Il passato remoto (o perfetto semplice) è un tempo verbale dell’indicativo e si usa per indicare un fatto avvenuto nel passato, concluso e senza legami di nessun tipo con il presente; la lontananza è di carattere sia cronologico, sia psicologico.
Treccani
...ecco, tu sei il mio passato non ancora remoto, però sempre PASSATO sei. Quindi sarebbe "cosa buona e giusta" archiviarti al più presto nel mio passato remoto, ma non è così facile come mi era parso in un primo momento.
Penso che, come accade a tante altre persone, do valore al tempo sbagliato. A
vanzo guardando ancora indietro, al
passato.
Così rischio di inciampare, di finire in una buca non vista o, addirittura, centrare in pieno un palo e nel frattempo sottovaluto questo
presente che, a pensarci bene, non è affatto male anche senza di te. Soprattutto, rischio di non impostarlo in modo tale da orientarlo verso un
futuro più gratificante.
A volte non siamo affatto obiettivi. Guardiamo al passato dimenticando quello che non ha funzionato, che ci ha fatto stare male e che - appunto - gli ha impedito di essere il nostro presente.
Vantiamo la capacità "fuori dal normale" di ancorarci a copioni di vita sbagliati e ripetitivi, piuttosto che avere il coraggio di tentare un nuovo percorso di vita che, indirizzato in maniera diversa, potrebbe darci felicità e soddisfazioni ancora più grandi.
Abbiamo quasi paura di affrontare il nuovo e ci precludiamo l'opportunità di vivere una vita migliore con accanto, magari, persone più adatte a noi.
A volte, dovremmo fare meno chiacchiere e più fatti...