AFFABULAZIONI

Quando il coronavirus cambia la dimensione domestica


  "L'appello di stare a casa è diventato un decreto legge, ed è una cosa a cui non siamo tanto abituati. Io forse un po' di più, facendo lo scrittore e amando la malinconia. Ma questa privazione può essere un bel modo per tornare ad avere un contatto con noi stessi. [...] Per prima cosa, possiamo finalmente fare un po' di pulizia. Quelle attività noiose che siamo sempre troppo pigri per compiere, come riordinare le vecchie foto, sistemare i cassetti, buttare finalmente cose inutili che aspettavano solo un cataclisma perché noi le facessimo fuori. [...] Per chi, come me, può lavorare da casa, è il momento di qualche azzardo in cucina: piantiamola per una volta di cercare le ricette pronte in dieci minuti di Benedetta Parodi, iniziamo a cuocere i legumi con quegli ammolli durante i quali io prima andavo a Milano e facevo due riunioni! Usiamo il tempo per far lievitare il pane o per preparare il dessert. Io ho fatto la mia seconda torta della vita un paio di giorni fa: mi è venuta piuttosto bene, anche se ho esagerato con le mele e lo zucchero a velo".

Luca Bianchini

   Il cinismo beffardo e letale da cui siamo stati investiti ha costretto anche me, con furente livore, a dedicare più tempo alle faccende domestiche che, per carità, vanno fatte, ma nel mio caso restano un ambito pressoché indomabile da affrontare una volta a settimana con sacrificio epico. Va meglio in cucina, ma solo perché torte alle mele e tiramisù si offrono da validi alleati per allentare la morsa dell'impotenza che aleggia sull'ambiguità dei tempi. Il postprandiale, però, mi vede puntualmente sopraffatta dalla petulanza del rimorso, talvolta messo a tacere cercando su youtube un workout che, al pari di quelle creme dagli effetti tensori momentanei, restituisce alla muscolatura il vigore delle ore stoicamente dedicate alla palestra.