A per sempre…ma non ora né mai.

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…e in un attimo ti ritrovi al 18 gennaio…

In un attimo realizzi che sono passati i giorni e nemmeno te ne sei accorta. O forse te ne sei accorta fin troppo, dato che sei una scheggia impazzita che corre per cercare di stare dietro a tutto.

Ed il cuore? Il cuore rimane lì, zitto, al suo posto. E tu fingi che vada tutto bene, assecondi, accompagni, ti barcameni tra affetto e qualcos’altro, perché sai che non ci sono alternative, soprattutto in questo momento.

Chissà se ci sarà mai un tempo per noi, in un’altra dimensione, in un’altra vita.

E’ l’eterno gioco dei miei sentimenti…sempre al momento sbagliato, nelle situazioni sbagliate, con le persone (forse o sicuramente) sbagliate.

Cercarsi con gli occhi, rubare attimi e minuti a conversazioni superficiali ma…

Accompagnarsi in ritorni a casa, quando la notte scende e si può far finta che tutto sia diverso.

Ma così non è, il sole la mattina sorge a ricordarcelo. E così ricomincia la finzione, ma “sento” e non posso credere che tutto sia frutto di immaginazione, perché lo sguardo non mente…forse…

Tanto a cosa serve? Non c’è destino,non c’è futuro e tutto torna lì, sul fondo…si deposita perché l’acqua sembri, in superficie, cristallina.

Ed invece il torbido è tutto lì, dov’è sempre stato e dove sempre sarà a ricordarci quello che avremmo voluto essere, vivere, condividere…

Caro Lettore, chissà se vivi l’impossibilità del sentire condiviso. Chissà se queste mie parole riecheggiano nella tua anima, suonando familiari.

Forse siamo solo in balia del vento degli imprevisti.

Ed io vorrei, vorrei davvero tornare in quel limbo in cui sono stata per…dieci lunghi anni…Non so cosa pagherei per tornare a quell’apatia dei sensi che mi ha consentito di sopravvivere per tutto questo tempo alle tempeste che ho dovuto, per forza di cosa, affrontare.

Non posso permettermi questa debolezza, non posso. Devo tornare a NON sentire.

Mi manca la felicità…

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…ed alla fine mi manchi.

E’ così e non posso farci nulla, del resto a che servirebbe?

In una giornata come quella di oggi mi sono mancati i nostri scambi, i nostri messaggi arguti, le nostre battute, anche i nostri discorsi seri.

Peccato non si possa tornare indietro nel tempo, lo vorrei davvero. Se non altro per evitare quello che sto vivendo in questi giorni.

Intendiamoci…non è una tragedia e nemmeno LA tragedia. Sono troppo vecchia per queste cose e, in passato, ho già dato.

Non sbaglierò di nuovo, non più.

E’ come stare sul ciglio del baratro…ecco, la sensazione è proprio quella. E non è piacevole, non lo è per nulla.

Caro Lettore, chissà quante “grasse risate” ti farai leggendomi, magari pensi anche che a te, questo genere di cose, non capita né capiterà mai…

Sei fortunato, lo sei davvero…significa che sei salvo…da quella malattia, a carattere epidemico, devastante ed altamente contagiosa che si chiama…”infatuazione”.

So che pensavi alla parola…amore…ma no, è troppo troppo grande per essere contenuta qui, in mezzo a tutte queste parole.

La paura è stata più forte del coraggio.

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Io ero là…

C’ero…

Ero lì fuori prima, quando era ancora chiuso…e poi anche dopo.

Ma sono andata via. Non ce l’ho fatta a rimanere. Che senso avrebbe avuto?

La paura è più forte del coraggio: per me è sempre stato così. Almeno in queste cose. Per altre ho coraggio da vendere.

E mai saprai che ero lì. Ti ho visto. Un attimo, un soffio…un alito di vento e poi  di corsa via…lungo quella salita…come fossi una ladra che non voleva essere sorpresa a rubare.

Rubare cosa? Ed a chi?

Chissà se ti chiederai mai perché non fossi lì.

Chissà se mi chiederai mai perché, alla fine, io non sia venuta.

Ero lì, ad un passo dal cuore.

Ad un battito di ciglia.

Ad un respiro.

…ed il mio più grande rammarico non aver potuto ascoltare il tuo cuore. Perché sono certa che lì, sì proprio lì, tu lo abbia fatto “cantare”…

Caro Lettore, non prendere esempio da me.

Affronta la Vita con coraggio. Altrimenti ti rimarrà per sempre il rimpianto di “non aver osato”…