Gli scienziati hanno scoperto una molecola che potrebbe svolgere un ruolo chiave nell’invecchiamento.
Gli scienziati della Scuola politecnica federale di Losanna (Svizzera) hanno scoperto una molecola che potrebbe svolgere un ruolo chiave nel processo di invecchiamento. La soppressione dell’attività di questo composto può contribuire a un’estensione significativa della vita umana, secondo un comunicato stampa su EurekAlert!.
I ricercatori hanno studiato la relazione tra l’invecchiamento e le proteine che legano l’RNA. Questi ultimi sono attaccati alle molecole di RNA messaggero (mRNA), che trasportano informazioni sulla sequenza amminoacidica delle proteine cellulari dal nucleo, che contiene il DNA, ai ribosomi. Le proteine che legano l’RNA possono interferire con la partecipazione dell’mRNA al processo di traduzione o, al contrario, aumentare la produzione di varie proteine.
Si è scoperto che Pumilio2 (PUM2) ha aumentato la sua attività nei topi più anziani. Questa proteina si lega a specifici siti di riconoscimento nell’mRNA e inibisce il processo di traduzione. Gli scienziati hanno scoperto che questo metodo inibisce la sintesi di una proteina chiamata fattore di fissione mitocondriale (MFF). Un alto livello di quest’ultimo è necessario anche per la mitofagia, il processo di distruzione dei mitocondri difettosi e la loro sostituzione con nuovi.
I ricercatori hanno utilizzato la tecnologia CRISPR-Cas9 per sopprimere il gene che codifica PUM2 nelle cellule muscolari del polpaccio dei roditori. Di conseguenza, la funzione mitocondriale negli animali più anziani è migliorata in modo significativo. Lo stesso meccanismo esiste nei nematodi, nelle cui cellule una diminuzione del contenuto di PUM2 ha aumentato la durata della vita dei vermi.