Ancora un po’ e pasta

Danche le aziende italiane con due secoli di storia non hanno resistito all’assalto degli attivisti dello stile di vita sano. Sempre più spesso, sulle confezioni con diversi tipi di pasta italiana, si può vedere la denominazione “Senza glutine”. Sono diventate consuete anche le sperimentazioni con gli ingredienti: al posto del grano e dell’acqua, nell’impasto si trovano farina di mais e di riso, farro, kamut.

Pasta di grano duro

Gli italiani hanno iniziato a utilizzare il grano duro più di 40 anni fa. I vantaggi sono evidenti: questi cereali contengono il 15% di proteine, il 19% di fibre, sali minerali e vitamine del gruppo B. Il grano duro viene macinato allo stato di semola (rimangono particelle grosse nell’impasto) o di semola (risultato della macinazione secondaria). Quest’ultimo è necessario per la produzione del pane, ma può essere utilizzato anche per fare la pasta. E contiene meno glutine rispetto al semolato.

Molte aziende si concentrano sul fatto che producono pasta in un’area ecologicamente pulita e allo stesso tempo utilizzano quasi acqua di sorgente. In realtà, questo non ha molta importanza, a meno che tu non cucini la pasta nella stessa acqua di sorgente di casa.

La pasta di semola è un’ottima fonte di proteine. Per questo la amano così tanto i maratoneti che, senza un rimorso di coscienza, organizzano un pasta party il giorno prima della gara.

Pasta senza glutine

Il glutine proteico si trova in molti cereali. Compreso nel grano, da cui si ricavano i tradizionali tipi di pasta. Ma c’è un’alternativa: una versione senza glutine di questo prodotto. Oggi si trova anche nei pastai tradizionali come Caponi e Rustichella. La base dei tipi di pasta italiana senza glutine è spesso costituita da farina di mais o riso e quinoa, in cui, tra l’altro, non c’è colesterolo. Tali novità arrivano sempre al famoso salone gastronomico Pitti Taste a Firenze.

Frutto, pasta di farro e kamut

Questi chicchi sono considerati parenti del grano, ma il farro, ad esempio, iniziò a essere coltivato molto prima delle varietà dure e morbide che ci sono più familiari. Provando la pasta di farro, farro o kamut, non sentirete una differenza fondamentale. Ma in ciascuno dei tre casi, il corpo ti sarà grato: un maggiore contenuto di proteine, aminoacidi, lipidi, magnesio, zinco, vitamina E: questo è ciò di cui sono ricchi questi cereali. Queste colture sono piuttosto difficili da coltivare (non tollerano i fertilizzanti) e la resa è ridotta. Pertanto, molto spesso la pasta di farro, farro e kamut si trova sugli scaffali degli eco-negozi e il suo prezzo sarà di un ordine di grandezza superiore al solito. Ci sono anche differenze visive e gustative: colore marrone scuro e gusto meno cremoso.

Perché al dente?

Non è solo per ragioni di gusto non portare la pasta a piena prontezza. Meno lo cucini, più componenti utili entreranno nel corpo e più facile sarà per lui digerire il prodotto. Al contrario, la pasta portata a piena prontezza causerà pesantezza allo stomaco (poiché assorbe molta acqua non necessaria) e aumenterà il livello di glucosio nel sangue.

Testo: Julia Kozoliy
Ancora un po’ e pastaultima modifica: 2023-01-18T20:48:01+01:00da terdanza32

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