Parivrtta Parsvakonasana

Parivrtta Parsvakonasana, la posizione dell’angolo laterale ruotato, è una posizione di torsione.

 

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Con il termine sanscrito PARVRITTA che significa ruotare o volgersi indietro, si parla delle Torsioni.

Da un punto di vista fisico strizzano la colonna vertebrale, rigenerando i dischetti intervertebrali e gli organi interni dell’addome, purificando e facilitando l’eliminazione delle tossine nell’espiro per poi rigenerare con un ricambio di liquidi ossigenati e carichi di prana nell’inspiro successivo. Tanto che vengono consgliate in un programma mirato di DETOX unitamente ai piegamenti ed alle asanas che sviluppano l’elemento fuoco, che aiuta il metabolismo ad agire in maniera più energica.

Le Torsioni migliorano notevolmente la salute della schiena rendendola forte e flessibile e la funzione degli organi addominali migliorando le capacità digestive e riproduttive, tonificando i muscoli ed energizzando il corpo.

A livello energetico, le Torsioni stimolano il Terzo Chakra, Manipura, più conosciuto come plesso solare, il Chakra di Fuoco che trasforma la materia in energia regolando tutto il sistema metabolico ed alimentando anche forza di volontà ed autostima.

Questo chakra è la sede delle nostre emozioni inespresse o metabolizzate.

Le Torsioni indicano la purificazione e il cambiamento. Lavorare sulle torsioni, aiuta da un punto di vista psicologico ad affrontare i cambiamenti continui della nostra esistenza.

Così come il corpo si adatta a quel movimento quasi a spirale, allo stesso modo le Torsioni inducono la mente alla capacità di adattamento al cambiamento ridimensionando il potere di controllo su quegli avvenimenti sui quali abbiamo poche se non nessuna possibilità di interferire.

In questo specifico asana ruotiamo anche la testa e questo ci permette di lavorare anche su Vishudda il chakra della gola, collegato proprio alle spalle, al collo, alla zona della mascella e delle orecchie.

A tal proposito riportiamo uno stralcio tratto dal libro Yoga e Chakra per comprendere l’importanza di lavorare sul 5 chakra:

“Poiché la vibrazione dell’anima si esprime naturalmente soprattutto in forma di suono, quando freniamo la sua espressione ci blocchiamo soprattutto nell’area del chakra della gola. Teniamo i muscoli della mandibola tesi, irrigidiamo le spalle, e il collo non è più in grado di mantenere la testa e il corpo in un corretto allineamento. La nostra espressione di noi stessi non è più libera, ma diventa sospesa e incerta. La creatività viene ridimensionata.

Allora dobbiamo fare un po’ di lavoro sul chakra della gola e liberare il corpo in modo da farlo di nuovo danzare al ritmo della vita. Se il corpo è lo strumento suonato da Dio, allora il compito del quinto chakra è di permettere alla musica della vita di esprimersi attraverso di noi in armonia.”
(Anodea Judith)

Benefici

La posizione yoga dell’angolo laterale ruotato (Parivrtta Parsvakonasana) rafforza le gambe, rende il busto più flessibile, stimola gli organi digestivi, apre il petto e aumenta la capacità polmonare, estende i muscoli intercostali e rafforza collo e spalle. Praticarla migliora equilibrio e concentrazione, e stimola il sistema linfatico.

 

 

IL NERVO VAGO E LO YOGA

Il nervo vago, conosciuto anche come nervo pneumogastrico, appartiene ai nervi cranici. Sono 12 le coppie di nervi che originano all’interno della scatola cranica e portano le proprie innervazioni prevalentemente nella zona di testa e collo. Ma il nervo vago ha una particolarità.
Infatti, il suo nucleo di origine è vicino ad altri nervi cranici ma, si dirama verso il basso.
Quindi, il nervo vago è un diretto “responsabile” del corretto funzionamento di tutti gli organi compresi tra il collo e la parte inferiore della cassa toracica. Dalla laringe alla parte superiore dell’intestino, passando per il cuore.
Inoltre, il ruolo del nervo cranico non si “limita” all’innervazione motoria e sensitiva delle parti periferiche ma rappresenta anche l’asse portante del sistema nervoso parasimpatico che insieme al sistema nervoso simpatico costituiscono il sistema nervoso autonomo.
Il sistema nervoso parasimpatico è parte del sistema nervoso autonomo vegetativo ed è prevalentemente costituito dalle fibre del nervo vago e regola tutte le funzioni inconsce e vitali del nostro organismo come:
• deglutizione
• digestione
• defecazione
• respirazione
• ritmo cardiaco, ecc.
Inoltre, monitora e regola insieme al sistema nervoso simpatico tutte le funzione degli organi.
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Come lo yoga può aiutare a stimolare in maniera positiva il nervo vago?
Rilassare la mente per stimolare il nervo vago è sicuramente importantissimo.
Una condizione prolungata di stress e tensione possono compromettere il buon funzionamento del nervo vago. Per riportarlo a una condizione di equilibrio occorre attivare un processo di rilassamento profondo ed in questo lo yoga è maestro con asana, meditazione e pranayama.
Rilassarsi con la respirazione diaframmatica è sicuramente una delle tecniche più semplici ed efficaci per attivare un profondo rilassamento psicofisico.
I Benefici della respirazione diaframmatica si ricorda sono:
• Favorisce un profondo rilassamento psicofisico
• Massaggia gli organi addominali interni
• Migliora la circolazione sanguigna
• Contribuisce a equilibrare il sistema nervoso
L’esecuzione della sequenza del Saluto al Sole è ottima per questo scopo come tutte le posizioni di rilassamento e quelle di piegamento che vanno a stimolare gli organi interni e depurano da tossine fisice e mentali.
Speriamo di esservi state utili !
Alla prossima 🙂
Namastè

Bharadvajasana

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“Bharadvaja era uno studente molto zelante. nello studio dei Veda, Il più antico dei testi spirituali e filosofici.

Nessuno si era mai aspettato di dominarli tutti, tranne Bharadvaja. La sua dedizione era stata così intensa da esaurire un’intera vita. Dopo la sua rinascita, Bharadvaja tornò di nuovo allo studio dei Veda. Appena fu in grado, iniziò a studiare i testi sacri, credendo che la  concentrazione e lo studio intensi lo avrebbero avvicinato all’unione con lo spirito assoluto, al samadhi. Anche questa vita la esaurì fino all’ultimo dei suoi giorni per lo studio.

Alla terza rinascita la storia si ripetè. La gente cominciò a parlare di questo saggio straordinariamente erudito, di nome Bharadvaja anche se nessuno lo aveva mai visto, perché trascorreva i suoi giorni e le sue notti solo a studiare.

Alla fine della terza vita, morente nel suo letto, recitando ripetutamente mantra Vedici e aspettando la fine, Shiva gli apparve.

“Sto morendo, Shiva. Non sei qui per portarmi con te? ” Rispose Baradhvaja con tanta speranza che i suoi occhi brillarono.
“No, Bharadvaja, non ti porterò con me questa volta, e spero che finalmente imparerai la lezione su tutto il tempo che hai perso!” Disse Shiva, esasperato.

Hai passato tutto questo tempo a diventare un esperto dei Veda, e non c’è dubbio che nessuno ne sappia più di te. Ma ciò che hai effettivamente imparato è solo una manciata rispetto alla montagna di conoscenza che hai ancora da imparare. Cosa ti ha fatto ottenere tutto questo studio? Eccoti qui, vivi da solo, non hai nulla di cui gioire nella tua vita, non hai condiviso le tue conoscenze con nessuno. Mentre puoi conoscere i Veda, non comprendi il loro vero significato, perché non ti sei mai preso la briga di condividere la loro grazia e gioia con gli altri. È attraverso la condivisione di questa saggezza che sarà veramente vivo e vivrà dentro di te.

Allora, caro Bharadvaja, ti darò un’altra possibilità. Puoi passare ancora una vita cercando di avvicinarti alla mia presenza, e, se la usi saggiamente, ti prometto che sarà l’ultima. ”

Egli trascorse la sua vita successiva non studiando, ma insegnando. Si dedicò a condividere la profonda saggezza e gioia che gli veniva dai Veda ed educò molti aspiranti sulla via del sentiero spirituale. La sua conoscenza e la sua compassione erano conosciute in lungo e in largo, e persone di diverse classi erano orgogliose di chiamarlo come  insegnante. Sul letto di morte vennero da tutte le parti a rendergli omaggio.

Anche Shiva venne a rendere omaggio a questo venerabile insegnante, gli mise la mano sulla spalla e disse:

“Caro Bharadvaja, hai finalmente imparato la lezione. Ora comprendi in che modo la saggezza dei Veda non è contenuta nella mera conoscenza, ma nella vita e nella condivisione. Guarda quante anime si sono accese a causa della tua grazia e della tua generosità. Hai fatto ciò che ho suggerito e ora, come promesso, se lo desideri, potresti essere liberato dal ciclo di nascita e rinascita.”

Ci sono volute tre vite perché il saggio capisse che quando troviamo la fonte della nostra gioia, è nostro dovere viverla e condividerla con gli altri. Questo non significa che dobbiamo cercare di convincere gli altri a partecipare alla nostra gioia ma che, il nostro , può ispirare gli altri a trovare quella fonte di gioia in se stessi.

Questa storia ha due significati: il primo è che tutta la conoscenza di questo mondo non potrà mai essere che parziale, mentre è l’esperienza ad essere fondamentale. Questo è un tratto caratteristico dell’insegnamento di Shiva, egli è il primo praticante, l’adhiyogi, non il primo erudito; il secondo tutta la conoscenza o l’esperienza del mondo non varrà nulla senza la condivisione.”

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Da questo saggio prende il nome la posizione bharadvajasana, una torsione del busto e, quindi della colonna, che richiede un forte radicamento degli ischi a terra ed una buona preparazione e riscaldamento nelle anche e nelle gambe visto che coinvolge direttamente gli arti inferiori.

Nella posizione infatti, la gamba sinistra è portata indietro in virasana, con il polpaccio che corre parallelo alla coscia, il tallone accanto al gluteo, il piede rivolto leggermente verso l’interno, il ginocchio che non si solleva dal pavimento; la gamba destra, si flette, in inspirazione, portando il collo del piede in appoggio sull’inguine sinistro: questa gamba è dunque in posizione del mezzo loto, con la pianta rivolta verso l’alto.

L’asana, in torsione profonda, come per molte torsioni lavora sulla purificazione, portando il corpo (così come la mente) a liberarsi dalle tossine, a ritrovare nuova leggerezza ed espansione.

Lavorando sulla flessibilità della colonna ci aiuta a ruotare completamente, a cambiare prospettiva. Rimanendo fermi ci muoviamo tuttavia in ogni direzione, concediamo allo sguardo, e alla mente, la possibilità di espanderci, di mettere in discussione, di proiettarci al di là delle direzioni consuete.

 

Benefici di Bharadvajasana

  1. Allunga le articolazioni della colonna vertebrale, delle spalle e delle anche.
  2. Massaggia gli organi addominali interni.
  3. Allevia il dolore lombare, cervicale e della sciatica
  4. Riduce lo stress e l’ansia.
  5. Migliora la digestione.
  6. È terapeutica per la sindrome del tunnel carpale, se eseguita con costanza e prudenza.
  7. È utile durante il secondo trimestre di gravidanza

In ogni posizione yoga scopriamo grandi insegnamenti, spesso collegati a figure umane o a Dei che ci possono portare a lavorare si nel corpo ma soprattutto con la nostra interiorità.

Sperando di esservi stata utile vi saluto e al prossimo asana!

Namastè

 

Setu Bandhasana

Setu Bandhasana, la posizione del mezzo ponte o ponte legato, è una posizione invertita simmetrica. Il corpo riproduce la forma di un ponte.

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Appartiene al gruppo dei 7 asana reali. ai quali viene attribuita la capacità di sintetizzare gli aspetti fondamentali dello Yoga.

Sette posizioni che lavorano in modo molto differente sul corpo e sulla mente .

È un’asana che stimola diversi chakra – Muladhara, Manipura, Anahata e Vishudda – attivando così un buon flusso di energia. Essendo una posizione di massima apertura del torace soprattutto è indicata per il chakra del cuore. Aiuta a sciogliere blocchi e tensioni e per ritrovare armonia interiore proprio per il suo coinvolgimento con il chakra Anahata.

Benefici:

–rinforza la spina dorsale domandone flessibilità.

–tonifica gli organi interni, apparato gastro intestinale, i glutei, la parete addominale e le gambe.

–stimola il metabolismo e la tiroide.

– Dal punto di vista mentale, il ponte calma la mente e attiva forza interiore, fiducia in se stessi, coraggio e forza di volontà, determinazione, purezza, aspirazione spirituale, grazia, eleganza e intuizione.

Namasté

Un nuovo anno davanti a noi

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«Ti auguro di vivere in grandezza

e di amare in profondità.

Ti auguro di osservare più tramonti

e trovare molti arcobaleni.

Ti auguro di essere semplice

e di rincorrere i tuoi sogni.

Ti auguro di essere entusiasta

e portatore di sorrisi.

Ti auguro di aiutare il prossimo

al meglio delle tue possibilità.

Ti auguro di abbracciare forte la vita, sempre,

e nella sofferenza di stringere i denti e andare avanti.

Siamo tutti Uno.

Sii forte. Sii felice.»

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2021

Ben ritrovati.

Il nostro augurio per questo nuovo anno:

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Non ti auguro un dono qualsiasi, ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere; se lo impiegherai bene potrai ricavarne qualcosa.

Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare, non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.

Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre, ma tempo per essere contento.

Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo, ti auguro tempo perché te ne resti: tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guadarlo sull’orologio.

Ti auguro tempo per guardare le stelle e tempo per crescere, per maturare.

Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare. Non ha più senso rimandare.

Ti auguro tempo per trovare te stesso, per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.

Ti auguro tempo anche per perdonare.

Ti auguro di avere tempo, tempo per la vita.

ELLI MICHLER