E l’Italia?

E l’Italia?
L’Italia ha la fortuna/sfortuna, di avere visto la luce sotto al segno del Leone.
Il segno, è il più grande sostenitore della forza e del carattere dell’individuo: dell’ego, se vogliamo, in termini simbolici.italia in frantumi
E guardando al passato del nostro Paese, si possono intravvedere proprio grandi personalità artistiche, culturali, politiche, ecc, che ne hanno segnato il cammino, fornendo lustro all’intero Paese.
Il problema, è che si tratta di un segno inadatto ed improprio al sostegno ed al mantenimento del “collettivo” e della Legge, a suo fondamento.
Ed infatti, basti ripercorrere la storia politica degli ultimi decenni, per vedere una attività – la politica – che dovrebbe essere a sostegno della collettività, dedita invece ad accordi, trucchi e azioni individualistiche, leggi assurde e ad personam, con mire di favore per soli piccoli gruppi.
D’altra parte, se ci si riferisce al segno – che è, in astrologia, sotto all’orizzonte, cioè, segno dell’individuo, anziché del collettivo (come sono appunto i segni sopra di esso) – questo dà forza all’ego e la sottrae al sé, potendosi così agevolmente leggere tutta una risma di manifestazioni (tutte e solo italiche), in cui il comun denominatore non è mai lo sviluppo omogeneo, sensato, ben organizzato e civile del paese, ma una serie ininterrotta di egoismi, egotismi, disfunzionalità, incapacità di riconoscere il prossimo ed il suo interesse, oltre al proprio, che hanno condotto l’Italia all’approssimarsi dell’ennesima sua fine prematura.
Come stato-nazione.
D’altra parte, la storia del paese Italia è storia recente: dopo la fine della prima Italia, iniziata nel 1861, seguita poi da quella che ha preceduto il fascismo – che ha inaugurato una vera e propria nuova e oscurantistica fase –  e, poi, dopo la fine dell’era del duce, ora, con il concludersi dell’era repubblicana, post 1948, post-costituzionale, si tratta di soli 158 anni di storia.
Ben poca cosa per un Paese, per gli italiani, mai diventati veramente tali.
Saranno così i grandi investitori stranieri, le pressioni dell’Unione Europea e le incomprese migrazioni di massa, dai paesi africani – condotte in effetti in maniera coatta dalle istituzioni sovranazionali, per compensare i cali demografici, ritenuti insostenibili, in via proiettiva, come evidenziano gli stessi documenti ufficiali Onu – a determinarne la fine.
D’altra parte, anche i paesi, come le persone, hanno un termine, una scadenza, se vogliamo.
Ma non fare nulla, per prendere coscienza delle cause della malattia e curarsi – a livello collettivo, di Paese – per l’incapacità di comprendere che, solo l’interesse collettivo, ed il suo sostentamento, potrebbe ritardarne (quanto meno) la fine, è responsabilità (vedesi colpa) di cui si dovrà prendere drammaticamente atto.
Ma questo non avverrà in un tempo lungo e lento, in cui sarà possibile operare delle scelte per mettersi al riparo dall’incombente calamità, al contrario, di esso si dovrà prendere atto con lo stesso senso di urgenza e pericolo con cui dovettero farlo i passeggeri del Titanic, quando la grande nave colpì il famigerato iceberg..
Si racconta però che molti passeggeri continuarono a danzare nei saloni addobbati a festa.
Buoni balli a tutti.

E l’Italia?ultima modifica: 2019-02-10T19:38:44+01:00da traggogolone

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