A metà dicembre, Evusheld ha ricevuto l’approvazione dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense come alternativa alla vaccinazione contro il coronavirus per le persone con un sistema immunitario indebolito che non sviluppano abbastanza anticorpi dopo la vaccinazione e per le persone allergiche a componenti del vaccino.

Gli studi clinici hanno dimostrato che due iniezioni di Evusheld riducono dell’83% il rischio di covid sintomatico nelle persone non vaccinate, con un effetto protettivo della durata di almeno sei mesi.

Alla luce dell’emergere di un nuovo ceppo altamente infettivo di omicron, AstraZeneca ha riferito che Evusheld ha mantenuto la sua attività neutralizzante anche contro questa variante SARS-CoV-2. In ogni caso, questi risultati sono stati mostrati da due studi di laboratorio condotti da scienziati dell’Università di Oxford (Regno Unito) e dell’Università di Washington (USA). Entrambi gli studi hanno utilizzato virus vivi isolati da esseri umani infetti dalla variante omicron.

Questi dati risaltano sullo sfondo di una crescente ondata di segnalazioni secondo cui il ceppo Omicron, che ha un numero senza precedenti di mutazioni, supera con successo l’immunità sviluppata sia dopo la vaccinazione che dopo il covid.

È vero, a giudicare dalle ultime informazioni, omicron non solo ha una maggiore capacità di diffusione rapida e riduce significativamente l’efficacia dei vaccini rispetto al precedente “campione” in infettività, la variante delta, ma la nuova variante è meno probabile che il delta causi una forma grave di covid.