Ho imparato a lasciare andare col tempo
Il dolore che accompagna i ricordi,
il tempo che passa e l’attesa che torni.
Ho imparato a lasciare andare la mano che teneva il mio cuore
e il mio cuore volare via.
Ho imparato a lasciare andare le lacrime lente pungenti,
ma anche il suono scrosciante di una risata quando tutto tace
nella mia casa
e il cuore si riempie di lettere che formano parole
che escono da quel riquadro per far sorridere solo me.
Ho imparato a lasciare andare l’attesa che è bella anche quando poi non porta nulla.
Ho imparato a lasciare andare la consapevolezza che era un illusione la mia, tutta quanta
non aveva un reale inizio né una fine reale.
Ho imparato poi che quella leggera fitta che in questo momento ho
non è dolore ma accettazione,
che quell illusione irreale creata da me stia andando altrove.
Ho imparato a lasciare andare il controllore che era in me,
il cappello che portavo da una vita
e i tuoi occhi
finalmente per sempre.

Portami via le disse lui un giorno
portami lontano dove il tempo si ferma
e tutto resta immobile intorno a noi
Portami dove i nostri cuori in tumulto
potranno battere all unisono.
Permettimi di udire la tua voce sempre più vicina
e di annusare le tue labbra poggiate sulle mie
nel dolce avverarsi di un sogno rimasto li
sospeso per troppo tempo.

Credo sia normale che una bella amicizia si trasformi in qualcosa di piu’…….credo sia inevitabile quando ci siano tutti i presupposti per star bene con una persona…il dialogo principalmente…quando viene così semplice chiacchierare di tutto…quando senti di aprirti con qualcuno beh…è amicizia, ma se inizia a cambiare qualcosa se i tuoi pensieri durante la giornata corrono a lui, se nella mente tornano i discorsi fatti….allora i dubbi cominciano ad assalirti e ti domandi come sarebbe incontrarsi guardandosi negli occhi poter vedere le labbra da cui esce il suono di quella voce le parole…i pensieri che hai sempre soltanto letti…cosa accadrebbe potersi sfiorare il viso con una carezza e sentire la sua mano che si poggia sulla tua……..non lo sappiamo è la nostra pelle che poi ci parla…..che ci fà sentire quel brivido, e da quello comprendi….solo così… si può fermare tutto ciò che lentamente entra nella tua vita…si può fermare un pensiero…..che si insinua in te….dolcemente…non si ferma, quello che è nel tuo destino, non si ferma….come non si fermano il susseguirsi dei giorni, come non si ferma il vento……la pioggia__

vorrei

Vorrei avere un
cestino quello
nel quale vanno a finire
i pensieri
quelli che si cancellano
quelli che si vorrebbero dire ma che si tengono per se

Pensieri che ti portano oltre e di cui hai paura
Pensieri nascosti dietro volti poco conosciuti
dentro anime ferite

Pensieri violati da parole dette troppo velocemente
Pensieri nascosti nell’angolo piu’ buio di noi

Pensieri lasciati lì a macerare
non avendo la forza di tirarli fuori
Pensieri sfuggiti per troppa esitazione

Pensieri soli che attendono altri pensieri per farsi compagnia
Pensieri scacciati perchè
a guardarli diritti bruciano
ancora di fuoco vivo

Pensieri che portano da te
Pensieri scritti e cancellati

…..c’è un’attimo in cui non si ha nulla, mentre quello successivo offre di piu’ di quanto si sia in grado di gestire……piu’ di quanto si possa anche immaginare

……puoi scavare buche, fosse, tunnel…prima o poi la voglia di luce ti riporterà esattamente da dove sei partito per poter scegliere di resistere al bruciore degli occhi, al tepore dell’aria per tornare a correre…correre…forte…fortissimo….

lo so si diventa difficili…..

…….la felicità è qualcosa di episodico, di transitorio, a volte così sottile, che quasi per coglierla bisogna superare altri sentimenti….la tristezza per ciò che si è perduto, la rabbia per le ingiustizie subite,….l’implacabile desiderio di raccogliere mete impossibili…che bisogna quindi lasciare decantare, spegnere…depositare

….attendere…inesorabilmente…attendere

DUETTO

Dopo un’anno s’incontrarono di nuovo.Lui, per la prima volta dopo tanto tempo chiede di rivederla, e non solo per guardarla, com’è già successo, magari per un momento anche da lontano,in quella contemplazione lasciva e sognante nella quale è abituata a cadere ipnotizzata, come se lui riuscisse con lo sguardo a tesserle intorno una ragnatela di desiderio, ma non per suggerirle quanto la vuole, piuttosto per ribadire che lei, piccolo insetto stretto nelle maglie del suo dominio, gli appartiene per sempre.
Questa volta la stà portando a casa sua, la famiglia è in vacanza, è estate. Ma lei ha freddo, trema. La desidera ancora dopo quello che è accaduto? Vuole tornare con lei? guarda la sua mano quadrata, la mano di un uomo, pensa mentre l’amante stringe il cambio e ingrana le marce con quell’aria viziata da eterno ragazzo in Duetto. Chiude gli occhi.S’imbozzola negli odori familiari, nel suo profumo di muschio e patchouli, ed anche se non l’ha baciata ha già in bocca il gusto della sua saliva speziata che sa di fumo e promesse mancate, ma forse mai fatte.
Non sa perchè è così spaventata: non si aspetta piu’ niente da lui, cosa potrebbe farle ormai?Cosa che non sia già accaduto?
Sono nel suo appartamento adesso, c’è stata una sola volta, tanto tempo fa, una vita prima.Essere lì non le era piaciuto allora e non le piace adesso: si sente una presenza blasfema, un’ intrusa che presto sarà scoperta e scacciata da quel luogo sacro.
Ma non è neppure questo sentimento di inopportunità che la rende inquieta; no, l’asssale l’angoscia di un presentimento mentre lui chiude la porta alle loro spalle ed è già su di lei. Sta succedendo tutto troppo in fretta. Chiude di nuovo gli occhi. Immagina di trovarsi in quel sogno di fusione perfetta che sono stati i loro amplessi e spalancarsi a lui, e non sapere piu’ chi è l’uno e chi è l’altra, nè dove sono l’uno e l’altra: gambe e braccia, bocca e sesso, sudore saliva mani, e lo desidera ancora come sempre mentre le sue gambe cedono e il suo sesso è arreso. E intanto che lui la bacia e la fruga come un musicista che attenda solo la risposta docile del suo strumento alla propria volontà di esecuzione, un pudore sconosciuto l’assale, così che le fa male quando i vestiti cominciano a cadere sul pavimento, e continua a trattenere all’impazienza di lui almeno qualcosa che la copra, un’indumento, anche piccolo, che non la lasci inerme davanti al suo sguardo che non smette di osservarla. Perchè c’è sempre stato qualcosa di freddo in lei, come un terzo occhio paranoico o una superiore volontà di controllo, anche quando poteva apparire solo un corpo grato abbandonato tra le sue braccia.
Cadono a terra. Lui la trascina giu’ e la apre cercandola con una furia che non gli appartiene, e lei lo lascia fare, ma avverte che qualcosa dentro di lei sta accadendo, rallenta i suoi movimenti inizia un esitazione che preannuncia la resa. Continua a baciarlo ma intanto sta scostando i suoi fianchi, gli cade di lato, e gli sussurra: “Non posso”. Si scusa con un sorriso affranto:”Non credo che potrò mai piu'”.
Aveva smesso di volerlo. In tutto questo tempo deve aver continuato a sognarlo come il suo uomo perfetto e irragiungibile, le sue mani che le tenevano i fianchi, il suo sorriso appena accennato che si trasformava in un sole caldo in pieno autunno, e quei suoi occhi dallo specchio del bar…era ora il risarcimento di un tempo già vissuto….
Ora chiude gli occhi. Vuol tornare al suo sogno.sogno

E se il mare potesse portare via i miei pensieri ,
sono certa il vento me li restituirebbe per correttezza dicendomi sono tuoi…
non mi lascerebbe senza di loro neanche un istante……
se potessi farei una buca qui in riva al mare…
e ce li nasconderei dentro, in fondo in fondo….
sperando forse che all’arrivo della prima onda coprendola li dissolvesse mischiandoli con la sua schiuma soffice…
potrei aprire la mano che li tiene stretti e con un soffio leggero 
vederli volare via
ma la mano non vuole lasciare andare nulla
e stringe forte per non perderli
ma poi mi chiedo come potrei vivere io….
senza pensare….
download

L’aveva incontrato, la prima volta casualmente

e casualmente gli aveva rivolto la parola

incuriosita l’aveva cercato di nuovo

La faceva sentire sicura di se

andava a dormire piena di lui

delle sue parole

Era riuscito a tirar fuori da lei molto

quello che non sapeva di avere

quello che non riusciva a esternare

Gli aveva dato la fantasia

quella che teneva nascosta

L’aveva messa nel suo sguardo

Ora sogna

Le aveva fatto ascoltare

la musica del suo cuore

Ora sente

Aveva trovato la serenita’

quella sconosciuta

e ne ha riempito il suo sorriso

Ora ride

Aveva preso l’energia che fluiva da lei

e l’aveva distribuita nei suoi muscoli

ora fa salti lunghissimi

Poi e’ andato in fondo

dove non aveva permesso a nessuno di andare

La’ dove e’ impossibile capire

La’ dove poi e’ difficile uscire

Dove basta poco per soffrire

E solo il tempo puo’ ricostruire

Ha tirato un filo

il nodo si e’ sciolto

Ora è felice

HO MOLTE CICATRICI, MA PORTO CON ME ANCHE IL RICORDO DI MOMENTI CHE NON SAREBBERO MAI ACCADUTI, SE IO NON AVESSI OSATO SPINGERMI AL DI LA DEI LIMITI

 

Ero sola ed avevo deciso di passare
così quella serata
entro non sò neanche perchè
avevo deciso di non farlo
volevo sentirmi sola completamente
i miei occhi vengono colpiti da quella
frase forse buttata lì senza neanche
pensarci dall’autore del libro
incuriosita
la leggo e cerco di comprendere il perchè
di tanta curiosità
un nome sconosciuto
continuo ad osservare
e sempre piu’ curiosa
giro il libro
e guardo la copertina
penso…simpatico…
simpatico…già
le mie mani continuano a sfogliare
avide di scoprire dell’altro
andando avanti
un autore a me noto da pochissime ore….
ma lì da tempo…penso che coincidenza…
sfoglio ancora..
fin quando trovo quella foto…
di cui io avevo un quadro da anni…
l’avevo scelto e amato nel momento
stesso in cui ci avevo poggiato lo sguardo…
Continuo a sfogliare questo libro
e leggere quello che è scritto
ma soprattutto quello che trapela da
ciò che leggo 

e quello che mi provoca…..
sono un pò spaventata da tutto questo
ma continuo…leggo…aspetto con ansia
di poter continuare a leggere dell’altro
….. sento..mi ascolto…
mi ci infilo dentro….
tutto da una casualità….
e pensare che volevo stare sola….

6268759_orig

per te

Un giorno scriverò di te,
di te che non leggerai mai
delle ferite tante
dei segni lasciati nel cuore
dell’anima sgualcita dalle tue parole
dei sogni gettati via
mentre erano ancora stretti tra le mie braccia
cullati come un bimbo indifeso
Scriverò di te
che non sei stato bambino
ne adolescente, ma uomo sbandato
lasciato cadere nel burrone
e in quel burrone hai trovato casa e immaginato una famiglia
Scriverò delle tue paure
che hai imparato a nascondere
con l’immagine che ti sei costruito
con gli occhi che da duro hai stretto forte
per non vedere il dolore e il male intorno
Scriverò dell’Amore che hai sempre fuggito
per non aggrappartici e farti male
hai preferito infierire ogni ferita che avevi e fartene ancora
pur di non sentirne di nuove …..
dove vedevi da lontano la possibile felicità.
Scriverò di te
te che i tuoi occhi hanno visto tutto il cattivo e il brutto di questo mondo
te che da questo mondo hai pensato di andartene
te che sei diventato improvvisamente padre
quando ancora il bambino che avevi dentro chiedeva di essere coccolato.
Scriverò di tutte le coccole che io avevo in serbo per te
quando ancora non sapevamo coccolarci da soli
e non comprendevamo
cosa era quella tanta, paura di Amarci.