Tradizionalmente, la maternità è vista da due prospettive: o questo è uno dei periodi più belli della vita di una donna vita, o questa fase di delusione, problemi, dolore.

Gli stereotipi e una visione ristretta del periodo di gravidanza, nascita e genitorialità influenzano l’opinione ambigua sull’opportunità di avere figli. Sono queste contraddizioni, paure, idee sbagliate che hanno ispirato la fotografa Jenny Lewis a creare una serie di fotografie intitolate “Age is One Day”, in cui mostra le prime 24 ore di vita di un bambino.

“Volevo parlare della forza e della resilienza delle donne che hanno attraversato il parto. Mi sembra che nel mondo di oggi tutto questo passi in gran parte inosservato”, afferma Jenny Lewis.

“Mi interessano le prime 24 ore, quando il corpo di una donna è ancora inondato di ormoni; Mi sforzo di catturare il suo aspetto senza abbellimenti, mentre non è ancora partita dal parto, dice il fotografo. “La pelle della madre è ancora luccicante di sudore, il cordone ombelicale ghiacciato è stato appena tagliato: gli occhi di queste donne sono spalancati per la realizzazione del significato di ciò che hanno raggiunto e vissuto.”

Jennifer Good ha condiviso i suoi sentimenti durante la nascita di sua figlia Nora:

“Nelle prime ore sono stato sopraffatto da un senso di sollievo. Sollievo dal fatto che sia nata sana, che il parto sia avvenuto senza complicazioni, che siamo potuti tornare a casa dall’ospedale così in fretta.

Ma la cosa principale è il sollievo dal fatto che tutto è finito. Scherzo spesso dicendo che questa è la vera ragione delle espressioni beate sui volti delle neomamme. Non si tratta solo dell’amore che provano.

Mi considero una persona forte, con una forte forza di volontà e un’elevata soglia del dolore, ma ho notevolmente sopravvalutato la mia capacità di affrontare il parto.

Non potevo nemmeno immaginare le sensazioni che ho provato, quindi alla fine mi sono sentito come un gladiatore che ha vinto la battaglia.

Karla e River.

Chenelle e Arissa.

Teresa e Tommaso.