Per otto anni, i ricercatori hanno osservato il comportamento dei neuroni nella corteccia cerebrale delle persone addormentate in risposta a vari suoni. Pazienti con epilessia hanno preso parte volontariamente agli esperimenti, in varie parti del cervello a cui, per motivi medici, sono stati impiantati degli elettrodi.

Ciò ha permesso di monitorare in tempo reale le fluttuazioni dell’attività elettrica di queste regioni del cervello. Gli scienziati hanno confrontato i dati sull’attività corticale durante le diverse fasi del sonno e durante la veglia.

Di conseguenza, si è scoperto che durante il sonno il cervello “sente” suoni non peggiori che durante la veglia, con l’unica differenza che l’attività delle onde alfa-beta è ridotta durante il sonno. Con l’aiuto di queste onde con una frequenza da 10 a 30 Hz, le strutture “superiori” del cervello istruiscono quelle “inferiori” se rispondere a questa o quella informazione uditiva – se prestarvi attenzione o ignorarla.

La ridotta attività delle onde alfa-beta osservata in precedenza nelle persone anestetizzate significa che non è necessario rispondere ai suoni.

Cioè, durante il sonno, il cervello analizza i segnali ricevuti dagli organi uditivi, ma non si concentra su di essi e il risveglio non avviene.

I ricercatori ritengono che il fenomeno identificato della ridotta attività delle onde alfa-beta durante il sonno possa essere utilizzato come misura del livello di coscienza nei pazienti in coma.

Se l’attività delle onde alfa-beta diminuisce in risposta al suono, significa che una persona sente, percepisce e, possibilmente, comprende tutto ciò che accade intorno a lui.

Gli scienziati dell’Università di Tel Aviv hanno identificato una caratteristica interessante del corpo umano. Ma lei è tutt’altro che l’unica. Abbiamo raccolto 15 fatti sorprendenti sulla tua salute nella galleria: