Greyhound going

Greyhound

A proposito di questi autobus, non ricordo più quando fu la prima volta che ne vidi un’immagine o che qualcuno me ne parlò, molto tempo prima che intraprendessi il mio viaggio negli Stati Uniti.
Secondo me, c’ho riflettuto dopo, deve essere stato qualcosa di karmico:
forse ci viaggiai in un’altra vita.
Potrei dunque dedurre che la mia ultima esistenza non dovrebbe essere stata troppo tempo prima che mi incarnassi in quest’ultima..
Lasciamo perdere.Grey 1
Quando ho passato la mia prima settimana a New York, ed ero in giro, di solito a fare su e giù per Broadway, mi succedeva sempre un fatto strano: ogni volta che mi tornava in mente l’idea di andare a sborsare i 200 dollari per acquistare “l’Ameripass” e imbarcarmi per gli States, ecco che da un incrocio, da qualche parte sbucava uno di questi Greyhound: come se la realtà mi leggesse nel pensiero.
Durante tutte le miglia che ho percorso, dal giorno in cui presi il primo autobus, dalla Grand Central di New York, sui Greyhound me ne sono capitate di tutti i colori.
Una volta ho incontrato un ragazzo che avrà avuto 25 anni e che, dopo una lunga vacanza, se ne tornava a casa, mi raccontò, per farsi prete.
Un’altra ho conosciuto una ragazza madre ispanica, di 15 anni, con 2 bambini suoi, che stava traghettando da un lato all’altro degli States.
Una volta, ancora, durante un viaggio di notte, l’autista s’arrabbiò terribilmente perchè qualcuno, dentro l’autobus, s’era messo a fumare una sigaretta.
Per ripicca fece 2 cose assurde: mise l’aria condizionata al massimo, per stemperare l’odore nell’abitacolo, e lanciò il veicolo a folle velocità, per rabbia, credo.
Aggiunse poi che lui ci teneva alla sua salute e che aveva famiglia.Grey 3
Nel tragitto che mi condusse a Los Angeles, eravamo in forte ritardo sulla tabella di marcia, prima della partenza, così il guidatore, un messicano alto si e no un metro e sessanta, si mise a correre come un pazzo, quasi che avesse tra le mani una spider: arrivammo in perfetto orario.
Una delle cose che ho odiato di più sono le stazioni di sosta dei Greyhound, perché sono tutte identiche, in quanto a colori, oggetti ivi presenti e personale.
Cambia solo la dimensione.
E’ praticamente impossibile trovarvi qualcosa di diverso da una busta di patatine, una tavoletta di cioccolata, o delle caramelle: naturalmente tutte della stessa marca.
Se vi capitasse di fare la follia che ho fatto io per qualche giorno, cioè viaggiare di seguito su questi mezzi, vi consiglio vivamente di portarvi del cibo vostro e anche degli integratori.
Alla stazione dei Greyhound di Baltimora, come d’altra parte m’era già successo in precedenza, non avevo alcuna idea di che tappa fare successivamente.
Così ho chiesto di avere un orario completo con tutti gli itinerari che i Greyhound fanno in america!
L’impiegata di turno al desk informazioni però è stato scortese con me.
E lì per lì la cosa l’ho presa un po’ male, così in un momento di distrazione del personale, mi sono messo il librone degli orari, abbandonato sul bancone, sotto alla giacca e mi sono allontanato nella folla.
E’ dovuto passare molto tempo prima che io capissi che gente come me, persone che non hanno la più pallida idea di dove andare sull’intero continente nord americano, e che allo stesso tempo si sente di essere in grado di andare dappertutto, non capitano tutti i giorni!
In effetti devo riconoscere che stampare quel libro degli orari e distribuirlo a tutti gli utenti è una cosa inutile e costosa: una follia, perché la gente, di solito, normalmente, sa bene dove vuole andare.
Quell’orario me lo sono riuscito a portare appresso fino in California, precisamente a Santa Cruz, dove l’ho mollato, soprattutto per via del peso, perché me lo sarei tanto voluto tenere per ricordo!

Greyhoundultima modifica: 2020-03-04T08:53:42+01:00da traggogolone

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