Circa il 25% dei laureati in medicina non lavora nella propria specialità dopo la laurea.
Come ha affermato Saliya Murzabayeva, membro del Comitato per la protezione della salute della Duma di Stato, co-responsabile del progetto Russia Unita “Qualità della vita (salute)”, durante una tavola rotonda sulla formazione mirata degli operatori sanitari, solo il 75% dei potenziali medici che si sono laureati in università mediche vanno a lavorare in cliniche e ospedali. Per risolvere questo problema, è necessario non solo introdurre misure di sostegno sociale per i medici, aumentare gli stipendi e aumentare il prestigio della professione nel suo complesso, ma introdurre anche un orientamento professionale specializzato a scuola.
La formazione mirata dei medici dovrebbe diventare anche una soluzione al problema del personale. A Mosca, San Pietroburgo, Chelyabinsk e Orenburg è già in corso un programma in base al quale vengono assegnati ulteriori posti budget “mirati” nelle università mediche. “In alcune istituzioni mediche regionali, questa percentuale è già del 75-80% e tiene conto delle esigenze di personale delle istituzioni sanitarie in una determinata regione”, ha specificato Murzabaeva.
La formazione mirata garantisce che un laureato in un’università medica lavorerà per almeno cinque anni in un determinato istituto medico. Il richiedente conclude l’accordo corrispondente con il Ministero della Salute regionale e l’università. “Prevede che lo studente, terminati gli studi, sia inviato a lavorare nella direzione. Poiché il richiedente era uno studente target, aveva benefici, in base al contratto dovrà lavorare in uno specifico istituto medico per cinque anni”, ha sottolineato il deputato.
Nonostante l’uscita di laureati dalla professione, le specialità mediche sono considerate tra le più richieste nel mercato del lavoro. Secondo Rostrud, medici e infermieri erano in cima alla lista delle professioni più richieste insieme a muratori e autisti.