La paura è stata più forte del coraggio.

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Io ero là…

C’ero…

Ero lì fuori prima, quando era ancora chiuso…e poi anche dopo.

Ma sono andata via. Non ce l’ho fatta a rimanere. Che senso avrebbe avuto?

La paura è più forte del coraggio: per me è sempre stato così. Almeno in queste cose. Per altre ho coraggio da vendere.

E mai saprai che ero lì. Ti ho visto. Un attimo, un soffio…un alito di vento e poi  di corsa via…lungo quella salita…come fossi una ladra che non voleva essere sorpresa a rubare.

Rubare cosa? Ed a chi?

Chissà se ti chiederai mai perché non fossi lì.

Chissà se mi chiederai mai perché, alla fine, io non sia venuta.

Ero lì, ad un passo dal cuore.

Ad un battito di ciglia.

Ad un respiro.

…ed il mio più grande rammarico non aver potuto ascoltare il tuo cuore. Perché sono certa che lì, sì proprio lì, tu lo abbia fatto “cantare”…

Caro Lettore, non prendere esempio da me.

Affronta la Vita con coraggio. Altrimenti ti rimarrà per sempre il rimpianto di “non aver osato”…

Delirio di parole…

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Caro Lettore,

sospetto che ci siano problemi col blog, perché, di fatto, non riesco a vedere visualizzazioni e questo mi sembra strano.

Per carità, mi rendo conto di non trattare argomenti di chissà quale interesse…ma è strano che nessuno, anche per caso, passi di qui…

Ebbene poco importa, l’obiettivo di queste pagine è dare un ordine sparso alle parole che mi affollano la testa e, detto tra noi, evitare di scriverle ad un probabile destinatario.

E, di certo, ti starai chiedendo perché le metta nell’infinito oceano dell’etere virtuale…è diverso.

Le parole, scritte in rete, alla fine appartengono a tutti…ed al tempo stesso sono di nessuno.

Scrivere su un blog m’impedisce di fare errori e, contestualmente, mi consente di sbagliare…seppure qui.

Dal primo giorno dell’anno…silenzio…

E poi, improvvisamente, da ieri…una cascata di parole.

Che strani siamo noi esseri umani: allontaniamo ed avviciniamo…ci allontaniamo e ci avviciniamo…Poi forse ci rendiamo conto o forse ci manchiamo e quindi cercarci è inevitabile.

E’ quasi folle…

…ma ha senso parlarsi così? Ah sì…forse sì. Se si parla di lavoro, va benissimo…

Qualcosa continua a non tornarmi e continuerò a far finta di nulla. E’ l’unico modo che possa avere per sopravvivere a tutto questo e non piombare nel pantano della disperazione.

Possibile che tutto sia già prestabilito? Tutto già segnato? Come un destino già scritto che non possa essere modificato? Possibile che le sensazioni non abbiano un nome e che, soprattutto, siano univoche?

No, non credo…ho una percezione troppo chiara, troppo evidente…e da “lì” è cambiato tutto.

Lì si è acceso e spento qualcosa…contemporaneamente.

Stordirsi ed ubriacarsi di musica è il solo modo per dimenticare…Non trovo soluzioni che non abbiano il nome del silenzio, che non siano tacitare le voci, rimandando tutto sul fondo.

Caro Lettore, chissà cosa faresti se fossi al mio posto.

Chissà se avresti il coraggio di prendere in mano la tua vita e combattere per essa.

Chissà se daresti il giusto peso alle parole.

Chissà se useresti le parole giuste e non metafore di esse.

Chissà se le parole ti servirebbero ad essere te stesso e non a farti nascondere proprio da esse…

Un delirio di parole…ma va bene così.

Fingiamo che le parole ci coprano e che nessuno veda e senta nulla…

E tu, sì tu…smettila d’inciampare nel mio cuore…

Le parole àncora di…salvezza o disperazione

Quando aspetti qualcosa fortemente.

Quando rimani appeso ad un messaggio perché sai che quelle parole cambieranno la tua giornata e determineranno la tua gioia o la tua implacabile tristezza.

Vedi, caro Lettore, che potere hanno le parole? Ti legano ad un filo sottile che può “strozzarti” o guidarti su vie mai battute.

E’ quell’attesa, quell’aspettativa, quel battito incontrollato ed irrefrenabile del cuore che ti fa rimanere sospesa mentre ogni minima vibrazione del telefono ti fa sospirare.

E dunque davvero è così? Le parole possono essere àncora di salvezza oppure fardello che ti porta inesorabilmente sul fondo?

Quanto siamo strani noi esseri umani…ci basta così poco per arrivare ad alte vette ed altrettanto per schiantarci sul fondo, privi di forze.

Una gomma da cancellare

E buongiorno, caro Lettore…

Siamo al secondo giorno dell’anno ed almeno io vorrei fosse già il 2021.

Ti sembro esagerata? Possibile…

Ma ricordi la questione del detto&non detto di ieri? Ebbene vorrei poter tornare indietro di almeno 40 giorni, non rifarei di certo diverse cose che ho fatto e di cui mi pento amaramente.

So con certezza di non esserne l’unica artefice, ma è molto facile, per l’essere umano, pensare di “cancellare” ogni cosa come se si avesse in mano una gomma e fosse sufficiente adoperarla per azzerare emozioni, parole, sentimenti, stati d’animo.

Lungi da me il voler passare da vittima, solo non mi capacito, né mai mi capaciterò, di come si riesca, con incredibile facilità, a far finta di nulla.

Si può davvero fingere fino a questo punto? Si può davvero ignorare il prossimo e ferirlo senza avere un minimo di sensibilità?

Ho sempre creduto che le persone andassero rispettate a prescindere, in quanto esseri umani, e che bisognasse comunque avere il tatto e la sensibilità di dire le cose.

Ho altresì ritenuto che albergasse, in ogni individuo, un minimo di bontà e di altruismo. Ho probabilmente sempre sbagliato. Esistono anche l’egoismo e la cattiveria.

Si gioca con le parole, si gioca con i sentimenti, si gioca con la vita.

E si sbaglia, si sbaglia di grosso e non si hanno nemmeno il coraggio e l’umiltà di ammettere di averlo fatto.

Fare un passo indietro diventa necessario, ma rimane la rabbia di non poter “smascherare” queste azioni perché, magari, si è troppo educati e rispettosi per farlo. O semplicemente perché bisogna sopravvivere in un determinato contesto anche, e non solo, lavorativo.

Rientrare sarà faticoso, far finta di nulla ancora di più. Ma rimane l’amarezza di dover fare la parte della “stupida” perché quella della “furba” se la sono già presa.