L’utopia del comunismo mondiale

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In fondo si può riassumere in poche parole. Un mondo in cui esista una moneta unica, con un reddito minimo e massimo fissati, all’interno dei quali ci si può muovere, ma gli istinti che si sono appena dimostrati capaci di portare, oltre che all’iper-capitalismo, alle tragedie sommate della pandemia e degli effetti dell’inquinamento a causa della corsa sfrenata alle ultime risorse energetiche disponibili sul pianeta, sono limitati.

Un mondo in cui non si rischi di morire di fame e si sia ancora liberi di scegliere in che modo realizzare le proprie attitudini e i propri sogni, contribuendo ad un progresso globale possibile senza essere sfruttati.

Un’utopia che deve obbligatoriamente prevedere, sulla base di quello che è già successo e sta succedendo, che si arrivi a colonizzare lo spazio, a sfruttarne le possibilità e le risorse, iniziando, prima ancora che dai pianeti più vicini, dal nostro disgraziato satellite, che è la Luna.

Cos’è più importante adesso, anche mettendo questa utopia come futuro ancora possibile? Ci sono già stati troppi morti. Ci sono troppe persone disperate e completamente allo sbando. Ci sono già stati troppi emarginati che sono stati solo umiliati peggio e abbandonati a sé stessi. C’è troppo razzismo. Ci sono state e ci sono troppe persone anziane o handicappate o con problemi seri di salute che sono state terrorizzate, intanto. Ci sono persone vive che stanno soffrendo negli ospizi per anziani, nelle carceri, nelle cliniche psichiatriche, sotto depot di neurolettici. Ci sono giovani che non trovano il modo di sfogare degli istinti naturali dell’adolescenza che magari si rifugiano nella droga e nell’alcool; che comunque sono spaventati e diventano spavaldi o si rinchiudono in sé stessi. Ci sono persone che si vedono defraudate completamente dei loro diritti, senza che gli venga data alcuna spiegazione, e quindi non possono accettarlo.

C’è, forse al centro di tutto questo, un aumento infelice del distacco tra la popolazione e la ristretta media alta, che riesce a tenersi al passo con l’irrigidirsi della valanga burocratica, con il complicarsi di quella informatica,   con l’accentuarsi dell’importanza delle regole mediche a cui sottostare, in un clima di crescente disinformazione, quando si partiva già da un paese sottoposto a pressione, in cui erano già venuti a mancare dei diritti di base. E ci sono degli infelici che stanno iniziando a sentire i morsi del freddo e della fame, in proporzione molto maggiore di poco tempo fa e con molte meno speranze di allora.

Non mi chiedete chi sia in tutto questo, un’utopista, che forse ha tentato inutilmente di farsi capire ottenendo solo un frontale con la destra della propria vita di sinistra alternativa.