontare sulla scorta degli indicatori economici delle sua economia, ma preferiamo evitare questo genere di analisi, tutta numerica, poichè, a nostro avviso, non renderebbe giustizia al fremere ed al pulsare di una nazione – e del carattere dei suoi abitanti – che guardano oltre il Pil, intenti come sono
a costruire un grande Paese, moderno, dove ci alimenti, non solo di reddito a fine mese, ma anche della felicità, generata da un collettivo forte e da una vita quotidiana appagante.
Un collettivo retto da Leggi rispettate, poichè funzionano, in un Paese che ha una stabile dimora nel presente, cioè il futuro, quello che oggi si chiama 2019.
Buon viaggio in Spagna!