Le parole di Papa Leone XIV sulla comunità LGBTQ: “Dobbiamo cambiare gli atteggiamenti prima di cambiare ciò che la Chiesa dice”

Conclave Elects Pope Leo XIV

Come è noto, una parata ostentante l’orgoglio omosessuale ha recentemente varcato la Porta Santa della Basilica di San Pietro scatenando la disapprovazione di molti alti prelati, tra cui il Vescovo Athanasius Schneider, l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò e anche il Cardinale Gerhard Müller. 

Ma le polemiche sono ora ben lungi dal placarsi. Anche perché le recentissime dichiarazioni di Leone XIV non sono di certo confortanti.

Già, perché Leone XIV sta pensando, forse in un futuro non ben definito, di cambiare la dottrina della Chiesa. Certo, non nell’immediato ma nel futuro: prima bisogna che cambi l’atteggiamento dei cattolici.

Su cosa? Sugli interrogativi che riguardano le comunità LGBT, per cominciare. Poi si vedrà la questione dell’ordinazione al sacerdozio femminile e poi chissà cos’altro.

Quello che è certo, per ora, è che oltre 1000 attivisti LGBT hanno varcato la Porta Santa, sulle spalle di qualcuno uno zaino con una bella scritta inneggiante a “fottere le regole” (la Legge eterna di Dio?) e con tanto di grande croce arcobaleno, mentre al contempo Cristiana Perrella è stata nominata presidente della Pontificia Accademia di Belle Arti. Ma la signora Perrella, artista radicale, è anche nota per le sue mostre omoerotiche e blasfeme.

La Perrella era già membro della Pontificia Accademia di Belle Arti dal giugno 2022 e la nomina fu di Jorge Mario Bergoglio. D’altronde emerge sempre più come il pontificato di Leone XIV sia in stretta continuità con quello di Bergoglio.

Nella sua prima lunga intervista dopo la sua elezione rilasciata a Crux Now a Elise Ann Allen, Leone XIV si è identificato come erede del programma di Francesco, sottolineando la continuità in materia di sinodalità, ruolo delle donne, ecumenismo, riforma della Curia e controversie liturgiche.

Si tratta di un’intervista in due parti tra Leone XIV e la corrispondente senior di Crux, Elise Ann Allen, contenuta nella sua nuova biografia del pontefice, León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI, ovvero Leone XIV: cittadino del mondo, missionario del XXI secolo. Il libro è pubblicato in spagnolo da Penguin Perù e sarà disponibile per l’acquisto nei negozi e online dal 18 settembre.

Eccone un breve estratto:

Elise Ann Allen: «Due dei temi più scottanti emersi dal Sinodo sulla sinodalità, in termini di dibattito generato, sono stati il ruolo delle donne nella Chiesa e l’approccio della Chiesa alla comunità LGBTQ+. Cosa ne pensa della discussione su questi due temi e come li affronterà nel suo nuovo ruolo di Papa?

[Risposta di Leone XIV:] In modo sinodale. Per la maggior parte delle persone, certamente la consapevolezza che il ruolo delle donne nella Chiesa debba continuare a svilupparsi, credo che in questo senso ci sia stata una risposta positiva. Spero di continuare sulle orme di Francesco, anche nominando donne in alcuni ruoli di leadership a diversi livelli nella vita della Chiesa, riconoscendo i doni che le donne hanno e che possono contribuire alla vita della Chiesa in molti modi.

L’argomento diventa scottante quando si pone la domanda specifica sull’ordinazione. Ciò di cui il Sinodo aveva parlato specificamente era forse l’ordinazione delle donne diacono, una questione che è stata studiata per molti anni. Ci sono state diverse commissioni nominate da diversi papi per dire: cosa possiamo fare al riguardo? Credo che continuerà a essere un problema. Al momento non ho intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’argomento. Credo che ci siano alcune domande precedenti che devono essere poste.

[…]

[Ellen:] Solo un breve approfondimento sulla questione LGBTQ+: può essere una questione fortemente ideologica. Tuttavia, al di là di qualsiasi orientamento ideologico, credo che le persone abbiano avuto la sensazione che se ne parlasse in modo diverso, con un tono diverso, sotto Francesco. Quale sarà il vostro approccio?

[Leone XIV:] Beh, al momento non ho un piano. Me l’hanno già chiesto un paio di volte in questi primi mesi, a proposito della questione LGBT. Ricordo qualcosa che un cardinale della parte orientale del mondo mi disse prima che diventassi papa, riguardo al fatto che “il mondo occidentale è fissato, ossessionato dalla sessualità”. L’identità di una persona, per alcuni, è tutta una questione di identità sessuale, e per molte persone in altre parti del mondo, questo non è un problema primario in termini di come dovremmo relazionarci gli uni con gli altri. Confesso che ci penso, perché, come abbiamo visto al Sinodo, qualsiasi questione che riguardi le questioni LGBTQ è altamente polarizzante all’interno della Chiesa. Per ora, a causa di ciò che ho già cercato di dimostrare e vivere in termini della mia comprensione dell’essere papa in questo momento storico, cerco di non continuare a polarizzare o promuovere la polarizzazione nella Chiesa.

Quello che sto cercando di dire è ciò che Francesco ha detto molto chiaramente quando diceva: “Tutti, tutti, tutti”. Tutti sono invitati, ma io non invito una persona perché ha o non ha una specifica identità. Invito una persona perché è un figlio o una figlia di Dio. Siete tutti benvenuti, e impariamo a conoscerci e a rispettarci a vicenda. A un certo punto, quando sorgeranno domande specifiche… La gente vuole che la dottrina della Chiesa cambi, vuole che gli atteggiamenti cambino. Penso che dobbiamo cambiare gli atteggiamenti prima ancora di pensare di cambiare ciò che la Chiesa dice su una determinata questione. Trovo altamente improbabile, certamente nel prossimo futuro, che la dottrina della Chiesa, in termini di ciò che la Chiesa insegna sulla sessualità, ciò che la Chiesa insegna sul matrimonio, [cambierà].»

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Le immagini del pellegrinaggio dell’associazione la Tenda di Gionata e altre associazioni a Piazza San Pietro nel settembre 2025


Rimarco qui anzitutto la frase di Leone XIV: “Al momento non ho intenzione di cambiare l’insegnamento della Chiesa sull’argomento”. 

Ma il Romano Pontefice non possiede in alcun modo il potere di cambiare l’insegnamento della Chiesa. Sembra che ciò sfugga a Leone.

Il Concilio Vaticano I ha negato infatti che il Papa potesse modificare l’insegnamento della Chiesa o introdurre nuovi dogmi. Insegna:

«Lo Spirito Santo infatti, non è stato promesso ai successori di Pietro per rivelare, con la sua ispirazione una nuova dottrina, ma per custodire con scrupolo e per far conoscere con fedeltà, con la sua assistenza, la rivelazione trasmessa dagli Apostoli, cioè il deposito della fede.» (Concilio Ecumenico Vaticano I, Cost. dogm. Pastor aeternus, DH 3070)

Come ha giustamente sottolineato John Henry Westen di LifeSiteNews, il Concilio Vaticano I ha dichiarato che «il significato dei sacri dogmi deve essere sempre mantenuto» e che «non si deve mai abbandonare questo senso sotto il pretesto o in nome di una comprensione più profonda».

Lo stesso Concilio ha anatemizzato chiunque affermi che al dogma si possa attribuire «un senso diverso da quello che la Chiesa ha compreso e comprende».

Papa San Pio X ha citato tutti questi insegnamenti nella sua enciclica Pascendi Dominici Gregis dell’8 settembre1907 contro il modernismo.

Nel suo Giuramento Antimodernista del 1 settembre1910, egli richiese anche al clero di professare che il dogma venga tramandato «esattamente nello stesso significato e sempre nello stesso scopo».

Questo giuramento dichiara anche che l’idea «che i dogmi si evolvano e cambino da un significato a un altro, diverso da quello che la Chiesa sosteneva in precedenza» è una «supposizione eretica».

E precisamente il giuramento afferma, al punto quarto: «Accolgo sinceramente la dottrina della Fede trasmessa fino a noi dagli Apostoli per mezzo dei Padri ortodossi, sempre nello stesso senso e nella stessa sentenza, e rigetto assolutamente la supposizione eretica dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, differente da quello che la Chiesa ha tenuto dall’inizio; e similmente condanno ogni errore che pretende di sostituire al deposito divino, affidato da Cristo alla Sposa perché fedelmente lo custodisse, un ritrovato filosofico o una creazione della coscienza umana, formatasi lentamente con sforzo umano e perfezionantesi nell’avvenire con progresso indefinito».

L’Apostolo Paolo, a proposito di coloro che cercano di introdurre nella fede cristiana nuove dottrine, che sono solo riflessioni di uomini e non certamente rivelazioni di Dio, scrive:

«Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!  L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!» (Galati 1, 8-9)

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Papa San Pio X (1835 -1914)


«Eccoci di nuovo, ragazzi» – conclude ironicamente Westen.

Ma non solo ci risiamo: purtroppo il pericolo è persino peggiore.

Il pontificato di Bergoglio si è concluso infatti con un’ampia disapprovazione di una larga parte dei cattolici, che si erano accorti ormai come platealmente molte affermazioni del Papa non fossero più in linea con la dottrina immutabile della Chiesa.

Ora però è diverso. Leone si presenta con sobrietà, con maggior autorevolezza. Le sue affermazioni sono ponderate, meno eclatanti e destinate a passare inosservate ai più. Anche il nome da lui scelto, che riecheggia quello di Papa Leone XIII, non è scelto a caso ma come ad indicare la sua continuità con la Tradizione perenne della Chiesa. Lo stesso Papa Leone XIII che tanto si batté per combattere le sette massoniche e la loro influenza nefasta che profeticamente si era accorto stavano esercitando sul mondo intero.

Ma torniamo qui alle affermazioni di Leone XIV.

E’ abbastanza inquietante l’affermazione: “Penso che dobbiamo cambiare gli atteggiamenti prima ancora di pensare di cambiare ciò che la Chiesa dice su una determinata questione”.

Dunque, quel che Leone auspica, è che la gente cambi atteggiamento e anche la dottrina della Chiesa cambi.

Perché poi la dottrina della Chiesa deve cambiare? Perché lo vuole la gente.

Dunque l’immutabile dottrina della Chiesa, fondata sul deposito della fede (depositum fidei) che consiste congiuntamente nel deposito della Sacra Scrittura e della Sacra Tradizione trasmesso a noi dagli Apostoli, deve cambiare ora, dopo duemila anni, perché la gente lo vuole?

E chi è questa gente?

Speriamo non si tratti delle potenti lobby gay (e massoniche) che da troppo tempo dominano in Vaticano.

E perché dobbiamo cambiare, adesso, i nostri atteggiamenti?

Dobbiamo cambiare i nostri atteggiamenti sulla questione LGBTQ+?

Ed è qui che si insidia il pericolo peggiore per tutti i cattolici: abituarsi.

Abituarsi al peccato fino a non considerarlo più tale. E’ proprio quello che vuole la falsa chiesa.

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Cristo consegna le chiavi a San Pietro; opera di Guido Reni, 1620 ca.


L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò recentemente ha postato sul suo account X le parole della beata veggente tedesca Caterina Emmerick, trascritte su carta da Clemens Brentano dalle sue visioni avvenute nell’anno 1820, dove viene fornita una dettagliata descrizione della falsa chiesa.

«Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola… Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto… C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda…»

«Vidi cose deplorevoli: stavano giocando d’azzardo, bevendo e parlando in chiesa; stavano anche corteggiando le donne. Ogni sorta di abomini vi venivano perpetrati. I sacerdoti permettevano tutto e dicevano la Messa con molta irriverenza. Vidi che pochi di loro erano ancora pii, e solo pochi avevano una sana visione delle cose. Tutte queste cose diedero tanta tristezza.»

«Poi vidi che tutto ciò che riguardava il Protestantesimo stava prendendo gradualmente il sopravvento e la religione cattolica stava precipitando in una completa decadenza. La maggior parte dei sacerdoti erano attratti dalle dottrine seducenti ma false di giovani insegnanti, e tutti loro contribuivano all’opera di distruzione. In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre.»

«Stavano costruendo una chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione.»

[È interessante notare come la frase sopra: «Tutti dovevano essere ammessi nella grande, strana e stravagante chiesa», riecheggi incredibilmente le parole di Bergoglio quando soleva ripetere: «Todos, todos, todos (tutti, tutti, tutti)». Parole che anche Prevost riprende – come abbiamo letto prima – nell’intervista rilasciata alla corrispondente senior di Crux.]

«Ho visto di nuovo la strana grande chiesa. Non c’era niente di santo in essa. Ho visto anche un movimento guidato da ecclesiastici a cui contribuivano angeli, santi ed altri cristiani. C’era qualcosa di orgoglioso, presuntuoso e violento in tutto ciò, ed essi sembravano avere molto successo.»

«Vidi quanto sarebbero state nefaste le conseguenze di questa falsa chiesa. L’ho veduta aumentare di dimensioni; eretici di ogni tipo venivano nella città [di Roma]. Il clero locale diventava tiepido, e vidi una grande oscurità… Allora la visione sembrò estendersi da ogni parte. Intere comunità cattoliche erano oppresse, assediate, confinate e private della loro libertà. Vidi molte chiese che venivano chiuse, dappertutto grandi sofferenze, guerre e spargimento di sangue. Una plebaglia selvaggia e ignorante si dava ad azioni violente. Ma tutto ciò non durò a lungo.»

«Ho avuto un’altra visione della grande tribolazione. Mi sembrava che si pretendesse dal clero una concessione che non poteva essere accordata. Vidi molti sacerdoti anziani, specialmente uno, che piangevano amaramente. Anche alcuni più giovani stavano piangendo. Ma altri (e i tiepidi erano fra questi) facevano senza alcuna obiezione ciò che gli veniva chiesto. Era come se la gente si stesse dividendo in due fazioni.»

«Vidi un’apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente… Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma.»

«Vidi la Chiesa di San Pietro: era stata distrutta ad eccezione del presbiterio e dell’altare maggiore.»

«Vedo altri martiri, non ora ma in futuro… Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare. (cfr. Apocalisse 13,1). In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione.»

Beata Caterina Emmerick, 1820.

Alle sorprendenti parole della beata Emmerick aggiungerei le parole di un altro illustre tedesco, Papa Benedetto XVI, pronunciate esattamente due secoli dopo quando nel mondo imperversava la cosiddetta “emergenza da SARS-CoV-2”:

«Ma la vera minaccia per la Chiesa, e quindi per il servizio petrino, viene dalla dittatura universale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddire le quali comporta l’esclusione dal consenso di base della società. Cento anni fa chiunque avrebbe ritenuto assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi coloro coloro che vi si oppongono sono socialmente scomunicati. Lo stesso vale per l’aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio. La società moderna intende formulare un credo anticristiano: chi lo contesta viene punito con la scomunica sociale. Avere paura di questo potere spirituale dell’Anticristo è fin troppo naturale e occorre davvero che le preghiere di intere diocesi e della Chiesa mondiale vengano in soccorso per resistervi».

Così affermò nel 2020 Benedetto XVI in Benedikt XVI: Ein Leben (Benedetto XVI: Una vita), di Peter Seewald.

Benedetto XVI, l’ultimo Papa.

 

 

Le parole di Papa Leone XIV sulla comunità LGBTQ: “Dobbiamo cambiare gli atteggiamenti prima di cambiare ciò che la Chiesa dice”ultima modifica: 2025-09-20T09:15:21+02:00da daniela.g0

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