BALASANA – LA POSIZIONE DEL BAMBINO

Articolo pubblicato sulla nostra pagina FB l’11/11/20

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In sanscrito bala significa “bambino” e asana “posizione”, pertanto Balasana viene tradotta come “la posizione del bambino”.
Nella pratica dello yoga alternare momenti di intensa attività e riposo è una delle basi. Questi periodi vengono definiti abhyasa (esercizio costante), e vairagya (distaccamento dalle passioni). Ogni pratica deve includere parti uguali di tali elementi.
 Balasana è una posizione “riposante” ed anche una contrapposizione ad asanas con piegamenti all’indietro della schiena.
Sul piano fisico, questo asana agisce sugli organi interni del bacino e dell’addome, oltre ad elasticizzare la colonna e le spalle. E’ utile per allungare le cosce e le caviglie nonché per scaricare le tensioni del dorso.
Balasana è inoltre formidabile per alleviare lo stress e calmare la mente.
La posizione rappresenta il “ritorno” a se stessi, un rifugio interiore all’interno del quale nulla può importunarvi. L’avvicinarsi al proprio centro e connettersi con la pace che ridiede in esso ha un potere ristorativo enorme.
Namasté

 

BHUJANGASANA – LA POSIZIONE DEL COBRA

Articolo pubblicato sulla nostra opagina FB il 7/10/20
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Bhujanga significa “cobra”.
Il cobra – il grande naga – è il simbolo del dio Shiva, patrono degli yogin (coloro che praticano yoga). Nelle immagini Shiva è rappresentato con cobra avvolti attorno al collo, ai polsi e alle caviglie, per indicare lo scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni.
Il serpente è da sempre anche simbolo di trasformazione – cambia completamente la sua pelle – nonché di capacità di esaminare la profondità dell’essere umano, con il suo rapportarsi a tutti e quattro gli elementi: può salire sugli alberi (aria), stare nell’acqua, entrare nella terra, alcuni rettili resistono al fuoco.
 
La posizione del cobra fa parte del gruppo di asana dedicate agli inarcamenti della schiena. Questi esercizi sono potentissimi perchè rinforzano braccia e spalle e sciolgono eventuali rigidità nella colonna vertebrale. Migliorano la capacità respiratoria e la rendono più profonda. Elasticizzano, ringiovanisco e rinforzano la colonna vertebrale. Migliorano i difetti di postura, ci portano a correggere le spalle curve ed hanno un profondo effetto rinforzante sui muscoli della schiena e dei glutei e delle gambe.I benefici della posizione della Sfinge sono molteplici. Riallinea la colonna vertebrale e tutte le catene muscolari posteriori, fortifica la schiena, tonifica il petto e le spalle. Libera dalla fatica.
I muscoli addominali si tonificano, gli organi interni dell’addome vengono massaggiati. Nella fase di salita verso l’alto, in caso di dolori mestruali nella donna, il fastidio si allevia.
In fase di discesa la pressione addominale migliora la digestione, il reflusso gastrico, la stitichezza e la circolazione delle gambe.
La pratica di Salamba Bhujangasana presenta tuttavia alcune piccole controindicazioni: è sconsigliata alle donne in gravidanza o in caso di operazioni chirurgiche alla schiena e all’addome.
In generale, in presenza di infortuni, dolori o patologie croniche, è importante confrontarsi sempre con un insegnante che può suggerire delle varianti adeguate.
Namasté
Fonte web

 

ASANAS

Articolo pubblicato silla nostra pagina FB il 2/10/20

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Iniziamo un percorso sulle asanas dello yoga.
Asana (devanagari: आसन, IAST āsana) sono posizioni o posture utilizzate in alcune forme di yoga, in particolare nello Hatha Yoga. Il termine viene tradotto al maschile per convenzione degli studiosi di Sanscrito. La funzione degli asana è direttamente collegata alla fisiologia indiana, fondata sul sistema sottile. Secondo tale sistema, attraverso l’assunzione di diverse posizioni del corpo, il praticante diviene in grado di purificare i canali energetici (Nadi), incanalare l’energia verso specifici punti del corpo ed ottenere così un notevole beneficio psicofisico.
Fonte wikipedia.
È quindi evidente che le asanas sono un mezzo che il praticante yogi usa non solo per trarre benefici corporei ma, soprattutto, per elevarsi ad una condizione spirituale e mentale più elevata.
In questa sezione che inauguriamo analizzeremo la “parte fisica” delle posizioni yoga senza mai perdere di vista però che lo yoga non è assolutamente solo questo.
Namasté
Oggi non stiro più il mio corpo come quando avevo trenta o cinquant’anni, ma allungo la mia intelligenza all’interno di esso per espanderlo, ora la mia intelligenza stira il mio corpo.
(B.K.S. Iyengar)
La posizione agisce sul secondo chakra Svadishtana che è il centro dell’energia emozionale, situato appena sotto l’ombelico e in misura minore sul chakra della radice. E’ utilizzata anche come posizione di meditazione, perchè aiuta il corpo a rimanere “radicato” al suolo grazie all’appoggio sugli ischi e al tempo stesso favorisce la distensione della colonna vertebrale a partire dai fianchi, verso l’alto, attivando mula bandha.

 

CHATURANGA DANDASANA – LA POSIZIONE DEL BASTONE

 (Articolo pubblicato sulla nostra pagina FB il 9/10/20)
Chatur (quattro), anga (parti del corpo), danda (bastone)asana (postura). Chaturanga
Dandasana vuol dire quindi la posizione del bastone che viene mantenuta da quattro arti. La chiave per svolgere correttamente questa posizione è infatti poggiare a terra solo le mani e le dita dei piedi mantenendo il corpo rigido e forte come fosse un bastone.
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Fondamentale in questa posizione mantenere il bacino in asse con il tronco e contrarre saldamente l’addome. Al successivo espiro, fletti i gomiti cercando di mantenerli chiusi vicino al tronco e porta il petto verso la terra senza toccare il tappetino
Fai attenzione a mantenere tutto il corpo in una linea, contrai i quadricipiti e stai dritto con il collo.
 
Questa postura è una delle più complete ed efficaci perché
  1. rinforza i polsi i gomiti e le spalle preparando il corpo alle posizioni avanzate che richiedono forza nelle braccia (vedi le posizioni sulla testa)
  2. tonifica i glutei, l’addome e i pettorali
  3. rinforza i muscoli dorsali e la tua postura ringrazia.
  4. massaggia gli organi addominali grazie ad una intensa contrazione dei muscoli
 
Ricorda sempre che ogni postura yoga ha una sua storia e un suo percorso. Non bisogna pretendere di saper fare subito un asana alla perfezione. Ascoltiamo sempre i limiti del nostro corpo e trasformiamoli in meravigliose potenzialità con pazienza e costanza.
Namasté

 

UTTANASANA – LA POSIZIONE DELLA PINZA

(articolo della nostra pagina FB del 17/10/20)

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Uttanasana è una posizione yoga di piegamento in avanti in piedi, il cui nome sanscrito letteralmente significa “posizione di intenso allungamento”
È una posizione che lavora sul radicamento ed è ottima da praticare quando si vuole lavorare sul primo chakra, Muladhara:“Distende tutta la parte posteriore del corpo, in particolare le gambe e la parte bassa della schiena, massaggia gli organi interni e aiuta a disintossicare fegato, milza e reni. Permette al busto di lasciarsi andare, accrescendo la flessibilità della parte alta della schiena e la distensione dei muscoli delle cosce. Inoltre favorisce l’afflusso del sangue verso il capo ed è una buona posizione in caso di giramento di testa; è anche una buona posizione per bilanciare i piegamenti all’indietro.
Uttanasana è eccellente per il primo chakra sia in caso di eccesso sia di carenza, poiché favorisce sia l’apertura sia il rilascio.”
(tratto da Anodea Judith, Yoga e Chakra, Macro Edizioni)
namasté

 

Vrikshasana – la posizione dell’albero.

“Metti radici nella terra così potrai ergerti alto nel cielo; metti radici nel mondo visibile così da poter raggiungere l’invisibile.”
Osho
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E’ una delle posizioni secondo me più belle e profonde tra gli asanas dello yoga. Essendo una posizione di equilibrio richiede una grande concentrazione. La mente deve essere nel qui e ora nell’ascolto di un respiro calmo e consapevole.
Come suggerisce il nome, si diventa radicati e stabili come attraverso le radici di un albero. Le nostre radici sono i nostri piedi. Dopo aver trovato stabilità partendo da Tadasana concentriamoci a spostare il peso su una gamba, facendo in modo che il nostro piede diventi stabile e, perlappunto, radicato con la madre terra, prima di sollevare l’altra gamba. Le radici di un albero scendono in profondità nel terreno e allo stesso tempo l’albero si alza verso il cielo. Più profonde sono le radici, più alto è l’albero. Più portiamo il nostro corpo verso la gravità, la stessa forza ci spinge verso l’alto. La stabilità del corpo e della mente è essenziale nella pratica dello yoga.
Quando la mente è calma, si è in grado di vivere in pace. Il praticante yogi deve vivere nella tolleranza e nella calma: l’albero ci offre liberamente ombra, fiori, frutta e legno. Allo stesso modo uno yogi è incoraggiato a sviluppare la cordialità (Maitrim) e compassione (Karunya) a tutti gli esseri viventi come ci insegna Patanjali.
Le nostre braccia, raggiunta la stabilità, vanno verso il cielo, verso il divino, le mani giunte di preghiera, nell’anjali mudra.
Ricordatevi di portare il coccige in dentro, verso il basso, per non gravare sulla schiena.
Gli alberi si adattano alle stagioni, si piegano al vento per tornare poi verso l’alto, perdendo le foglie per lasciar andare il vecchio e far spazio al nuovo che verrà, si nutrono dalla terra e dal sole. Impariamo ad essere alberi.
Namasté

 

Il rilassamento nello yoga

“Lasciarsi andare è l’asana di gran lunga più difficile”

B.K.S. Iyengar

Guru

 

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Spesso quando si cercano immagini su internet relative al rilassamento o al relax compaiono immagini relative allo yoga. Eh si, perché lo yoga non insegna solo a percepire il proprio corpo attraverso il movimento attivo, ma focalizza l’attenzione sulla mente e ci aiuta ad entrare in una dimensione di profondo rilassamento, utile ad allontanare lo stress.

In questo momento particolare di restrizioni, paure ed isolamento dovuti alla pandemia da Covid 19 o, comunque, se si stanno vivendo momenti particolarmente pesanti, i pensieri ti sommergono e hai i livelli di stress al limite, a causa del lavoro, di problemi economici o familiari e di salute, lo yoga può tornarci utile. Questo sia in generale attraverso una pratica costante ma, anche, attraverso alcune posizioni specifiche che servono proprio per rilassarsi, portare lo sguardo dentro di noi e, perché no, lavorare comunque anche sul corpo.

La vita è come una calamita: quello che pensiamo attraiamo.

Lo stress è una perdita di equilibrio che avviene al di fuori e dentro di noi a causa di eventi stressanti che giungono per circostanza o casualità, capaci di determinare svariate conseguenze fisiche e psicologiche, che variano da persona a persona.

I fattori che causano lo stress sono percepiti e vissuti secondo la sensibilità di ogni individuo. A livello scientifico la fase iniziale dello stress altera e aumenta la liberazione di cortisolo, l’ormone che regola l’energia del corpo, il metabolismo, le difese immunitarie e infiammatorie dell’organismo.

Intensi e prolungati stati di stress, portano il corpo ad abbassare la sua capacità di adattamento agli eventi che accadono nell’ambiente e agli stimoli fisici e mentali che si subiscono.

La risposta del corpo in questa fase comporterà: tensione muscolare, peggioramento della postura e dell’aspetto fisico, aumento della frequenza cardiaca e della pressione, malessere generale, ipertensione, diabete, malattie psicosomatiche e infiammatorie, alterazione dei pensieri e problemi ai processi cognitivi. Fateci caso, quando una situazione ci innervosisce contraiamo automaticamente il nostro corpo o quando una cosa ci fa paura incassiamo il collo portando le spalle in avanti a chiusura. Sono tutti sistemi di difesa naturale che sono positivi se momentanei ma che a lungo andare nuociono gravemente sulla nostra salute psico – fisica.

 

 

Imparando a prenderti uno spazio tutto per te per rilassarti in qualunque posto sia possibile potrai portare sollievo al fisico, alla mente ed allo spirito, riducendo ansia e stress, portando distensione e riducendo la frequenza cardiaca e la pressione.

Allontanando i pensieri negativi si crea una momentanea indifferenza verso gli stimoli negativi, sia interni che esterni. Si avranno benefici su pelle ed occhi e  miglioramenti sulla circolazione. Il rilassamento aiuta a sincronizzare la mente verso le onde Alfa (le onde Alfa migliorano la memoria e la concentrazione, riducono ansia e paura, aiutano a perdere peso. Anche ascoltare musica rilassante risveglia le onde alfa).

La fase di rilassamento non deve essere considerata come una condizione di sonno e riposo. Durante la fase di rilassamento, resta attiva la percezione della propria condizione fisiologica, cosa che non accade quando si dorme.

Lo yoga favorisce una sensazione di benessere, tonifica corpo e mente, dona felicità e amore verso la vita, aiuta a ritrovare energia e serenità.

QUALI SONO LE POSIZIONI NELLO YOGA CHE FAVORISCONO IL RILASSAMENTO?

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La posizione principe, usata (o che dovrebbe essere) alla fine di una lezione o anche all’inizio per mettere un punto alla giornata e a tutti i pensieri collegati e vivere il qui e ora è SHAVASANA LA POSIZIONE DEL CADAVERE.

Dopo aver fatto i dovuti aggiustamenti per essere il più comodo possibile, si cerca  di  rimanere assolutamente immobili, dal momento che ogni movimento potrebbe interferire con il rilassamento profondo, mettendo in azione parti della nostra mente. Limmobilità del corpo porta calma nella mente!

Dopo aver chiuso gli occhi, magari con una mascherina e, perché no, con qualche goccia di un olio essenziale rilassante (mai a diretto contatto, immaginiamo che il nostro  corpo stia diventando pieno di luce, totalmente trasparente e che la superficie sotto sia così morbida da permetterci di sprofondare per qualche centimetro con tutto il corpo. Rimanendo così, almeno per 15 min., permettiamo lentamente a tutte le nostre membra di rilassarsi sempre di più e alla mente di svuotarsi, concentrandoci solo sull’ascolto del nostro respiro, il nostro mantra personale.

ADVASANA – LA POSIZIONE DEL CADAVERE INVERSO.

La posizione è fisicamente il contrario della precedente ma i principi sono identici. Questa è consigliata  a chi ha problemi di ernia del disco, collo rigido e schiena curva in avanti.

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JYESTIKASANA – LA POSIZIONE SUPERIORE

Questa asana è utile per tutti i problemi spinali, in particolare spondilite cervicale e rigidità del collo o della schiena. La lieve pressione dei palmi delle mani sul collo e il relativo riscaldamento porta gran sollievo alla rachide cervicale.

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MAKARASANA . LA POSIZIONE DEL COCCODRILLO

Anche questa è una posizione di relax ma lavora anche sui dorsali, muscoli che normalmente poco vengono stimolati ed invece sono importantissimi per la salute della nostra schiena. Questa posizione yoga distende i muscoli e allieva la stanchezza. Riduce gli stati ansiosi, attivando uno stato di profondo rilassamento. È un’asana che agisce positivamente sulla digestione e sulla pressione arteriosa ed aiuta a mitigare le tensioni alle spalle.

Questa postura yoga viene descritta anche nel testo Gheranda samhita, in cui si legge: “Proprio come un coccodrillo si appiattisce al suolo, similmente, lo stendersi con il ventre a terra, come questo animale, è conosciuto come Makarasana”.

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BALASANA – LA POSIZIONE DEL BAMBINO

Altra posizione principe del rilassamento. Oltre a essere una postura riposante, lenisce il logoramento dei nervi, insegna a respirare con la parte posteriore del corpo, sostiene i centri energetici vitali della pancia, del cuore e della testa.Ci aiuta ad ammorbidire e sciogliere schemi di irrigidimento difensivo dell’addome.  Inoltre scioglie le tensioni della schiena, soprattutto la zona lombare e aumenta la flessibilità delle nostre anche. E tutto questo in una posizione di massimo relax, che può essere fatta anche con dei supporti per migliorare la comodità.

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ANANDA BALASANA – LA POSIZIONE DEL BAMBINO FELICE

La foto è più che esplicativa così come il suo nome.

Praticare la postura yoga Ananda Balasana favorisce la digestione, allevia i dolori mestruali, lubrifica le articolazioni delle anche. Giocate come un bambino, dondolandovi da una parte all’altra, lasciando che il corpo trovi la sua espressione.

“Permettete a voi stessi di essere un bimbo che gioca semplicemente alla scoperta del corpo e del suo movimento”

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MATSYA KRIDASANA – LA POSIZIONE DEL PESCHE CHE SI DIMENA

Ieri sera la nostra insegnante, durante la lezione on line, ha anticipato che questa è una posizione in cui molto dormono. Lei compresa. In effetti anche io dormo spesso in questa posizione che il mio corpo trova molto rilassante. Questa asana stimola la peristalsi digestiva. Allevia i dolori alla sciatica rilassando i nervi nelle gambe.
Matsya Kridasana rilascia la tensione nel perineo. Questa asana è anche usata per praticare yoga nidra.

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SUPTA BADDHA KONASANA – LA POSIZIONE DELLA FARFALLA O DEL CALZOLAIO DISTESA.

Anche questa è una posizione molto comoda, soprattutto se si usano dei supporti per le ginocchia ed i benefici sono un’infinità:

    • Distende I muscoli dell’interno coscia, dell’inguine e del bacino
    • Apre le anche e flette i muscoli flessori dell’anca
    • Stimola la funzione degli organi addominali interni, delle ovaie, della prostata, della vescica e dei reni
    • Rinforza il cuore e in generale migliora la circolazione sanguigna
    • Riduce la tensione muscolare dell’organismo e l’affaticamento
    • Migliora i sintomi dell’insonnia
    • Calma la mente e riduce lo stress
    • Allevia i sintomi del mal di testa
    • Può essere utile nel trattamento di sindromi come il colon irritabile, dismenorrea (mestruazioni dolorose) e problemi digestivi
    • Aiuta a ridurre i sintomi della depressione lieve e alcuni sintomi della menopausa
    • Ricarica il corpo di energia.

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SUPTA MATSYENDRASANA

Matsyendra è il nome di uno dei leggendari yogi della tradizione antica, allievo diretto del dio Shiva, ma di lui parleremo in un’altra occasione.

È una posizione di torsione ma comoda ed agiata che, nonostante questo, esegue un lavoro molto intenso. I benefici sono:

    • Distende i muscoli e le articolazioni della colonna vertebrale, delle gambe, dei glutei e delle anche.
    • Migliora la postura e la flessibilità della schiena, rilassando e allungando la colonna vertebrale e riallineando le vertebre.
    • Massaggia e irrora di sangue tutti gli organi interni e migliora le funzioni digestive.
    • Distende i muscoli addominali, affinando anche il girovita.
    • Riduce lo stress
    • Riduce i dolori della zona lombare della colonna vertebrale e alle anche e stende i polmoni e aumenta la capacità polmonare

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APANASANA – LA POSIZIONE DLE RILASCIO DEI VENTI

Apanasana è una posizione che migliora l’ossigenazione del corpo, grazie a una profonda respirazione. Oltre  a questo tonifica e massaggia gli organi addominali, grazie allo “schiacciamento” della postura, migliorando così la peristalsi intestinale. Distende moltissimo i muscoli lombari eliminando tutte le tensioni. Spesso questa asana come Balasana, sono usate come contro posizioni ad asana che lavorano intensamente sulla zona lombare.

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Se poi vogliamo scegliere stili di yoga che si concentrano proprio sul rilassamento Yoga Nidra è basato su questi principi. Ma ve ne sono molti altri, come Restorative Yoga e Yin yoga.

In ogni caso, stili a parte, se impariamo a rilassarci vuol dire che impariamo a volerci bene.

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Rilassati, raccogliti, allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto.
(Italo Calvino)

 

VIRABHADRASANA – I GUERRIERI

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La storia dietro Virabhadrasana, la posizione del guerriero, appartiene alla mitologia classica dell’India, ed inizia con una storia d’amore.

Sati si innamora del grande maestro dello yoga e del dio maschile per eccellenza: Shiva.  I due si ricambiano e si sposano. Il loro amore viene ostacolato dal padre di lei Daksha, re di Yagna e figlio di Brahma. Daksha, inizia quindi a tormentare la figlia che presa dallo sconforto, non desiderando più il proprio corpo fisico, si uccide abbandonandosi ad una meditazione profonda e morendo di stenti oppure secondo altri gettandosi nel fuoco rituale.

 

Quando Shiva seppe della morte della sua sposa la sua ira fu grande.

Gettò quindi sulla terra uno dei suoi caratteristici ricci,  da cui nacque Virabhadra, l’eroe d’acciaio o l’eroe buono, che si configura quindi come incarnazione di Shiva. A lui fu ordinato di tagliare la testa a Daksha e di bere il suo sangue.

Virabhadra arriva alla città di Yaga e taglia immediatamente la testa al cattivo re. Shiva, recatosi sul posto per controllare l’accaduto si muove ad un raro atto di compassione e decide di riportare in vita Daksha, impiantandogli la testa del primo animale che trova, tra le versioni più ricorrenti si tratta della testa di un ariete.

 

 

Daksha rappresenta l’ego che distrugge l’amore (Sati) , inteso come amore per la divinità o equilibrio interiore, ma grazie all’intervento di Shiva, ovvero lo spirito elevato, lo spirito dello yoga, l’ego viene neutralizzato, rimettendolo al posto che gli spetta, non dominante sulla mente.

 

Con la pratica di Virabhadrasa è possibile recuperare il rapporto con il nostro luminoso Guerriero Interiore e percepire l’essenza vera dello Yoga, cioè la nostra unione con il Divino, e comprendere che la vera potenza è dentro di noi.

La forza interiore è la protezione più potente che hai. Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità.
(Dalai Lama)

Virabhadrasana è in effetti una mini sequenza: infatti esistono 3 posizioni con questo nome, il guerriero 1, il 2 ed il 3.

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Virabhadrasana I è l’eroe mentre si reca dal Re che deve uccidere, brandisce la grande spada sopra la testa ed essendo stato generato da una ciocca gettata in terra, è solido come questo elemento e da esso trae la sua grande forza. Questa posizione è infatti consigliata per sentire e connettere la nostra stabilità. Agisce sul primo chackra e aiuta nella ricerca della forza interiore.

Virabhadrasana II è l’eroe mentre prende chiaramente la mira per colpire il suo nemico. Virabhadrasana II aiuta nella concentrazione della mente.

Virabhadrasana III è una posizione molto diversa dagli altri guerrieri, si abbandona la solidità e la forza a favore della ricerca dell’equilibrio. In prima istanza rappresenta il momento in cui viene inferto il colpo di spada con cui viene recisa la testa di Daksha.

L’ego è ormai vinto, l’eroe cerca pace. Ucciso Daksha, Shiva ha compassione e ritrova il proprio equilibrio, centro dell’universo.

 

BENEFICI di Virabhadrasana:

  • Rafforza tutta la parte inferiore del corpo: i muscoli delle gambe, le caviglie e le ginocchia
  • Tonifica gli organi addominali
  • Apre le anche e le spalle
  • Apre il petto e aumenta la capacità respiratoria
  • Rafforza la schiena rendendo la colonna vertebrale più elastica
  • Migliora i sintomi della sciatalgia e aiuta a ridurre i dolori alla schiena fino, in certi casi, anche a superarli completamente.
  • Migliora l’equilibrio fisico, psichico ed emozionale
  • Aumenta la stabilità favorendo un forte radicamento a terra
  • Sviluppa la concentrazione e la resistenza

Namastè

I RITI TIBETANI – LA FONTE DELL’ETERNA GIOVINEZZA.

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“La mente e il cuore sono in equilibrio.

L’energia scorre liberamente e senza limitazioni.

Percepisco il mio corpo come un tutto armonioso”

 

La pratica dei 5 tibetani viene descritta per la prima volta da Peter Kelder nel suo libro The eye of revelation: ancient secret of the fountain of youth.

In questo libro si racconta la storia di un uomo, il colonnello Bradford, che viene a sapere di un monastero tibetano dove si nasconde la “Fonte della Giovinezza”. Parte così alla ricerca di questo luogo alla scoperta dei segreti custoditi dai vecchi monaci che ci vivono e  dove scopre 5 riti facili da eseguire ma abbastanza potenti da riuscire a cambiare per sempre la vita e a mantenere il corpo giovane e in perfetta salute.

Questo perchè i riti tibetani lavorano sui chakra ed il loro equilibrio. Quando un chakra è troppo chiuso o troppo aperto si verificano degli scompensi fisici, emotivi e mentali. Riallineando i chakra si otterrà quindi un equilibrio anche nel proprio organismo beneficiando di tutti gli effetti positivi che derivano quando la mente e il corpo vivono all’unisono. Riallineando i chakra è possibile rallentare il processo di invecchiamento del nostro corpo.

Ogni rito viene eseguito 21 volte  ma se non si è pratici si possono eseguire nei sottomultipli,3, 7 e 14.

Dal punto di vista esoterico, questo numero rappresenta sia l’amicizia sincera che l’equilibrio. Simboleggia, inoltre, sempre in chiave esoterica, alcuni dei più nobili aspetti dell’animo umano. Oltre a essere il numero della fedeltà e del coraggio rappresenta anche la lealtà e la fiducia. Perchè il 3. Perchè la somma del 2+1 dà il numero 3, che simboleggia la creatività come espressione e sviluppo dell’intelletto, la facoltà di adoperare al meglio la conoscenza acquisita e di elaborare nuovi sistemi di comunicazione.

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Il primo rito riguarda la spiritualità e stimola il flusso di energia presente nel nostro corpo, tonificando i nostri muscoli e allineando tutti i Chakra.

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Il secondo rito tibetano viene praticato a terra e aumenta il flusso di energia nel nostro corpo, stimolando dal 1 al  5 chakra.

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Il Terzo e quarto rito una pratica continuano  ad agire positivamente sul flusso di energia nel nostro corpo.

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Il quinto e (apparentemente) ultimo rito tibetano riprende due Asana molto conosciute nello yoga: il cane a testa in su e il cane a testa in giù.

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Ma i riti tibetani non sono 5 ma 7. il sesto rito tibetano, chiamato anche il respiro del fuoco, e il settimo rito tibetano, incentrato invece sulla meditazione.

Il sesto rito tibetano è incentrato sulla respirazione e ha come scopo quello di donare un massaggio agli organi addominali. Viene chiamato anche il Respiro del Fuoco ed è una pratica molto comune nello yoga poiché i suoi effetti sono molto utili per calmare la mente, magari prima di iniziare la meditazione. Si tratta di un tipo di respirazione molto veloce che agisce sul diaframma ed è collegato al terzo Chakra e il suo scopo principale è quello di concentrare il prana nella zona addominale ottenendo una forte ricarica energetica.

Il 7 rito è la meditazione. Grazie alla meditazione, infatti, è possibile raggiungere uno stato di profonda pace e calma mentale pur rimanendo completamente vigili. Ed è il modo corretto di concludere la pratica per interiorizzare la pratica fatta.

In alcuni stili di yoga i tibetani vengono spesso inseriti in altre sequenze, eseguiti uno alla volta tra una sequenza e l’altra.

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I tibetani  è consigliabile eseguirli ogni mattina, in  modo da iniziare la giornata nel miglior modo possibile, dal momento che questa pratica saprà eliminare le tossine in eccesso e donerà vigore ed energia.

“I mei movimenti seguono il respiro. Sono in armonia col flusso della vita. Sono sempre nel posto giusto al momento giusto, nel qui e ora, e facendo ciò che è bene fare ottengo risultati positivi”

Namastè

I MALA

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I Mala sono dei “rosari” utilizzati nella religione buddista. Assomigliano a lunghe collane, composte da 108 grani. Il significato del numero 108 lo abbiamo già approfondito in un precedente articolo. Questi grani possono essere realizzati in diversi materiali, perle, pietre naturali o semi, ognuno con un suo significato intrinseco. I grani vengono chiamati rudraksha.
I vari materiali utilizzati infatti hanno il compito di veicolare poteri, virtù ed energie sia per il corpo che per la mente. Ogni materiale influenza la personalità e l’atteggiamento della persona che lo indossa, o lo usa per la preghiera, in modo diverso.
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I mala vengono utilizzati sia dai buddisti che dagli induisti, come strumenti di preghiera e di meditazione. Non esistono grandi differenze tra i mala delle diverse religioni. I grani sono sempre 108 e in tutti c’è un seme diverso, più grande, che segna la fine del rituale di preghiera chiamato STUPA. Le stupa sono le strutture nel cui interno per tradizione si pensa siano sepolte le reliquie del Buddha. Quest’ultimo seme è considerata la pietra guru perchè lì inizia la meditazione e lì finisce. Alla fine di questa stupa c’è un “pennacchio” di fili multipli, di solito di seta, che ricordano i mille petali del fiore di loto e simboleggia il shasrara, il 7 chakra.

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Le preghiere in Tibet o in India si svolgono seduti a terra, con le gambe incrociate, oppure in ginocchio con la schiena dritta. Per pregare correttamente con i mala dovrete tenerlo con la mano destra e far scorrere l’anulare e il pollice in direzione oraria.
Ad ogni grano corrisponde una preghiera, e dovete procedere così fino all’ultimo dei grani. Una volta arrivato a quello finale della collana si torna indietro, procedendo in senso contrario.
È vietato toccare i Mala, durante la preghiera, con il dito indice. Questo perchè l’indice corrisponde al nostro Ego.
La mano sinistra, durante questo rituale, dovrebbe essere rivolta verso l’alto, appoggiata sul grembo.

I materiali con cui sono realizzati i mala sono  anche loro densi di significato. Quello più utilizzato è il legno di Sandalo, considerato sacro in India. Il suo profumo ricorda l’incenso dei templi, e sembra che sia utile per collegare tra loro i chakra del nostro corpo e ripulire la mente.
Molti Mala sono invece realizzati con semi, come quelli di Rudra, che cadono dall’omonimo albero che cresce lungo le rive del Gange o sulle pendici dell’Himalaya. Questi semi rappresentano le lacrime del dio Shiva, versate dopo aver meditato sulla salvezza del genere umano.
Poi ancora, molto diffusi sono i Mala con i semi di bodhi, l’albero sotto il quale il Buddha ha raggiunto l’Illuminazione o semi di loto, ovvero i semi di un pero cinese. L’albero della bodhi e il seme di loto possono trattenere l’energia di tipo pacifico, di protezione, di arricchimento e di fascinazione, così come pure tutti i tipi di mantra. O ancora, pietre come l’ematite e cristalli. A secondo della pietra o cristallo che viene usato c’è un significato particolare. I veri mala hanno dei nodini tra un seme e l’altro e chi lo realizza recita un mantra per ogni nodino, a secondo del “potere” che al mala si vuole conferire.
Quindi quando indossate un mala non lo fate solo per moda o bellezza ma siate coscienti del suo vero significato.