L’MRSA multiresistente agli antibiotici è la principale causa mondiale di infezioni batteriche. La pneumologa Laura E. Crotty Alexander (Laura E. Crotty Alexander) ha attirato l’attenzione sul fatto che tra i suoi pazienti infettati dal “supermicrobo” ci sono molti fumatori che hanno una lotta molto più dura contro l’infezione rispetto a quelli che non fumano.

Per testare in che modo il fumo di sigaretta influisce sul batterio, Crotty Alexander e i suoi colleghi hanno accoppiato macrofagi, cellule immunitarie che inghiottono i patogeni, e MRSA in laboratorio. Allo stesso tempo, alcuni batteri sono cresciuti in presenza di estratto di fumo di sigaretta, altri senza. Alla fine i macrofagi sono stati in grado di far fronte a entrambe le popolazioni del “supermicrobo”, ma ci è voluto molto più tempo per uccidere i batteri cresciuti in presenza dell’estratto.

Ulteriori studi hanno dimostrato che l’estratto di fumo di sigaretta rende il batterio più resistente alle specie reattive dell’ossigeno, che i macrofagi usano per uccidere i microbi. Inoltre, tali batteri diventano resistenti all’azione dei peptidi antimicrobici, piccole molecole che il sistema immunitario utilizza per distruggere le membrane batteriche. Inoltre, maggiore è la quantità di estratto di fumo di sigaretta utilizzata dagli scienziati durante la coltivazione dell’MRSA, più difficile è stato per le cellule immunitarie sconfiggere il batterio.

Gli esperimenti hanno anche dimostrato che i batteri esposti al fumo aumentano la loro capacità di invadere le cellule umane. I topi infettati da tali microbi avevano un tasso di mortalità più elevato a causa della polmonite sviluppata rispetto a quelli infettati da MRSA convenzionale.

I ricercatori ritengono che le sostanze chimiche rilasciate durante il fumo modifichino di conseguenza la struttura della parete cellulare batterica, rendendola meno vulnerabile al sistema immunitario.