Il processo chiave dell’invecchiamento è stato identificato in tutte le cellule umane.
Gli scienziati della Monash University (Australia) hanno identificato un processo chiave in tutte le cellule umane che contribuisce all’invecchiamento, nonché allo sviluppo di malattie legate all’età come il cancro o le malattie neurodegenerative. Questo è stato riportato in un comunicato stampa su MedicalXpress.
I ricercatori hanno studiato l’autofagia, in cui le cellule riconoscono, fagocitano e distruggono proteine difettose, frammenti di membrane cellulari, parti di virus o batteri. La “spazzatura” catturata viene utilizzata dalla cellula per ottenere energia e sostanze necessarie alla sua vita. In assenza di un’autofagia efficace, le cellule si sovraccaricano dei propri prodotti di scarto, che possono causare varie malattie in tutto il corpo, tra cui diabete, distrofia muscolare, morbo di Parkinson e sindrome di Alzheimer.
Il riconoscimento e il legame della “spazzatura” avviene con l’ausilio di specifici recettori proteici, dopodiché viene catturato da una membrana isolante e inviato ai lisosomi, dove viene distrutto. Si pensava che il contatto dei recettori con i corpi da catturare attivasse la membrana. Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto che impedire ai recettori di legarsi alle membrane non arresta il processo.
Invece, le membrane stesse reclutano i recettori per rendere l’autofagia più efficiente. I fallimenti che si verificano in questa fase sono la vera causa della malattia.
Attualmente si stanno sviluppando farmaci che dovrebbero regolare i recettori che funzionano in modo completamente diverso da quello che pensavano gli esperti in precedenza. È necessario sviluppare nuovi strumenti che tengano conto del meccanismo scoperto, concludono gli scienziati.