I pazienti semplicemente non sono consapevoli della loro condizione fino a quando non iniziano a subire le conseguenze del lavoro del “killer silenzioso”.
Secondo i dati pubblicati nel rapporto Global Burden of Disease 2015, circa un adulto su quattro nel mondo ha una pressione sanguigna permanentemente elevata. Inoltre, questa malattia viene diagnosticata in meno della metà dei casi. Secondo i calcoli, entro il 2025 più di un miliardo e mezzo di abitanti del pianeta dovranno affrontare una pressione crescente.
L’ipertensione si verifica in almeno un adulto britannico su quattro e solo uno su otto viene diagnosticato. Circa 5,5 milioni di persone nel paese vivono senza sapere di avere la pressione alta.
Nel frattempo, l’ipertensione aumenta significativamente il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari: ictus, infarto, insufficienza cardiaca, malattia coronarica, demenza vascolare e malattia renale cronica. In tutto il mondo, l’ipertensione è riconosciuta come il secondo più importante fattore di rischio di morte prematura e disabilità dopo la malnutrizione. In Inghilterra l’ipertensione è al terzo posto tra i fattori di rischio, dopo il fumo e la cattiva alimentazione. Quasi la metà di tutti gli infarti e ictus nel paese sono associati a questa condizione.
Allo stesso tempo, come dimostrano i risultati di uno studio pubblicato a marzo 2016 sulla rivista The Lancet, una diminuzione della pressione arteriosa di solo 10 millimetri di mercurio portano a una riduzione del 17% del rischio di malattie coronariche, del 27% dell’ictus, del 28% dell’insufficienza cardiaca e del 13% dei tassi di mortalità complessivi.
Tra i fattori di rischio per l’ipertensione vi sono l’età, il sesso (sotto i 65 anni è più comune negli uomini e in età avanzata – nelle donne), l’etnia, l’ereditarietà, il consumo eccessivo di sale e alcol, obesità, mancanza di attività fisica. Come notano gli autori del rapporto, alla luce di questi dati, è importante misurare regolarmente la pressione sanguigna, soprattutto per le persone di età superiore ai 40 anni.
A loro volta, gli specialisti dell’American College of Physicians e dell’American Academy of Family Physicians hanno rivisto le linee guida cliniche per il trattamento dei pazienti con ipertensione oltre i 60 anni.