Il deja vu non aiuta a prevedere il futuro

Sono solo “giochi mentali”.

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Anne Cleary psicologa cognitiva (Anne Cancella ) della Colorado State University studia da diversi anni il fenomeno del déjà vu, uno stato mentale in cui una persona inizia improvvisamente a pensare di essere già stata dove in realtà non è mai stata, o che qualcosa sia già accaduto a lui, che in realtà accade per la prima volta. I sentimenti di déjà vu sono spesso accompagnati da un senso di lungimiranza: ti sembra di poter prevedere la prossima sequenza di eventi. Ad esempio, sali le scale in una casa sconosciuta e senti che ti è familiare, come se l’avessi già vista in sogno, mentre per qualche motivo sei sicuro che dopo la svolta successiva, a sinistra, un’immagine sarà appeso al muro.</ span>

Tuttavia, secondo Cleary, nulla non c’è nulla di mistico né nel fenomeno stesso del déjà vu né nel senso di preveggenza che lo accompagna, tutto ciò non è altro che distorsioni cognitive. “Entrando in una situazione simile a quella che abbiamo avuto una volta, non possiamo ricordare consapevolmente le esperienze passate, ma il cervello riconosce la somiglianza. E questo riconoscimento inconscio si manifesta in una sensazione inquietante”, ha spiegato Cleary. Nel suo nuovo articolo pubblicato sulla rivista Psicologico </ em>Scienza, Clery e il suo collaboratore Alexander Claxton (Alessandro Claxton) dimostrano che la fiducia nella capacità di prevedere il futuro non è supportata da risultati rilevanti ed è solo un’illusione dei sensi.

Clery e Claxton hanno fatto una serie di esperimenti di utilizzo dei videogiochi con la realtà virtuale, durante i quali sono riusciti a creare artificialmente una sensazione di déjà vu nei partecipanti. Durante la prima tappa, i partecipanti “si sono mossi” nel labirinto con molti giri. Poi sono entrati in un altro scenario del gioco, tematicamente non correlato, ma spazialmente molto simile al precedente: anche lì hanno dovuto muoversi attraverso il labirinto. In questa situazione, molti partecipanti hanno riferito di aver provato un senso di déjà vu. Ad un certo punto, alle persone è stato chiesto se sapevano quale direzione avrebbe preso la svolta successiva. Circa la metà dei partecipanti agli esperimenti ha sperimentato, insieme al deja vu, un forte senso di lungimiranza ed era sicura di conoscere la risposta corretta. Tuttavia, queste persone si sbagliavano nelle loro risposte con la stessa frequenza come se stessero semplicemente indovinando il risultato a caso.

“Penso che la ragione per cui le persone amo parlare della natura soprannaturale del déjà vu è che è un’esperienza molto misteriosa, molto strana e molto personale”, ha detto Cleary. “Anche gli scienziati che non credono nell’esistenza delle vite passate a volte mi sussurrano: ‘Hai qualche spiegazione razionale del motivo per cui mi sento così?’ Le persone cercano spiegazioni per questo in diverse aree, ma se sei uno scienziato, ti rivolgi comunque alla logica.

Il deja vu non aiuta a prevedere il futuroultima modifica: 2023-01-30T17:23:47+01:00da koseranda

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