Essere nello spazio ha cambiato la struttura del cervello

La lunga esposizione alla microgravità porta a cambiamenti nella struttura del cervello, che possono anche essere associati alla diffusione della disabilità visiva negli astronauti.

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La permanenza prolungata in condizioni di microgravità porta a cambiamenti nella struttura del cervello, che possono anche essere associati alla diffusione della disabilità visiva negli astronauti. Queste conclusioni sono state raggiunte da scienziati americani che hanno analizzato la struttura del cervello e la circolazione del liquido cerebrospinale tra gli astronauti che hanno trascorso da due settimane a sei mesi in assenza di gravità. Articolo pubblicato su The New England Journal of Medicine.

La sindrome più comune da esposizione prolungata all’assenza di gravità è il papilledema causato dall’aumento della pressione intracranica. Tale edema può portare alla comparsa di punti ciechi nel campo visivo, mentre anche l’acuità visiva può diminuire: gli astronauti, che sono stati a lungo in assenza di gravità, lamentano problemi alla vista quando tornano sulla Terra. Allo stesso tempo, le cause esatte (soprattutto in termini neurobiologici) non sono state ancora completamente studiate.

Gli autori del nuovo lavoro hanno studiato i cambiamenti nella struttura del cervello dopo una lunga e breve permanenza in condizioni di microgravità utilizzando la risonanza magnetica (MRI). Allo studio hanno preso parte due gruppi di cosmonauti: 18 persone che hanno trascorso poco meno di sei mesi (164 giorni) sulla Stazione Spaziale Internazionale e 16 persone che hanno trascorso circa due settimane nelle navette spaziali. I ricercatori hanno scansionato gli astronauti una settimana dopo il ritorno sulla Terra e hanno confrontato le immagini risultanti con quelle scattate dieci mesi prima del volo, in fase di preparazione.

Un’analisi della struttura del cervello ha rivelato un restringimento del solco centrale che separa i lobi frontali e parietali in 17 cosmonauti su 18 dopo una lunga permanenza in assenza di gravità e in tre dopo una breve permanenza. Gli scienziati hanno anche confrontato le immagini dinamiche del cervello degli astronauti durante la loro permanenza in risonanza magnetica prima e dopo il volo (12 persone dopo lunghe missioni e sei dopo voli brevi) e hanno scoperto che una lunga permanenza in assenza di gravità è associata a un leggero spostamento del corteccia cerebrale verso l’alto nel cranio. Inoltre, gli scienziati hanno riscontrato una ridotta circolazione del liquido cerebrospinale nei lobi parietali (che è anche associata al restringimento del solco centrale) tra tutti i partecipanti alle missioni spaziali a lungo termine (in questo caso, 12 persone).

Quindi, gli scienziati hanno combinato i dati ottenuti con la presenza di papilledema negli astronauti dopo un lungo volo. Questa sindrome è stata riscontrata in tre astronauti e tutti avevano anche un restringimento del solco centrale. Uno dei tre astronauti con imaging cerebrale dinamico disponibile ha anche mostrato uno spostamento nella corteccia cerebrale. Sulla base di ciò, gli scienziati hanno concluso che una lunga permanenza in assenza di gravità porta a notevoli cambiamenti strutturali nel cervello. Secondo gli autori, questi cambiamenti, a loro volta, possono anche essere associati alla comparsa di disabilità visive. Tuttavia, questa connessione è stata trovata solo in tre astronauti, quindi gli stessi autori sottolineano l’importanza di ulteriori ricerche.

Garantire la sicurezza degli astronauti durante le missioni spaziali a lungo termine è un compito molto importante per specialisti tecnici e medici. Ad esempio, nel nostro articolo puoi leggere di funghi potenzialmente pericolosi su una stazione spaziale, e qui puoi leggere dell’uso di asteroidi per creare gusci radioprotettivi per astronavi.

Essere nello spazio ha cambiato la struttura del cervelloultima modifica: 2023-01-13T03:42:40+01:00da koseranda

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