Il granello di senapa

Si aprono nuovi scenari per l'Italia mentre la BCE continua ad aumentare i tassi di interesse?


Panorama notturno di Francoforte con a lato i palazzi della Banca centrale europea


Pochi giorni fa il quotidiano britannico Financial Times ha avvertito come l'aumento dei tassi di interesse abbia fatto salire gli "oneri finanziari di Roma".

Sempre secondo quanto ha riportato il quotidiano economico britannico, gli economisti affermano come "l'Italia sia il Paese della zona euro più suscettibile a una crisi del debito poiché la Banca centrale europea aumenta i tassi di interesse e acquista meno obbligazioni nei prossimi mesi". Gli esponenti della BCE hanno insistito sul fatto che continueranno ad alzare i tassi con incrementi di mezzo punto durante i primi mesi di quest'anno. Klaas Knot, governatore della banca centrale olandese e uno dei falchi del consiglio direttivo, ha detto al Financial Times che la banca centrale stava appena iniziando la "seconda metà" del suo ciclo di rialzi dei tassi. Infatti sin dalla scorsa estate la BCE ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse. Questa linea decisa dalla corrente dei falchi tedeschi e olandesi rischia tuttavia di far crollare la molto fragile eurozona in quanto la BCE smetterebbe di comprare titoli di Stato. Gli analisti ritengono che la BCE stia sopravvalutando i rischi per l'inflazione e sottovalutando la prospettiva di una recessione. L'amministratore delegato del FMI Kristalina Georgieva ha dichiarato durante il fine settimana che metà dell'UE sarà colpita dalla recessione quest'anno. Sembra che a questo punto si stiano aprendo degli scenari inaspettati e questo non è affatto detto che si tratti di un male per l'Italia. L'Italia diventerebbe proprio il primo Paese dell'eurozona che sarebbe costretto ad uscire dall'euro. L'uscita dell'Italia dalla moneta unica con la BCE che non comprerà più titoli di Stato, segneranno la fine dell'euro e del Trattato di Maastricht. Dopo più di vent'anni di soggezione del nostro Paese, che ci hanno condotto alla perdita di sovranità nazionale, significherà dunque un cambiamento epocale. L'euro, come moneta non sovrana, ha rappresentato di fatto la distruzione della capacità di uno Stato di onorare sempre il suo debito emettendo la propria moneta sovrana, quella che viene definita dagli economisti come “Ability to pay”. Ciò ha esposto il nostro Paese all'aggressione speculativa dei mercati, grazie alla consapevolezza della perdita dell'Italia di “Ability to pay”, la cui presenza è infatti l’unica rassicurazione che può calmare i mercati. La vecchia Italia che adoperava la lira sovrana non sperimentò mai le difficili e drammatiche situazioni che oggi hanno distrutto la nostra economia, nonostante i parametri all'epoca della lira fossero ben peggiori di quelli degli anni successivi all'avvento del famoso euro. Lo stesso amaro destino è spettato anche ad altri Paesi europei, come Grecia e Spagna, definiti in passato dalle élite mondialiste spregevolmente come "cintura dell'aglio". Il Sud dell'Europa, grazie al cappio dell'euro, è stato infatti, in questi anni dei Trattati europei che l'hanno introdotto, il bersaglio da distruggere da lungo tempo programmato dalle élite mondialiste in quanto ha rappresentato l'ostacolo più consistente al conseguimento dell'agognato Great Reset voluto dalle grandi famiglie come Rothschild, Warburg, Rockefeller, ecc. Ma i panorami europei, come abbiamo visto, stanno mutando: la possibile fine dell'euro e del trattato di Maastricht riaprirà la via al ritorno delle sovranità nazionali dei singoli Stati europei. Sembra dunque, come paventa lo stesso Financial Times, che le cose non si mettano affatto bene per l'Unione Europea fondata su quella moneta unica che tanto ha impoverito gli stessi Paesi europei, in particolare quelli del Sud Europa, in tutti questi anni dei Trattati. Dietro un'apparente stagnazione della situazione internazionale, in realtà molti equilibri stanno mutando velocemente mentre la falsa controinformazione, come i giornali e i media mainstream, non perdono comunque occasione per tentare di continuare a terrorizzare le masse, tra ritorno di virus pericolosissimi, lo spettro di cambiamenti climatici apocalittici e privazioni draconiane che i cittadini europei dovrebbero autoimporsi per salvaguardare l'ambiente. Ma il vero cambiamento è dietro l'angolo e stavolta potrebbe essere epocale, mentre si comincia ad intravedere il panico dei giornali. La nostra classe politica, asservita agli interessi sovranazionali ormai da troppo tempo, si troverebbe presto a fronteggiare una situazione del tutto inattesa che ne potrebbe segnare irreversibilmente la fine.