Per 15 anni, il team di ricerca ha utilizzato metodi di laboratorio e campioni di tessuto di animali selvatici di tutto il mondo per scoprire quali virus potrebbero essere soggetti a trasmissione agli esseri umani.

Negli ultimi anni, gli scienziati si sono concentrati sugli arterivirus, che sono comuni nei maiali e nei cavalli, così come nei primati non umani. Si sono concentrati sul virus della febbre emorragica delle scimmie (SHFV), che causa una malattia mortale simile a quella causata dal virus Ebola e ha portato a focolai mortali nelle colonie di macachi in cattività sin dagli anni ’60.

Lo studio ha mostrato che il recettore CD163 permette al virus di entrare nelle cellule. Attraverso una serie di esperimenti di laboratorio, gli scienziati hanno scoperto che il virus si aggrappa sorprendentemente bene anche al CD163 nelle cellule umane, penetrando all’interno e creando rapidamente copie di se stesso.

Come l’HIV e il suo predecessore, il virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV), anche gli arterivirus delle scimmie sembrano attaccare le cellule immunitarie, abbattendo i meccanismi di difesa chiave e persistendo nel corpo per lunghi periodi.

Gli autori sottolineano che una nuova pandemia non è inevitabile e che gli scienziati dovrebbero prestare maggiore attenzione allo studio dei virus animali per essere in grado di contrastarli se passano all’uomo.

Per rafforzare il tuo sistema immunitario, devi mangiare bene e scegliere cibi ricchi di vitamine, antiossidanti e grassi sani. Quale cibo aiuterà a sostenere le difese dell’organismo e a prevenire il coronavirus?