I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C. (Lc 21.25-28.34-36) 1 DICEMBRE 2024

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I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C. (Lc 21.25-28.34-36) 1 DICEMBRE 2024

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TESTO:-

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C. (Lc 21.25-28.34-36) 1 DICEMBRE 2024

Dal Vangelo secondo Luca. (Lc 21,25-28.34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». Parola del Signore.

AVVENTO

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C. (Lc 21.25-28.34-36) 1 DICEMBRE 2024

Rinfrancate i vostri cuori perché la venuta del Signore è vicina.

Per realizzare un progetto così grande Dio non si presenta come un super-uomo con poteri straordinari ma in un bambino povero, riconosciuto da poveri che si sottopone alla legge. Per riconoscerlo Maria ci indica la strada.

L’AVVENTO è la preparazione all’incontro con Gesù che viene a visitarci, questo è un evento che non ha uguali nella storia. Dalla nostra preparazione interiore si comprende il grado di interesse e di amore che abbiamo verso Lui.

Se si invita una persona importante a casa, si ordina e pulisce tutto, si cerca di dare il meglio. A Natale incontriamo Gesù Bambino, adesso dobbiamo deciderci se accoglierlo con tutti gli onori possibili oppure ignorarlo. Ma non si potrà chiedere nulla a Lui se non si accoglie nella propria vita.

Il Signore che viene a visitarci nei cuori è la notizia più straordinaria, Egli ci porta la pace, ci dona la vita eterna che ci ha promesso.

Deve trovarci come il “servo diligente” che non si addormenta in assenza del padrone di casa, cosicché il padrone, quando torna, lo trova al suo posto, intento al lavoro. Noi come principale lavoro abbiamo quello di fare pulizie interiori, di mettere ordine nella vita spirituale.

Fermiamoci a riflettere sulle cose più importanti che ci riguardano personalmente.

Non possiamo permettere che i nostri cuori si appesantiscano in “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”.

Il Signore viene a trovarci, questa è la notizia che deve smuoverci dalle posizioni egoistiche per vigilare su ciò che è davvero importante.

I primi cristiani ripetevano con frequenza e con amore: “Vieni, Signore Gesù”. E quei fedeli trovavano, nel vivere così la Fede e la carità, la forza interiore e l’ottimismo necessari per adempiere i doveri familiari e sociali, e si distaccavano interiormente dai beni temporali con quel dominio di sé che conferisce la speranza della vita eterna.(Suor Teresina Urgese)

IL CENSIMENTO

TUTTO IL MONDO E’ IN FESTA PER LA VENUTA DEL SALVATORE GESU’

(Mt.1,25 e Lc.2,1-7)

(Da quasi dieci anni Per ogni mare o terra Più non risuona truce Alcun grido di guerra;
A Roma l’Ara Pacis E’ stata inaugurata E la porta del Tempio Di Giano sta serrata)

Sotto Ottaviano Augusto Si tenne un censimento Atto a fotografare L’impero in quel momento;
Dalla Siria Quirino Era il governatore, Erode il Grande era Della Giudea il signore.

Giuseppe con Maria Felici per l’attesa Deve così per forza Lasciare il suo paese,
E verso la Giudea Si deve incamminare Per giungere a Betlemme A farsi registrare.

La sua famiglia infatti Era di quel casato, Davide di Betlemme Anziano suo antenato.
Viaggiano per tre giorni Per strade polverose, Con soste che si fanno Sempre più numerose.

Ma invano quella sera Bussò ad ogni locanda Perchè ogni volta un NO Ebbe la sua domanda;
Per via del censimento Non si trova un giaciglio, C’è gente in ogni ostello, E’ tutto un gran scompiglio.

Scendono giù dai monti Le ombre della sera, Mentre è in cerca lui in mente Ripete una preghiera.
Gli suggerisce un tale: “Vi sono molte grotte Oltre le ultime case, Dove passar la notte”.

Ed a lui che temeva Il parto ormai imminente Non dispiacque di stare Lontano dalla gente;
Per la sposa era adatto Un riserbo segreto, Al riparo e al di fuori Da ogni sguardo indiscreto.

Questa notte per sempre Divide in due la Storia, Finchè sarà nell’uomo Un lampo di memoria.
Ora, da qui il tempo Sarà in due spartito: Prima di quella notte… Dopo di quel Vagito.

(Non v’è nulla di grande Sotto il firmamento Che abbia avuto un fastoso Grande icominciamento
L’evento trasformante Tutta la storia umana Avvenne in una grotta Umida e un pò malsana).

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C. (Lc 21.25-28.34-36) 1 DICEMBRE 2024

I DOMENICA DI AVVENTO ANNO C. (Lc 21.25-28.34-36) 1 DICEMBRE 2024

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B). NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO (Gv 18.33-37) 24 NOVEMBRE 2024

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XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B).

CON QUESTA DOMENICA FESTA DI CRISTO RE TERMINA L’ANNO LITURGICO.
Nella festa di Cristo Re dell’universo, innalziamo la nostra preghiera perché il regno di Dio trasformi tutta l’umanità, rendendola capace di sostegno verso i deboli e coloro che vivono ai margini della vita.

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B).

TESTO:-
Dal Vangelo secondo Giovanni. (Gv 18,33-37)

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B).

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce». Parola del Signore.

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B).

RIFLESSIONI

Per festeggiare Cristo, re dell’universo, la Chiesa non ci propone il racconto di una teofania splendente. Ma, al contrario, questa scena straziante della passione secondo san Giovanni, in cui Gesù umiliato e in catene compare davanti a Pilato, onnipotente rappresentante di un impero onnipotente. Scena straziante in cui l’accusato senza avvocato è a due giorni dal risuscitare nella gloria, e in cui il potente del momento è a due passi dallo sprofondare nell’oblio. Chi dei due è re? Quale dei due può rivendicare un potere reale (Gv 19,11)? Ancora una volta, secondo il modo di vedere umano, non si poteva che sbagliarsi. Ma poco importa. I giochi sono fatti. Ciò che conta è il dialogo di questi due uomini. Pilato non capisce niente, né dei Giudei, né di Gesù (Gv 18,35), né del senso profondo del dibattito (Gv 18,38). Quanto a Gesù, una sola cosa conta, ed è la verità (Gv 18,37). Durante tutta la sua vita ha servito la verità, ha reso testimonianza alla verità. La verità sul Padre, la verità sulla vita eterna, la verità sulla lotta che l’uomo deve condurre in questo mondo, la verità sulla vita e sulla morte. Tutti campi essenziali, in cui la menzogna e l’errore sono mortali. Ecco cos’è essere re dell’universo: entrare nella verità e renderle testimonianza (Gv 8,44-45). Tutti i discepoli di Gesù sono chiamati a condividere la sua regalità, se “ascoltano la sua voce” (Gv 18,37). È veramente re colui che la verità ha reso libero (Gv 8,32).

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B).

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B).

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 13.24-32) 17 NOVEMBRE 2024

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XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 13.24-32) 17 NOVEMBRE 2024

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 13.24-32) 17 NOVEMBRE 2024

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

TESTO:-

Dal Vangelo secondo Marco. (Mc 13,24-32)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 13.24-32) 17 NOVEMBRE 2024

Quando si chiede ad un bambino che cosa sia per lui la fine del mondo, risponde in termini di catastrofe e di annientamento, così come suggeriscono la bomba atomica e l’inquinamento. Ma quando si interroga Gesù sulla fine dei tempi, risponde in termini di pienezza e di ritorno. Egli afferma con forza che il Figlio dell’uomo ritornerà; non, come è già venuto, per annunciare il regno (Mc 1,15) e il tempo della misericordia (Gv 3,17), ma perché tutto si compia (1Cor 15,28). Allora ognuno troverà il proprio posto (1Cor 14,2-3) e otterrà la sua ricompensa in funzione delle proprie opere (Mt 16,27). La predicazione di Gesù è carica di questa preoccupazione: aprire gli occhi agli uomini sui segni premonitori di questa fine del mondo che non sarà una caduta nel nulla, ma un ingresso nella gloria. Ma ciò che resta e resterà nascosto, è la data di questo istante. Questo è un segreto del Padre. Egli non l’ha ancora svelato. Ecco perché la Parola (il Figlio) non lo sa. Il Padre non ha ancora espresso questo pensiero, per via della sua pazienza infinita e della sua bontà illimitata (2Pt 3,9). Inutile insistere (At 1,6-7) e chiedere: “Perché?”. Per il momento, questo non ci riguarda e non è nemmeno utile per noi saperlo. La sola cosa che conta è sapere che questo ritorno di Cristo ci sarà e che bisogna prepararsi ad esso, altrimenti ci si ritroverà irrimediabilmente esclusi dal Regno (Mt 25,11-12; Lc 13,25).

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 13.24-32) 17 NOVEMBRE 2024

XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 13.24-32) 17 NOVEMBRE 2024

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.38-44) 10 NOVEMBRE 2024

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XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.38-

XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.38-

TESTO:-

In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». Parola del Signore.

RIFLESSIONI

Il Vangelo di oggi ci fa vedere come dobbiamo unire nella nostra vita di cristiani l’umiltà, la povertà, la carità. All’inizio il Signore ci mette in guardia contro la tentazione di cercare la stima degli uomini, come gli scribi, che perfino nel culto ne vanno in cerca: “Amano avere i primi seggi nelle sinagoghe, ostentano di fare lunghe preghiere” e non pensano che il vero culto a Dio è l’umiltà. Certo, non è un male desiderare la stima degli altri, è normale, però se il nostro agire è mosso solo dalla ricerca della stima non ne siamo più degni. Se amiamo “ricevere saluti nelle piazze, avere i primi posti nei banchetti”, siamo egoisti e superbi e nel rischio di “ricevere una condanna grave”: sono parole di Gesù.
La carità che piace a Dio è piena di umiltà, priva di ogni autocompiacimento. Dobbiamo stimare molto tutte le azioni nelle quali carità e umiltà sono unite, perché in esse la carità è custodita dall’umiltà e l’umiltà non è vuota, ma serve alla carità. In questa pagina della Scrittura vediamo con quale delicatezza il Signore fa l’elogio di questa donna povera e vedova, due attributi che nella società del tempo attiravano disprezzo. Io ricordo di aver ascoltato le lamentele di una vedova che, avendo fatto un’offerta modestissima perché era molto povera, era stata disprezzata ed era veramente desolata. Le raccontai questa scena del Vangelo, mostrandole che il Signore non misura le offerte secondo la quantità di denaro, ma secondo la generosità del cuore e guarda con maggior amore quelli che danno con umiltà, senza ricevere la ricompensa della stima altrui. Li stima di più di quelli che possono dare molto e ricevono una ricompensa immediata nella gratitudine, negli onori che si tributano ai ricchi generosi. E ricordo che questa donna fu veramente consolata, al pensiero di essere così ben capita dal Signore stesso. Due spiccioli di una povera vedova valgono di più davanti al Signore di una somma grandissima data da un ricco che nell’offrire non si priva di nulla: “Tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che avevauesta vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. “.
Questa è proprio l’elemosina che è “assai meglio che accumulare tesori, libera dalla morte, purifica dai peccati” perché e un atto di carità vera.
Chiediamo al Signore che nelle nostre azioni ci sia sempre l’unione della carità e dell’umiltà, perché esse siano sempre gradite ai suoi occhi.

MARIA

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

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XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

 XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

TESTO:-

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore.

RIFLESSIONI

XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO B (Mc 12.28-34) 3 NOVEMBRE 2024

Marco ci fa ascoltare, per bocca di Gesù, il nuovo comandamento per eccellenza, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita. Dio ci ha creati per l’amore. Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare. Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un esserino indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esserino che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non in fondamentali relazioni d’amore e grazie ad esse. Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo. Questo richiede ogni sorta di purificazione, e non lo si impara certo sui libri! Il solo modo di imparare ad amare è quello di lasciarci amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l’unico Signore ed è Amore.

Venerdì Della XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

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XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

NELLA FESTOSA ASSEMPLEA DEI SANTI RISPLENDA LA GLORIA DEL SIGNORE
E IL LORO TRIONFO CELEBRI I DONI DELLA SUA MISERICORDIA.
NELLA LORO VITA CI OFFRE UN ESEMPIO, NELL’INTERCESSIONE UN AIUTO,
NELLA COMUNIONE DI GRAZIA UN VINCOLO DI AMORE FRATERNO.
ESSI HANNO USATO IL TEMPO PER RAGGIUNGERE L’ETERNITA’

TESTO:-
Della XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12
Dal Vangelo secondo Matteo. (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi». Parola del Signore.

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

RIFLESSIONI

Gesù sale sul monte, cioè entra nel cuore di Dio, nel cuore di Dio porta anche i suoi discepoli, dal cuore di Dio dona la nuova legge, le Beatitudini. Esse però sono per l’uomo più incomprensibili dei geroglifici dell’antica scrittura. Anche se una persona è riuscita a decifrare qualcosa di esse, la sua decriptazione non serve a nessuno. Vale solo per essa. Ogni altro ha bisogno della sua personale interpretazione e della sua attuale, momentanea, odierna traduzione. Nessuno può leggerle per un altro e neanche le può vivere come le ha vissute o comprese un altro.
Maestro capace di interpretare i geroglifici delle Beatitudini, che le può decriptare, tradurre, adattarle ad ogni anima è lo Spirito Santo. Lui viene, legge ogni beatitudine e con saggezza eterna indica ad ogni cuore come viverle nell’attualità del tempo, nelle mutate circostanze storiche, nella variabilità dei luoghi, nelle situazioni concrete in cui esso verrà a trovarsi. Ogni beatitudine ogni giorno dallo Spirito Santo va letta e ogni giorno applicata all’anima secondo perfetta attualità, nel rispetto della purissima volontà di Dio, dal cui cuore esse sono sgorgate.
Come unico è il cuore, unica la vita, unico il carisma, unica la persona, così unica sarà la lettura e l’applicazione che lo Spirito del Signore farà per ogni anima. La storia attesta che nessuno di quanti sono stati condotti, guidati, ammaestrati dallo Spirito di Dio ha vissuto le Beatitudini uguale ad un altro. Attesta altresì che anche quanti hanno deciso di seguire le orme tracciate dal loro maestro umano, questo o quell’altro santo, ognuno ha vissuto, vive e vivrà le beatitudini donando ad esse sempre una modalità personale. L’imitazione nella forma è solo per quanti non sono condotti e guidati dallo Spirito Santo. Non vi è alcuna ripetizione nella vita secondo le Beatitudini.
Il primo che ha decriptato le Beatitudini è stato lo stesso Gesù, con il Discorso della Montagna. Esso però non risolse il nostro problema della quotidiana decriptazione. Al negativo esso è chiaro. Quando però si tratta di superare la giustizia degli scribi e dei farisei, allora solo lo Spirito di Dio può farci da maestro. Nessuno potrà da solo leggere, spiegare, applicare alla sua vita questa nuova legge di Gesù Signore. Essa è troppo alta da essere consegnata allo spirito dell’uomo e alla sua intelligenza. Troppo profonda perché vi si possa immergere lo sguardo. Troppo divina per essere spiegata da un cuore umano. Noi siamo fatti di terra e per di più di terra di peccato. Sempre dovrà essere invocato lo Spirito Santo perché illumini gli occhi a vedere il visibile per noi. La personalizzazione delle Beatitudini è la sua opera perenne.
Le Beatitudini non proibiscono qualcosa perché non la si faccia. Manifestano invece un nuovo modo di essere. Si tratta di una modalità senza modalità, di un limite senza limite, di un’opera senza alcuna opera, perché è l’essere stesso che è chiamato a vivere, ad esprimersi, manifestarsi, rivelarsi in tutto il suo nuovo splendore. Quali opere deve compiere il povero in spirito, il mite, quelli che sono nel pianto? Le Beatitudini portano l’uomo dal mondo della carne a quello dello spirito, dal mondo dell’uomo al mondo di Dio, dalla terra lo portano nel cielo. La vita nuova delle Beatitudini è vita che inizia ma che mai potrà giungere ad un termine, perché il termine è infinito. Le Beatitudini ci chiedono di essere perfetti in tutto come Dio è perfetto e misericordioso.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci miti e umili come Gesù.

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12

XXX Settimana Del Tempo Ordinario Anno B Tutti i Santi Mt 5,1-12