Si noti che 60 persone hanno partecipato a uno studio in doppio cieco, che sono state divise in modo casuale in due gruppi. Ognuno di loro è stato testato per sette giorni dopo l’insorgenza dei primi sintomi della malattia o il rilevamento del coronavirus. Quindi, a un gruppo è stata somministrata una singola dose di 180 microgrammi di peginterferone lambda come iniezione sottocutanea e al secondo è stato somministrato un placebo.

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Si è scoperto che nei partecipanti allo studio che hanno ricevuto il farmaco, il livello di RNA del coronavirus è sceso di più: il settimo giorno, l’80% dei pazienti aveva una carica virale scesa al di sotto del livello rilevabile rispetto al 40% in il gruppo placebo. Il farmaco ha accelerato la purificazione del corpo di tre giorni e ha agito in modo più efficace nel caso di pazienti con una carica virale relativamente elevata, raggiungendo da 10 alla sesta copia del virus per millilitro di sangue.

Vale la pena notare che in entrambi i gruppi la scomparsa dei segni di CoViD-19 si è verificata all’incirca alla stessa velocità, ma il peginterferone ha contribuito a un più rapido sollievo dei sintomi respiratori, specialmente nei pazienti con un’elevata carica virale, che è associato a casi gravi di coronavirus.

I ricercatori hanno concluso che il farmaco dovrebbe essere somministrato immediatamente dopo l’inizio dell’infezione per prevenire un decorso grave del coronavirus.