TONY CHIKE IWOBI: PRIMO SENATORE NERO FRA PASSATO E FUTURO DELLA LEGA.

iwobeEsiste un filo che lega gli oppressori agli oppressi, i carcerieri ai prigionieri, i carnefici alle vittime,  i razzisti ai discriminati.

Spesso mi sono chiesto perchè i meridionali fossero i primi detrattori dei loro conterranei. Mi sono chiesto spesso quale meccanismo psicologico, sociologico, morale, spingesse persone che fino a qualche mese prima vivevano a Sud, dopo essersi trasferite in altre zone denigrassero quella che era stata la loro terra fino a qualche tempo prima, pur non avendo mai fatto niente, pur nel loro piccolo, per migliorare le cose. La risposta l’ho avuta quando ho cominciato a leggere “TERRONI” di Pino Aprile. Nelle prime pagine spiega quello che forse sapevo dentro di me, ma faticavo ad accettare. Quando emigri, sia pure nel tuo stesso Stato, devi inserirti, e quindi tendi ad accentuare i comportamenti dei tuoi nuovi concittadini.

Quindi non c’è da meravigliarsi se i più accesi leghisti siano proprio i meridionali “emigrati” al Nord. Tuttavia, se può avere una spiegazioine (e non una giustificazione) il comportamento di un Meridionale che vive al Nord, meno comprensibile è lo stesso comportamento di chi vive ancora al Sud. Non ci si spiega perchè ci siano elettori che votino per la Lega, malgrado per anni siano stati insultati da Bossi e compagni, Salvini compreso. Ma mentre il “senatur” ha mantenuto una sua coerenza, Salvini, forse perchè emigrato anche lui al parlamento europeo, si è rifatto una verginità e l’ha rifatta anche alla lega. “Non voglio pensare al passato, ma al futuro” ha detto in diverse interviste. La questione è che al suo passato ci dovrebbero pensare gli elettori, compreso quelli che hanno votato per Forza Italia e per la Meloni, e soprattutto gli elettori del Sud, che votando per Berlusconi o Melonio, hanno dato linfa al carroccio. Ma Salvini è un uomo pieno di risorse.

In questi giorni ha fatto molto scalpore la notizia del primo senatore di colore della Repubblica Italiana: Toni ChiKe Iwobi. 62 anni, imprenditore, originario della Nigeria. Leghista della prima ora,  difensore degli immigrati regolari, sostiene il rimpatrio di tutti gli irregolari.kyenge

Gli italiani hanno la memoria corta. Hanno evidentemente dimenticato che nel 2013, con il governo Letta, abbiamo avuto il primo ministro di colore della Repubblica Italiana: Cécile Kyenge. E qui il “futuro” di Salvini si scontra con il passato della lega.Un passato in cui il senatore Calderoli, quello del “porcellum” tanto per intenderci, aveva dato dell’”orango” al Ministro Kyenge. Calderoli non fu processato per razzismo o incitazione all’odio. Persino il PD votò contro l’autorizzazione a procedere.

Tuttavia mi chiedo, un uomo come Iwobi, nero, naturalizzato, e regolare, esattamente come Cécile Kyenge, come abbia vissuto quell’episodio visto che, quella frase, assolta perchè pronunciata in un “contesto ludico”, mirava ad offendere un avversario politico non in quanto tale, ma in quanto “nero”, proprio come lui.

Chissà, pensando a quel filo, forse avrà riso molto più degli altri.

RENZI E LA MALEDIZIONE DELLA LEGGE ELETTORALE

Quando nel 2005 quel genio del ministro delle riforme Calderoli presentò e fece approvare la legge elettorale da lui stesso definito “una porcata”, da cui “porcellum”, pensata per favorire la destra e impedire alla sinistra di vincere le elezioni, il centrodestra fu clamorosamente sconfitto, dando vita al secondo governo ProdiI 

La maledizione si è ripetuta adesso. Una legge elettorale fatta per contenere, pare, il Movimento 5 Stelle, ha penalizzato proprio Renzi e Berlusconi. Ma mentre ne caso di Forza Italia i voti sono rimasti “in famiglia”, migrando per buona parte verso la Lega, nel caso di Renzi sono migrati verso il M5S e verso l’astensione, dando il colpo di grazia ad un partito in agonia da molto tempo per le varie correnti e correntine interne a cui Renzi sembrava, tuttavia, aver messo un freno. Dare la colpa di tutto a Renzi sarebbe ingiusto. Lui è il figlio di quelli che lo hanno preceduto, dei Bersani, dei D’Alema. Di tutti coloro che hanno fatto della sinistra una nuova DC, avvicinandosi sempre più al ceto medio, e allontanandosi dal popolo della sinistra, dalle categorie meno protette e più esposte alla crisi.

 

Sicuramente il processo telematico, le unioni civili, la legge sul fine vita, il divorzio breve, sono stati dei passi importanti nella direzione dei diritti civili, ma che tutto sommato riguardano una minoranza di cittadini. Non certo coloro che perdono il lavoro o che non lo trovano, che sono preoccupati per il futuro dei propri figli, non certo per gli insegnanti a cui si era promesso di ridare dignità, e che invece si sono trovati con una riforma che ha dato poteri enormi ai Dirigenti, che fino a quando sono seri e competenti va tutto bene…ma che quando non lo sono… E di sicuro non era una priorità la battaglia finale per lo “jus soli”, in questo particolare momento storico. E anche la politica dei bonus non è stata vincente, visto che le categorie più bisognose (gli incapienti), ne sono rimasti esclusi.

 

E come il PD pre-renziano ha trascorso anni nella lotta a Berlusconi più che ha proposte concrete di governo, Renzi si è speso nella denigrazione del M5S. In verità tutti lo hanno fatto tutti, ma hanno unito a questo promesse elettorali che i cittadini italiani, come sempre, hanno preso per oro colato (flat tax, pensioni a 1.000 €, reddito di cittadinanza).

 

Tuttavia, malgrado al momento il PD sia indispensabile alla formazione di un governo, scelta che sembrerebbe di responsabilità, nessuno dei Democratici, come ha affermato Orlando, è disponibile ad un governo con il Movimento, e meno ancora con il centrodestra. Sotto il profilo etico è sicuramente una mossa sbagliata. Il nostro paese ha la necessità di essere governato. E di un governo stabile, che tra l’altro questa legge non garantisce. Ma sotto il profilo politico il PD non può fare altrimenti. Dare un appoggio esterno ad un Governo Di Maio, rappresenterebbe la definitiva marginalizzazione del Partito Democratico, che sarebbe costretto ad approvare tutti i punti programmatici e le leggi del movimento, pena, qualora invece non lo facesse, la possibilità da parte di Di Maio di incolparli per non aver potuto realizzare in pieno quanto promesso.

 

La scelta potrebbe essere quindi quella di aspettare. Di aspettare un “inciucio” fra movimento e centrodestra (ritenuto impossibile), o un governo di transizione che faccia una nuova legge elettorale, quindi indire nuove elezioni…. e vedere poi se chi vince riuscirà a trasformare le promesse in realtà. Perché il punto focale rimane proprio questo. Il centrodestra e il movimento hanno promesso tanto…ma saranno in grado di mantenere quanto dichiarato? In caso contrario il PD sarà ad attendere il ritorno degli elettori delusi.

 

E chissà che non ci sia anche un ritorno di Renzi, semmai dovesse davvero andare via…

POLITICA ITALIANA: SPRECHI E PRIVILEGI

imagesOramai ci siamo. Meno di una settimana  di tormento pre-elettorale, e finalmente il voto. Certo, ci aspetta un periodo di post-elettorale che non possiamo prevedere. Tutto sarà deciso da quanto gli italiani crederanno alle promesse elettorali, che come ben sapete vanno dalle pensioni a 1000,00 € e Flat Tax, ai “fino a 1600,00 €” circa come reddito di cittadinanza. La migliore è senza dubbio quella di Mario Adinolfi che vuole dare 1000,00 € alle donne che lasciano il lavoro per dedicarsi alla famiglia. Quindi se sommiamo in una famiglia con un disoccupato, una donna e un nonno o una nonna, possiamo arrivare a 3.600 € mensili. Bisogna rivedere bene le politiche di immigrazione, perché a questo punto bisogna importare mano d’opera da tutto il mondo, perché è probabile che non lavori più nessuno, se non i single e le donne senza figli.

Ma non è di questo che voglio parlare. Se le promesse elettorali non fossero una tragedia sarebbero una commedia dal morir dal ridere. Quello su cui mi vorrei invece soffermare, è il tema dei “costi della politica”. Tema di punta di tanti partiti, e in particolare del M5S. Di Maio ha più volte dichiarato che uno delle prime azioni che farà, sarà la richiesta ai gruppi di impegnarsi per il dimezzamento dello stipendio dei parlamentari, ben sapendo che non è di competenza del governo, poiché la camera ha una sua autonomia rispetto a questi temi.

L’argomento è di quelli  che toccano la “pancia” dei cittadini, che vedono   oramai nella classe politica solo una massa di privilegiati e scrocconi. Personalmente trovo che non siano gli stipendi dei parlamentari ad essere inadeguati, ma che siano i parlamentari ad essere inadeguati al loro ruolo, e quindi al loro stipendio. Poi si può discutere dei privilegi. Tanti, troppi. Ma la realtà che pochi dicono e su cui non si fa abbastanza rumore, è che tutto quello che ruota attorno alla politica ha un costo esagerato, e si porta appresso una serie di privilegi assolutamente ingiustificati.

Facendo delle piccole ricerche, scopriamo che il Bilancio della Camera dei Deputati è di circa 965.000.000,00 (dati 2016). Circa un miliardo di Euro. Tanto per intenderci, Coca-Cola Italia (2.500 dipendenti) ha fatturato 919.381.000,00 €; la Lavazza (4.000 dipendenti) 1.429.000.000 €; OVS (7.000 dipendenti) 1.314.089.000 €.

Ora del miliardo speso dalla camera, circa 290.000.000 sono per i deputati, compresi quelli scaduti dal mandato. La questione riguarda il resto della spesa. Circa 700 milioni. Negli utlimi anni la cifra è diminuita costantemente, poiché il governo Monti (malgrado tutto), e la legge di stabilità del 2014 avevano stabilito il limite massimo per gli stipendi dei dipendenti pubblici a 240.000 euro. Ora, però, dal primo gennaio, pare che questo tetto sia saltato, e che quindi tutti riavranno i loro stipendiucci che vanno da 30.000 l’anno come stipendio d’ingresso del personale tecnico (centralinisti, elettricisti e…barbieri, che non svolgono più la loro funzione, ma quella di commessi), ai circa 360.000 dei consiglieri parlamentari con trent’anni di anzianità, per arrivare al vice segretario generale e al segretario generale, che guadagnano la cifra record di 300.000 e 400.000 euro l’anno….

Oltre a questo parliamo di alcuni privilegi che contraddistinguono gli operatori della camera. Come il periodo di assenza ingiustificato, che per i dipendenti privati è di 3/5 giorni, per i dipendenti della camera arriva a 30 giorni. Anche in caso di malattia, mentre un dipendente privato può essere licenziato dopo sei mesi di assenza nell’arco di un anno, quindi in caso di patologia grave, come ad esempio un tumore, o un ictus, ad esempio, i cui tempi di recupero possono essere molto lunghi, dopo sei mesi, oltre ad affrontare la malattia deve affrontare anche la perdita di lavoro, nel caso dei dipendenti della camera, il periodo può durare fino a tre anni. Ora, io non ho mai sentito nessun parlamentare, e nessun sindacalista parlare contro queste disparità di trattamento, ma forse sarebbe il caso che il tema fosse affrontato. Come di tutte le altre spese della camera, ad esempio i 7.500.000 per “attrezzature informatiche e software applicativo”, o i circa 12.000.000 per “spese per fabbricati e impianti”, o 5 milione per la pubblicazione degli atti parlamentari. E parliamo solo di Montecitorio. Abbiamo la Camera più costosa d’Europa, e fra le più costose al mondo. Complimenti Italia.

Fonti:

http://www.ovscorporate.it/it/investor-relations/bilanci-annuali

http://bilancio.camera.it/4?scheda_contenuto=11

http://www.camera.it/application/xmanager/projects/leg17/file/trattamento_giuridico_economico.pdf