Un’oscurità trasparente

Edvard Munch e la forza della depressione tra arte e malessere

Riproposto da Mondadori negli Oscar, Un’oscurità trasparente di William Styron, già apprezzato dalla società scientifica quando uscì nel 1990, è un memoir in cui l’autore racconta della sua grave crisi depressiva. Non è un libro che avalla l’aspirazione al suicidio – giacché ne indaga le cause senza riconoscergli un valore morale – ma piuttosto il tentativo di far comprendere, a coloro che tacciano di abominio chi a quella risoluzione cede, che talvolta non si ha scelta.

Un estratto:

Le sofferenze causate da una grave depressione sono assolutamente inimmaginabili per coloro che ne sono immuni e l’impossibilità di tollerarle a lungo produce un gran numero di suicidi, la cui prevenzione continuerà a essere impedita finché mancherà una conoscenza generalizzata della natura di tali sofferenze. Con il benefico trascorrere del tempo, unica vera benedizione, e spesse volte con l’intervento medico e l’ospedalizzazione, la maggior parte delle persone sopravvive alla depressione. Ma la tragica schiera di coloro che sono indotti da questa malattia a distruggere la propria esistenza non dovrebbe essere oggetto di riprovazione più di quanto lo sono le vittime del cancro“.

Ecco, sarebbe bello se un giorno si arrivasse a dare l’annuncio di un avvenuto suicidio senza imbarazzi, invece di bisbigliarlo come si fa oggi.

Un’oscurità trasparenteultima modifica: 2021-12-05T09:35:05+01:00da VIOLA_DIMARZO

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