Gli scienziati hanno notato una correlazione tra l’indice di massa corporea e il numero di giovani pazienti in terapia intensiva.
I ricercatori della Johns Hopkins University negli Stati Uniti hanno identificato un gruppo di pazienti per i quali l’infezione da coronavirus SARS-CoV-2 rappresenta il pericolo maggiore e spesso si conclude con il ricovero in ospedale. Secondo le statistiche dei casi gravi, l’obesità è un fattore di rischio anche per i giovani. Articolo di esperti pubblicato su Lancet.
Nell’analisi dei ricoveri sia presso l’ospedale della Johns Hopkins University che in altre istituzioni mediche è stata trovata una correlazione tra un indice di massa corporea elevato e il numero di pazienti giovani sotto i 40-50 anni che necessitano di terapia intensiva. I dati mostrano che i giovani ricoverati in ospedale con COVID-19 hanno maggiori probabilità di essere in sovrappeso. A volte soffrivano anche di altre comorbidità, come ipertensione, malattie cardiache e diabete.
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Questo perché le persone obese hanno difficoltà a respirare, il che contribuisce al decorso grave di qualsiasi infezione respiratoria. Con COVID-19, il liquido si accumula nei polmoni, il che costringe il paziente a contrarre il diaframma più forte e l’eccesso di peso lo impedisce. Un altro motivo potrebbe essere che il tessuto adiposo produce una grande quantità di molecole di citochine pro-infiammatorie. Quando viene infettato dal coronavirus, questo contribuisce a una tempesta di citochine che causa insufficienza sistemica degli organi.
Un’altra possibile spiegazione è che le cellule adipose hanno un gran numero di recettori ACE2 sulla loro superficie, che è un bersaglio per il coronavirus. Esistono dati che dimostrano che SARS-CoV-2 può persistere nel tessuto adiposo per lungo tempo, anche se il paziente non presenta più sintomi.