Pillole di riflessione… Hot passion

Non penso che l’esistenza di una persona debba scorrere necessariamente lungo un tracciato ben definito.

Anzi, spesso è quando ci si perde, quando si abbandona l’ordine prestabilito di uno schema, quando si esce dalla strada maestra, che si fanno scoperte sensazionali, anche su di sé.

…non possiamo davvero sapere di cosa abbiamo bisogno e cosa ci piace veramente se non ci lasciamo un po’ andare almeno una volta nella vita…

Così, se ora raccontassi di…

…una bocca, vogliosa, che con le labbra morbide si appoggia ad un’altra bocca, in attesa… la sfiora e la sfiora ancora… poi, piano piano, si sposta lentamente… giù verso il collo… e poi alla scoperta della pelle nuda, priva di segnali di direzione… solo campo da esplorare…  soffermandosi dove il panorama è più bello… dove il profumo è più intenso… nessun tracciato da seguire… nessuno schema da osservare… solo la passione di andare oltre quello che è stabilito, che è sicuro, che è consuetudine, che è abitudine… perdersi in percorsi prima inimmaginabili… e alla fine del viaggio, comprendere quante sensazioni sono state trascurate ed ignorate solo per la pigrizia di rimanere sui soliti binari o per la paura di abbandonarli…

…ciascuno interpreterebbe queste parole secondo quella che è la propria esperienza di vita, ma forse solo sulla pelle di chi ha saputo lasciarsi andare correrebbe un brivido inatteso… hot passion

L’interruttore dei pensieri

…oggi lo cerco ma non lo trovo: dov’è finito l’interruttore dei miei pensieri?

Perché a volte non sono capace di spegnere un pensiero che mi infastidisce? Forse perché non mi impegno abbastanza… Sono la causa del mio male.

Oggi è una meravigliosa giornata e il richiamo dell’aria aperta è stato fortissimo. Ho infilato la tuta leggera, calzato le vecchie scarpe da corsa, legato i capelli e sono uscita.

Sono uscita con il mio zaino di pensieri sulle spalle e quando ho cominciato a correre, quei pensieri si sono disciplinatamente allineati, messi in fila per essere scaraventati via ad ogni mio sobbalzo. Lo zaino si è fatto presto leggero e me ne sono dimenticata, mentre l’aria fresca accarezzava la pelle e il sole la scaldava. Una sensazione magnifica che avrei voluto dilatare all’infinito.

La terra battuta, l’erbetta morbida, le pozzanghere, il sole tra le fronde degli alberi. Alzare lo sguardo al cielo e sentirmi parte di questo mondo nel silenzio della natura. Poi voci lontane. Altre persone solitarie come me. Quei due cagnolini che mi hanno accompagnato per un tratto di strada.

Tutto era in ordine, compresi i miei pensieri. Avevo trovato l’interruttore e lo avevo spento.

Sono tornata a casa camminando, perché l’ultima salita è stata più ripida del solito; lo zaino stava tornando ad essere pesante. Ho spinto con la mia solita testardaggine e alla fine, col cuore in gola, passo dopo passo, concentrandomi sul “qui e adesso”, sono arrivata vicino alla cima. Poi è cominciata la pianura e già rimpiangevo lo sforzo della salita.

Ma quando sono rientrata in casa mi ha avvolto il buio e quell’interruttore ho dovuto riaccenderlo.