La vita nelle aree industriali è associata ad ansia, depressione e pessimismo

Scienziati provenienti da Germania, Regno Unito e Stati Uniti hanno scoperto che le persone che vivono negli ex grandi centri industriali del Regno Unito e degli Stati Uniti sono inclini alla depressione e ad altri problemi psicologici.

78caeca2a2cf4e175b5ea2a4e8d89a2b

La rivoluzione industriale iniziò 200 anni fa con la diffusa introduzione di motori a vapore alimentati a carbone e un aumento dell’estrazione del carbone. Ha gettato le basi della società moderna e le sue conseguenze visibili sotto forma di progressi scientifici sono tutt’intorno a noi. Meno visibili sono gli effetti psicologici nascosti che la rivoluzione industriale ha avuto sulle persone. Un gruppo di psicologi ha condotto il primo studio al mondo per scoprire, in particolare, come la psiche delle persone è influenzata dal vivere nelle vecchie aree industriali sorte nelle città durante il periodo dell’industrializzazione.

Per il loro lavoro, gli scienziati hanno raccolto dati personali, comprese indicazioni di problemi psicologici, di 381.916 persone nel Regno Unito e 3.457.270 persone che vivono negli Stati Uniti. Ad essi è stato applicato il metodo econometrico delle variabili strumentali. Il confronto dei dati con i luoghi di residenza degli intervistati ha mostrato deviazioni sfavorevoli nella psiche delle persone che vivevano in ex centri industriali. Queste persone avevano un notevole atteggiamento pessimista nei confronti della vita, espresso in emozioni negative, ansia e depressione.

Anche gli abitanti delle ex aree industriali pianificavano la loro vita in modo peggiore, erano meno motivati ​​e più impulsivi, il che influiva sulla loro situazione finanziaria – in generale, queste persone erano più povere dei loro connazionali di altre aree. Avevano anche una vita più breve.

Gli scienziati spiegano questo fenomeno con la continuità delle generazioni: i minatori, i lavoratori e le loro famiglie che vivevano in queste zone in condizioni molto difficili hanno trasmesso ai loro discendenti una tendenza alle emozioni negative. Secondo gli psicologi, nelle zone industriali è avvenuta una peculiare selezione di persone: le persone che venivano qui, ex contadini, di regola avevano un alto livello di “avversità psicologiche” causate dalla povertà, dal trasferimento in un nuovo posto e dal duro lavoro. E quelli dei nuovi arrivati che avevano un carattere più ottimista e psicologicamente stabile hanno lasciato questi luoghi.

E questa devastante “eredità del carbone”, come l’hanno chiamata gli scienziati, è oggi rafforzata da ragioni economiche: alta disoccupazione e scarsa situazione finanziaria. “Crediamo che questa generazione, incline alla miseria e alla disfunzione sociale, sia un prodotto ereditario di migrazioni selettive durante l’industrializzazione di massa, esacerbate dalle conseguenze sociali del duro lavoro e delle condizioni di vita”, scrivono gli autori dell’opera.

La vita nelle aree industriali è associata ad ansia, depressione e pessimismoultima modifica: 2023-01-13T06:29:12+01:00da koseranda

Lascia un commento

Se possiedi già una registrazione clicca su entra, oppure lascia un commento come anonimo (Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato ma sarà visibile all'autore del blog).
I campi obbligatori sono contrassegnati *.