Il senso dell’olfatto, come si è scoperto, influenza direttamente il modo in cui il corpo gestisce le calorie: le immagazzina o le brucia.
Questa è la conclusione raggiunta dai ricercatori dell’Università della California (USA), il cui lavoro è stato pubblicato sulla rivista Cell Metabolism< em>.
Gli scienziati hanno condotto una serie di esperimenti su topi che sono stati temporaneamente privati artificialmente del loro senso dell’olfatto. Ciò ha portato al fatto che il corpo degli animali ha iniziato a consumare intensamente le riserve energetiche e hanno perso molto peso. Il loro tessuto adiposo sottocutaneo “beige” si è completamente trasformato in marrone, che viene “bruciato” dal corpo per produrre energia, e il tessuto adiposo bianco che circonda gli organi interni si è drasticamente ridotto di volume.
Allo stesso tempo, avendo perso la capacità di annusare il cibo, anche i topi obesi e “seduti” con una dieta ricca di grassi hanno perso peso alla normalità. Prima di perdere l’olfatto, questi topi avevano una ridotta tolleranza al glucosio nei tessuti (un precursore del diabete), ma ora questo indicatore è tornato alla normalità. La perdita di peso ha interessato solo il tessuto adiposo degli animali, né i muscoli, né gli organi interni o le ossa.
In un altro esperimento, i topi con un normale senso dell’olfatto e quelli privi di questo senso sono stati nutriti con lo stesso cibo grasso. Di conseguenza, i topi che non avevano odore guadagnavano solo circa il 10% del loro peso e i topi con un normale senso dell’olfatto guadagnavano il doppio. I ricercatori hanno quindi creato un ceppo di topi con un senso dell’olfatto molto più acuto del normale e hanno scoperto che quelli che seguivano una dieta standard guadagnavano molto più peso rispetto ai topi con un senso dell’olfatto normale.
Gli scienziati ritengono che i dati ottenuti riflettano l’esistenza di una connessione stabile tra il sistema olfattivo e le parti del cervello che controllano il metabolismo, in primis l’ipotalamo. “Abbiamo dimostrato per la prima volta che la manipolazione del senso dell’olfatto può cambiare il modo in cui il cervello percepisce e regola l’equilibrio energetico”, ha affermato la coautrice dello studio Céline Riera.
Ha notato che nei topi, come negli umani, in uno stato di fame, l’olfatto è esacerbato e in uno stato di sazietà svanisce. Allo stesso tempo, quando è necessario cercare cibo, il corpo preferisce immagazzinare calorie per ogni evenienza. Pertanto, ha suggerito Riera, quando l’olfatto scompare, il corpo “pensa” di essere sazio, di cibo a sufficienza e inizia a bruciare calorie.
Se l’effetto scoperto da Riera e dai suoi colleghi sarà confermato negli esseri umani, i ricercatori sperano che ciò porti allo sviluppo di metodi completamente nuovi per combattere l’obesità patologica. Ad esempio, “spegnendo” temporaneamente i neuroni olfattivi, che ti permetteranno di “riavviare” e normalizzare il metabolismo.