I ricercatori hanno studiato il cervello di una donna con una forma estremamente rara di cecità: può vedere solo oggetti in movimento.
Milena Canning, 48 anni, non è nata cieca, scrive ScienceAlert. Ha perso la vista 18 anni fa dopo una grave infezione respiratoria, diversi ictus e un coma di otto mesi. Sei mesi dopo essere uscita dal coma, la donna riferì per la prima volta che sembrava essere in grado di vedere qualcosa (era un sacchetto regalo luminoso; la donna disse agli amici che pensava di vedere qualcosa di verde).
Ha poi visitato l’oftalmologo Gordon Dutton di Glasgow, in Scozia. Canning ha notato che non aveva una visione efficace, tuttavia era in grado di riprodurre i movimenti della mano del dottore, oltre a nominare i colori di grandi oggetti in movimento. “Riesce a vedere le gocce di pioggia che cadono sul vetro, ma non riesce a vedere nulla dietro di esse”, ha riferito Dutton in un articolo del 2003. Il dottore ha notato che, ad esempio, quando sua figlia le camminava davanti, Canning vedeva il codino di sua figlia muoversi da una parte all’altra, ma non riusciva a vedere la ragazza stessa.
Dutton ha consigliato alla donna di usare una sedia a dondolo per migliorare la sua vista, e Canning ha anche mosso la testa per vedere cosa c’era davanti a lei. Tuttavia, le condizioni della donna sono rimaste un mistero, quindi il medico ha deciso di contattare gli specialisti del Brain and Mind Institute della Western Ontario University (Canada).
Il neuropsicologo Jody Culham e altri ricercatori hanno eseguito una serie di test sulla donna e hanno anche scansionato il cervello di Canning usando una risonanza magnetica funzionale. Di conseguenza, gli esperti hanno stabilito che la donna soffre della cosiddetta sindrome di Riddoch, in cui una persona, essendo cieca, può vedere oggetti in movimento.
La sindrome, secondo gli scienziati, è causata da lesioni nel lobo occipitale, l’area del cervello associata alla vista. C’è, tra l’altro, un’altra violazione “opposta”: l’acinetopsia: con essa, una persona può vedere solo oggetti statici.
Secondo Culham, nella regione posteriore del cervello di Canning manca un pezzo di tessuto delle dimensioni di una mela, ovvero la donna è praticamente priva del lobo occipitale. Pertanto, i ricercatori ritengono che, quando il sistema visivo è stato disturbato, abbia sviluppato “soluzioni alternative” in modo che alcune funzioni visive, in particolare quelle associate alla discriminazione del movimento, siano state rilevate da altre parti del cervello.
Gli scienziati hanno scoperto che Canning era in grado di individuare una palla che rotolava verso di lei e prenderla con precisione, oltre a spostarsi tra le sedie. Allo stesso tempo, gli esperti hanno scoperto che la sua capacità di identificare i colori era incoerente e poteva determinare correttamente se il pollice della mano davanti a lei era rivolto verso l’alto o verso il basso, solo nella metà dei casi.
Il caso di Canning dimostra quanto possa essere plastico il cervello, costruendo nuove connessioni quando determinate funzioni sono danneggiate e compromesse. Culham osserva che tali casi aiutano a comprendere le capacità del cervello e, cosa più importante, aiutano a determinare quali funzioni visive e cognitive sono strettamente correlate.
Lo studio è stato pubblicato su Neuropsychologica.