Lascia l’Italia perché lavorava troppo: «In Svezia mi richiamano se sto in ufficio più di 8 ore. Il Covid? Lo affrontiamo così»

Share on TwitterShare via emailShare on LinkedInPin it on PinterestSubmit to redditShare on Tumblr

Ha lasciato l’Italia per un futuro migliore in Svezia. Valentina Ciavarella, manager 30enne, è uno di quei “cervelli in fuga” che però non si è trasferita per cercare lavoro, ma perché nel suo Paese lavorava troppo e vedeva la sua vita sfuggirle via. A Stoccolma, invece, non sono previsti straordinari e se si superano le otto ore in ufficio si è oggetto di richiamo. Nello Stato scandinavo, dunque, si lavora per vivere e non il contrario, mentre ai tempi della pandemia da coronavirus il contagio sembra essere sotto controllo, nonostante le accuse di non aver mai imposto chiusure.

x5593497_1100_lascia_italia_svezia_mnager_valentina_ciavarella_lavoravo_troppo_nessuna_mascherina_coronavirus.jpg.pagespeed.ic.YTw9XSdDf-

La decisione che le ha cambiato la vita è arrivata l’anno scorso, dopo una vacanza. Valentina e il suo ragazzo si sono licenziati e hanno fatto i bagagli. «In Italia avevamo entrambi un ottimo lavoro, ma col tempo, anche se ero diventata manager responsabile di un team, mi sono resa conto che entrare in ufficio alle nove di mattina e uscirne alle dieci di sera e lavorare nei weekend, stava occupando tutta la mia vita. Volevamo trovare un lavoro che ci permettesse anche di godere del tempo libero, meno invasivo. Qui conta poco l’azienda dove hai lavorato o un lungo curriculum: quello che ti chiedono subito è cosa sai fare», racconta a Il Fatto Quotidiano.

Lo stile di vita è nettamente superiore: «In Italia con lo stipendio da manager non riuscivo a mettermi da parte quasi niente, ora invece posso farlo anche se, paradossalmente, non ho un ruolo dirigenziale, ma la cosa davvero importante è la serenità lavorativa. In Svezia se fai più di otto ore al giorno rischi anche un richiamo senza contare che, a differenza dell’Italia, viene data molta fiducia ai giovani. Spesso capita che ad un manager under 30 venga affidata la responsabilità di gestire progetti con budget importanti».

E sulla pandemia spiega: «Girando per le strade di Stoccolma è difficile trovare qualcuno che indossi una mascherina, tutti rispettano le distanze e non è raro vedere minorenni pagare con le carte di credito dei genitori, spesso a casa in smart working, la spesa della settimana: responsabilità individuale e innovazione tecnologica sono le armi con cui gli svedesi stanno combattendo il coronavirus. Quando il Ministero della Salute ha annunciato le raccomandazioni per evitare il contagio, la mia azienda si è subito attivata con lo smart working. Nessuno prendeva più la metro, in pochi giorni Stoccolma si è svuotata». E davanti a chi soffre di depressione perché non stacca mai, le aziende provvedono a turni in ufficio.

Lascia l’Italia perché lavorava troppo: «In Svezia mi richiamano se sto in ufficio più di 8 ore. Il Covid? Lo affrontiamo così»ultima modifica: 2020-11-18T15:57:40+01:00da denisamariutei97
Share on TwitterShare via emailShare on LinkedInPin it on PinterestSubmit to redditShare on Tumblr