La stragrande maggioranza delle specie eucariotiche si riproduce per riproduzione sessuale, sebbene sia molto più lenta e ad alta intensità energetica rispetto alla riproduzione vegetativa (ad esempio, per fissione). Nel tentativo di spiegare questo fenomeno, i ricercatori hanno proposto una serie di ipotesi che suggeriscono che la riproduzione sessuata sia benefica in un contesto evolutivo.

Inoltre, la miscelazione di alleli impedisce l’accumulo di mutazioni dannose in una serie di generazioni.

Tuttavia, le ipotesi di diversità genetica spiegano bene solo la conservazione della riproduzione sessuale per quelle specie che possono riprodursi sia con la partecipazione di cellule germinali che vegetativamente. Tuttavia, gli organismi più complessi (ad esempio i mammiferi) hanno conservato la capacità di riprodursi solo sessualmente.

I ricercatori dell’Università francese di Montpellier e dell’Università della Tasmania hanno proposto una nuova ipotesi costruita attorno alle cellule tumorali. Gli organismi multicellulari possono essere pensati come una comunità di linee cellulari che devono andare d’accordo tra loro, condividendo le responsabilità attraverso la specializzazione. Tuttavia, a seguito di mutazioni, alcune linee si trasformano in “imbroglioni” che utilizzano risorse comuni per la propria riproduzione incontrollata.

Con la riproduzione asessuata, queste cellule saranno molto probabilmente trasmesse alla prole e prima o poi distruggeranno la loro stessa specie. Allo stesso tempo, il passaggio alla riproduzione sessuata offre all’organismo la possibilità di “ripartire da zero” e svilupparsi in una comunità multicellulare libera da tali “imbroglioni”.