Palestinesi ed Israele: le domande a cui gli esperti filo-palestinesi di storia e geopolitica del Medio Oriente non sanno rispondere

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Il Presidente Trump annuncia che gli USA riconosceranno Gerusalemme come capitale di Israele
Premessa

La decisione del Presidente americano Trump di riconoscere che “una mela é una mela” non ha pregiudicato le trattative di pace tra israeliani e palestinesi, semmai costretto la comunitá internazionale e i palestinesi a riconoscere la realtá di Gerusalemme capitale dello Stato Ebraico, premessa indispensabile per un dialogo produttivo.

Il riconoscimento della realtá legittima l´esistenza di Israele contro i vergognosi sforzi dell’ONU, attraverso l’UNESCO, di negare ogni legame ebraico, e quindi cristiano, con Gerusalemme.
L’UNESCO ha, infatti, censurato la documentazione archeologica, storica, culturale esistente, e piú voluminosa di quella per qualunque realtá del passato dell’umanitá, senza turbare minimamente i sonni degli esperti di storia e geopolitica  del Medio Oriente che sostengono i palestinesi e la loro causa.
Il riconoscimento della realtá da parte di Trump ha, invece, stimolato i neuroni assopiti di una moltitudine di questi esperti di storia e geopolitica del Medio Oriente.
Costoro si sono espressi per lo piú in modo critico verso la decisione, forse perché preferiscono le “pere” alle mele…:-)
Allora, approfittando, spero, di un raro momento di veglia e attenzione, ho stilato una lista di domande per gli esperti di storia e geopolitica del Medio Oriente filo-palestinesi.

Nonostante siano interrogativi piuttosto semplici, gli esperti di solito sorvolano quando vengono sollecitati su queste questioni perché li costringono a mettere in discussione posizioni politicamente corrette consolidate da molto tempo.

Le domande censurate dagli esperti di storia filo-palestinesi
  1. Perché i palestinesi e i loro sostenitori non si sono mai sognati di chiamare Gerusalemme est “occupata” per ben 19 anni, dal 1948 al 1967, quando ad occuparla, in seguito ad una guerra d’aggressione, e quindi contro il diritto internazionale, era la Giordania? Perché soltanto dopo che Israele nel 1967 ne ha assunto il controllo nel corso dell’ennesima guerra difensiva, e quindi nel rispetto del diritto internazionale, Gerusalemme est, ma anche la Giudea e la Samaria, la Striscia di Gaza e le alture del Golan, occupate per 19 anni rispettivamente da Giordania, Egitto e Siria, sono improvvisamente diventati territori “occupati”?

I territori “occupati” sono tali solo se l’occupazione è attuata dal Paese più legittimato al mondo ad occuparli 

2. Perchè Abu Mazen e l’Autoritá Palestinese da una parte rivendicano il diritto ad uno stato islamico “Juden-free” (ripulito etnicamente da ogni presenza ebraica) con Gerusalemme est come capitale, dall’altra il diritto di oltre 4 milioni di arabi islamici di trasferirsi in Israele compromettendone la natura ebraica e minandone la sopravvivenza?

Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas incontra il Presidente egiziano ad interim Adly Mansour presso il Palazzo Presidenziale al Cairo, in Egitto , Lunedí 29 luglio 2013
Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas incontra il Presidente egiziano ad interim Adly Mansour presso il Palazzo Presidenziale al Cairo, in Egitto , Lunedí 29 luglio 2013

http://www.jpost.com/Middle-East/Abbas-wants-not-a-single-Israeli-in-future-Palestinian-state-321470
https://www.timesofisrael.com/abbas-says-there-will-be-no-israelis-in-palestine/

3. Israele si prende cura dei suoi nemici giurati.
Oltre a curare ignoti palestinesi, Israele cura e guarisce figli, parenti e mogli dei leader di Al Fatah e persino Hamas…

https://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4791062,00.html

http://www.jpost.com/Middle-East/Wife-of-Palestinian-Authority-President-undergoes-surgery-in-Tel-Aviv-359392

https://www.haaretz.com/abbas-wife-has-surgery-in-israel-1.5251946

http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/middleeast/israel/11174416/Hamas-leaders-daughter-treated-in-Israeli-hospital.html

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/11/03/hamas-si-cura-in-israele-ricoverata-sorella-dirigente_b8d96ecf-a079-4ee6-a30b-4f3d00c0f74e.html

Perchè questa generosità e magnanimità verso chi non è disposto a riconoscere il diritto all’esistenza dello Stato Ebraico e auspica o si adopera esplicitamente per la sua distruzione non riduce minimamente l’ostilità dei palestinesi e della loro leadership? Se Israele avesse mostrato la stessa disponibilità verso un nemico occidentale o dell’estremo oriente, con ogni probabilità, si sarebbero aperti spiragli di dialogo e riappacificazione…Perchè nei palestinesi genera, invece, la reazione opposta? La stessa domanda riappare, infatti, sotto altre formulazioni.

Perchè, se la presunta occupazione israeliana fosse davvero la causa del conflitto e dell’ostilità e dell’odio anti-israeliano ed anti-ebraico, il ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza, invece di rafforzare Al Fatah, cioè i “moderati”, ha portato al potere gli estremisti, cioè Hamas, nel territorio appena ceduto ai palestinesi? Perchè i palestinesi hanno reagito ad un gesto di riconciliazione spostandosi verso l’estremo più radicale dello spettro politico e hanno scelto di sostenere Hamas, invece di divenire più moderati?
La risposta, che affonda le sue radici nella cultura arabo-islamica e getta luce sulle cause reali del conflitto israelo-palestinese, è talmente ovvia che richiede solo un attimo di riflessione ed un briciolo di onestà intellettuale per essere riconosciuta.

4. E’ NATA PRIMA LA GALLINA DELL’ODIO ANTI-EBRAICO (e anti-cristiano) O L’UOVO DELL’OCCUPAZIONE ISRAELIANA?
Il 9 Dicembre scorso in piazza San Babila, un corteo islamico ha urlato in arabo -per ben otto volte- il motto dei jihadisti: «Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà».

Tanto per cominciare, non è consolante e rassicurante dover constatare la presenza di un numero tanto elevato di musulmani “moderati” nella comunità islamica milanese?

Lo slogan scandito dai “moderati” musulmani milanesi, oltre a rivelare la vera natura dei nostri ospiti islamici, racconta una storia molto interessante.

Khaybar è il nome dell’oasi dell’Hegiaz, abitata da ebrei, che Maometto conquistò nel 628 d.C.
Maometto, a capo di un esercito di milleseicento uomini, scandendo la parola d’ordine “Fino alla vittoria! Uccidi! Uccidi! Uccidi!”, aggredì gli ebrei insediati nell’oasi di Khaybar, a nord di Medina, completando l’opera di “pulizia etnica” degli ebrei.
Infatti, le “guerre ebraiche” del Profeta a Medina e Khaibar costituirono la conclusione dell’espulsione e dello sterminio delle tribù ebraiche nell’Arabia del VII secolo.
E la storia del violento espansionismo islamico non finisce qui, perchè coinvolgerà tutto il Medio Oriente.

Chi sono stati, dunque, i veri colonizzatori ed esecutori di un’operazione di pulizia etnica su larga scala in un Medio Oriente un tempo popolato prevalentemente da ebrei (e cristiani), piuttosto che da musulmani, ed oggi quasi completamente islamico?

I musulmani hanno massacrato ebrei(e cristiani), occupato con la forza terra ebraica(e cristiana) e soggiogato ebrei( e cristiani) in Medio Oriente per molto tempo prima della rifondazione di Israele e della presunta occupazione israeliana, che avrebbe generato l’odio anti-ebraico e il terrorismo islamico secondo le teorie degli apologeti dell’islam e dei sostenitori della causa palestinese.

L’odio e la violenza contro gli ebrei(e i cristiani), cioè, precedono la loro presunta causa, perchè sanciti dal Corano e dalla biografia ed esempio paradigmatico del Profeta Maometto.

E’ nata prima la gallina dell’odio anti-ebraico (e anti-cristiano)…

5.  Perchè le enclavi islamiche, sorte nel cuore delle città europee, sono sempre più simili ai loro corrispettivi palestinesi?
Esse, infatti, non soltanto sono “Juden-free” e accolgono terroristi islamici che lanciano attacchi contro le città europee, nonostante la tradizionale posizione europea a favore della causa palestinese e contro Israele, ma, laddove abbiano raggiunto dimensioni ragguardevoli, cominciano anche ad avanzare esplicitamente le medesime pretese di trasformazione in veri e propri stati islamici già accampate dai palestinesi islamici, minacciando l’integrità territoriale e la sicurezza degli stati europei in cui si sono sviluppate, come accaduto, in modo eclatante, per esempio in Norvegia.

 

Bandiera norvegese bruciata da musulmani in Norvegia
Bandiera norvegese bruciata da musulmani che esigono la nascita di uno stato islamico in Norvegia

http://www.mattinonline.ch/oslo-maggioranza-quartiere-islamico/

6. Che cosa ha guadagnato l’Europa con la sua posizione filo-araba, filo-islamica, filo-palestinese e anti-israeliana? Francia e Svezia, per esempio, da sempre filo-palestinesi, filo-islamiche e anti-sioniste, hanno già ampiamente sperimentato la “gratitudine” islamica per il loro sostegno alla causa palestinese. La prima ha subito terrificanti attacchi terroristici islamici, la seconda un’ondata di stupri da parte di immigrati islamici che hanno lanciato la Svezia quasi in vetta alle classifiche mondiali dei paesi con le più alte percentuali di stupri.

http://www.secoloditalia.it/2017/12/troppi-stupri-degli-immigrati-donne-svedesi-in-piazza-video/
https://it.gatestoneinstitute.org/5224/svezia-stupri

L’Inghilterra, con la sua posizione analoga a quella francese e svedese, è riuscita persino ad “avere la moglie ubriaca e la botte piena”, per così dire: un trattamento di riguardo a base di attacchi terroristici alla francese, e lo stupro etnico in stile svedese di migliaia delle sue figlie minorenni in un numero imprecisato di città britanniche da parte di un’orda di pedofili islamici.

Banda di pedofili islamici responsabili di centinaia di stupri ai danni di ragazze minorenni in Gran Bretagna
Banda di pedofili islamici responsabili di centinaia di stupri ai danni di ragazze minorenni in Gran Bretagna

http://www.bbc.com/news/uk-england-south-yorkshire-28939089
https://www.forbes.com/sites/rogerscruton/2014/08/30/why-did-british-police-ignore-pakistani-gangs-raping-rotherham-children-political-correctness/#108b147754ab
https://www.frontpagemag.com/fpm/250769/hundreds-more-muslim-rape-gang-cases-discovered-uk-robert-spencer

7. Perchè dopo il ritiro unilaterale di Israele dalla Striscia di Gaza, azione che avrebbe dovuto ammorbidire le posizioni dei palestinesi, i palestinesi hanno, invece, sostenuto e favorito l’ascesa al potere di un gruppo estremista come Hamas, che aspira esplicitamente alla distruzione di Israele e al genocidio degli ebrei, e non di Al Fatah, presumibilmente più moderato?

8. Perchè da quando la Giudea (chissà perchè si chiama proprio così?:-)) e la Samaria, e quindi Betlemme, sono passati sotto il controllo dell’Autorità Palestinese con i trattati di Oslo del 1994, le condizioni di vita dei cristiani di Betlemme sono peggiorate ed è aumentato il loro esodo da questa città?

http://www.tempi.it/i-cristiani-fuggono-da-betlemme-vi-diranno-che-e-colpa-di-israele-ma-a-farli-scappare-sono-soprattutto-gli-islamisti#.WkJIVDco-M8

Vista la particolare importanza di questa questione per i lettori cristiani, riporto sotto, oltre al link, anche il testo integrale dell´articolo in questione.

I cristiani fuggono da Betlemme. Vi diranno che è colpa di Israele ma a farli scappare sono (soprattutto) gli islamisti

Dicembre 22, 2013 Roberto Barducci

Per i cristiani non c’è lavoro. Le loro figlie vengono stuprate, le proprietà confiscate. Anche la croce non è più tollerata, ma per le autorità e i media non c’è discriminazione

Gerusalemme. C’è una sorta di muro dell’omertà che chi vuole descrivere la situazione dei cristiani in Palestina si trova di fronte. «Non esistono difficoltà di alcuna natura fra la comunità cristiana e quella musulmana, tutti si sentono, in primo luogo, palestinesi», ci dice il sindaco di Betlemme Vera Baboun, 49 anni, cristiana, che ha vinto le elezioni nel 2012 alla guida di un movimento politico appoggiato da Fatah. Nel suo ufficio appare una recente foto del sindaco in compagnia di papa Francesco e, poco fuori della sua porta, un bel presepe, mentre gli alberi di Natale sono presenti sia nel suo ufficio sia nell’atrio prospiciente. Più lontano, nel corridoio, è stata dipinta una gigantografia di Yasser Arafat.
Le parole del sindaco traducono l’esigenza di non discostarsi dalle posizioni dell’Autorità palestinese tipica dei politici locali. Secondo Baboun, infatti, le difficoltà e i problemi della città sarebbero rappresentati dall’espansione degli insediamenti ebraici e quindi, fondamentalmente, dall’“occupazione” israeliana. Ciò però non sembra spiegare in maniera convincente la diminuzione del numero dei cristiani nella città che ha dato i natali a Gesù. Nel 1948, a Betlemme, che conta circa 25 mila abitanti e si trova nella West Bank a meno di dieci chilometri da Gerusalemme, i cristiani rappresentavano l’85 per cento della popolazione, mentre adesso ammontano solo al 12 per cento.
Secondo Baboun, le ragioni di tale diminuzione vanno ricercate nell’emigrazione, dovuta al depresso contesto economico e alle migliori prospettive che si possono trovare altrove, oltre che alla minore natalità della popolazione cristiana rispetto a quella musulmana. Baboun però nega decisamente che ci siano problemi tra cristiani e musulmani, asserendo che la sola fonte di divisione del campo palestinese riguarda lo “scisma” di Hamas e la sua contrapposizione a Fatah.
Questo è un tipo di risposta alquanto corrente quando si parla pubblicamente dell’argomento cristiani con persone del luogo, che preferiscono troncare la conversazione attribuendo tutti i guai all’“ihtilal” (occupazione, in arabo) israeliana. Però, anche se è innegabile che l’attuale situazione politica nei territori palestinesi non favorisce certo il loro sviluppo economico, tuttavia non è comprensibile come a diminuire sia solo la popolazione cristiana, mentre quella musulmana continua a crescere, come si può notare dalla grande quantità di nuove costruzioni, che si possono osservare non solo a Betlemme ma anche in altre città palestinesi come Ramallah o Hebron. Quella dei cristiani appare più come una fuga che un esodo dovuto a normali flussi migratori.
Nonostante la reticenza dominante sulla condizione dei cristiani, c’è anche chi, da anni, si batte per vedere riconosciuta la perfetta parità di diritti fra la comunità cristiana e quella musulmana. Samir Qumsieh è un noto imprenditore locale, cristiano, che ha fondato, una quindicina di anni fa, il canale televisivo al Mahd TV (Natività), in cui sono trattati temi religiosi cristiani ed è trasmessa la Messa in diretta ogni domenica. Nella sua casa a Betlemme Qumsieh spiega che, sul piano dei diritti formali, non ci sono elementi di discriminazione fra le due comunità, ma, nella realtà delle cose, essi esistono. «Il nostro futuro in Terra Santa è molto incerto. Se continua così, fra vent’anni non ci saremo più», dice scoraggiato l’imprenditore palestinese.
Per Qumsieh, uno dei maggiori problemi della comunità cristiana è proprio il muro di omertà dei suoi correligionari che, per ragioni di timore e di quieto vivere, non si oppongono con la dovuta forza ai soprusi patiti per mano islamista, tranne poi, alla prima occasione, prendere la via dell’emigrazione. Il proprietario di al Mahd TV afferma, inoltre, che le autorità locali non proteggono concretamente i cristiani, diventando così complici delle vessazioni contro di loro. «Noi cristiani non avevamo avuto questo genere di problemi né sotto l’impero ottomano, né sotto gli inglesi, né sotto l’occupazione israeliana. Adesso ce li abbiamo sotto l’amministrazione dell’Autorità palestinese», dice Qumsieh.
Tra i soprusi Qumsieh elenca in primo luogo la “land mafia”, un sistema malavitoso con connivenze nelle istituzioni, tendente a sottrarre in modo violento la terra ai cristiani. Nel 2005 lui aveva presentato un dossier all’Autorità palestinese, dove aveva enumerato 93 incidenti di abusi da parte di fondamentalisti islamici e 140 casi di appropriazione indebita di terre appartenenti a cristiani con il sostegno di giudici corrotti.
Il dossier non ha avuto seguito e le malversazioni sono continuate fino a oggi. «La mafia criminale e i fondamentalisti lavorano assieme», dice Qumsieh. «Il loro scopo è quello di impadronirsi della nostra terra. In passato, quando scrivevo di questi problemi all’ex rais Yasser Arafat, almeno aveva la cortesia di rispondere, ma il presidente Mahmoud Abbas non si degna neppure di fare un cenno di risposta».
Il proprietario di al Mahd TV racconta anche dei numerosi casi di stupro e di abusi sessuali nei confronti di ragazze cristiane. «Prendete il caso di Rawan William Mansour, una ragazza di 17 anni della cittadina di Bet Sahur, a est di Betlemme, che alcuni anni fa era stata violentata da quattro membri di Fatah. Nonostante le proteste della famiglia, nessuno dei quattro è stato arrestato», spiega Qumsieh, che vuole dare voce alle giovani vittime. Racconta quindi anche del caso di due ragazze cristiane assassinate, perché accusate di essere delle prostitute e delle collaboratrici delle forze israeliane. In realtà, l’uccisione era stata perpetrata per coprire il loro precedente stupro da parte di fondamentalisti. I casi da citare sarebbero molti. Questo crea un’atmosfera di incertezza nella comunità cristiana e molte famiglie, con figlie in giovane età, qualora ne abbiamo i mezzi, preferiscono partire per l’estero.
Il muro di omertà
L’imprenditore palestinese denuncia poi la crescente islamizzazione della società palestinese con la conseguente intolleranza verso i cristiani e i loro simboli. Molti imprenditori musulmani si rifiutano di offrire lavoro ai cristiani, lasciando loro come unica scelta per trovare impiego la fuga all’estero. Alcuni tassisti cristiani sono stati aggrediti da facinorosi per il semplice fatto di portare una catenina con la croce al collo. Qumsieh mostra inoltre delle t-shirt, che si trovano in vendita nel bazar di Betlemme e che presentano immagini di luoghi santi cristiani come la chiesa della Natività. In queste magliette, confezionate a Hebron e in altre città dei territori, è stata eliminata categoricamente ogni immagine della Croce.
Perfino sulle magliette “taroccate” della squadra di calcio del Barcellona, che nel suo logo presenta una croce di San Giorgio, hanno tolto a quella croce il braccio sinistro in modo da eliminare ogni riferimento cristiano. «Insomma, a certi fondamentalisti islamici fa piacere che dei turisti cristiani comprino le loro confezioni, ma non sono disposti ad accordare alcuna dignità alla loro religione», dice Qumsieh.
L’imprenditore palestinese se la prende infine con i media occidentali che, per non dispiacere all’Autorità palestinese, accettano troppo facilmente l’immagine edulcorata di rapporti idilliaci fra cristiani e musulmani, senza voler approfondire l’argomento. Infatti, parlando poi in privato con alcune famiglie cristiane che non vogliono essere identificate, queste si sono lamentate di come anche le voci più moderate fra i musulmani non siano ascoltate dai media occidentali, rafforzando così i fondamentalisti.
Queste famiglie ci raccontano la vicenda di un imam della più grande moschea di Betlemme che ha ricevuto minacce dopo avere fatto un sermone in cui lanciava un appello per porre fine alla discriminazione contro i cristiani. La situazione è seria e questo silenzio dell’Occidente, che non permette di rompere il muro di paura e di omertà, mette a rischio la sopravvivenza stessa delle comunità cristiane in Terra Santa.

9. Perché nel mio quartiere, in cui episodi di stupri e molestie sessuali in pieno giorno sono stati un fenomeno pressoché sconosciuto per 50 anni, mia moglie é stata molestata due volte, e aggredita una terza, nell’arco di poco piú di un mese da immigrati afro-islamici, e si é salvata da probabili abusi sessuali solo grazie alla presenza dei nostri cani?

http://www.laprovinciadivarese.it/stories/varese-citta/troppo-degrado-a-biumo-inferiore-siamo-in-balia-degli-stranieri_1248174_11/

10. Perchè i paesi islamici invece di firmare la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, hanno sottoscritto  la Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo? Forse perchè l’Islam è incompatibile con la libertà, la dignità e i diritti umani che diamo per scontati?

http://www.rightsreporter.org/islam-e-integrazione-il-problema-della-dichiarazione-islamica-dei-diritti-umani/

https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_islamica_dei_diritti_dell%27uomo

11. Perchè il mondo islamico, nonostante le enormi potenzialità creative offerte da 1 miliardo e 500 milioni di persone e dall’abbondanza di petrolio, non contribuisce un beato “zero” al bene dell’umanità al confronto col minuscolo Israele?

http://m.ilgiornale.it/news/2017/08/26/occhio-per-occhio-nobel-per-nobel/1434040/

Da quando sono su FB, avrò scritto centinaia di volte:”Grazie Israele!” per qualche nuova scoperta o invenzione straordinariamente utile al bene di tutta l’umanità…

http://siliconwadi.it/18-invenzioni-israeliane-salvavita-491

http://siliconwadi.it/israele-premi-nobel-2347

Per qualche strano motivo, che sembra sfuggire agli esperti di storia del Medio Oriente filo-palestinesi, non capita praticamente mai di avere il piacere di ringraziare l’Autorità Palestinese o Hamas o qualche stato islamico per analoghi contributi al bene dell’umanità…Eppure ci sono oltre 50 stati islamici sulla faccia della terra…
Ops, scusatemi, mi sono dimenticato delle migliaia di innovativi attentati terroristici islamici, le fantasiose lapidazioni, le decapitazioni in diretta, le mutilazioni genitali e ricuciture eseguite con stupefacente precisione chirurgica, gli stupri etnici su scala industriale, i matrimoni con bambine, le uccisioni di omosessuali in modi sempre nuovi…
Ognuno contribuisce ai progressi dell’umanità a modo suo…:-)

GRAZIE ISRAELE e CHAG PESACH SAMEACH!!!