AFFABULAZIONI

E quindi uscimmo a riveder le stelle


   La situazione attuale, che vede ancora saldamente al comando il Nemico Invisibile, è caratterizzata dal ruolo preponderante giocato dalla paura. Per lenire la pena dei giorni c'è chi invita alla resilienza e chi propone di leggere Diario dell'anno della peste, giusto per scoprire che non siamo differenti da coloro che ci hanno preceduto nel lontano 1665; a seguire, sempre sulla falsariga della consolazione fai da te, i più pragmatici suggeriscono di riappropriarsi del concetto di mortalità, arbitrariamente rimosso - e questo andrebbe recitato come un mea culpa - insieme a quel vastissimo arsenale che dice dell'impossibilità di essere all'altezza della vita; in coda ci sono i lungimiranti che, lungi dal consigliare, ammoniscono che dopo il virus ritorneremo a vivere ma non nel modo in cui avremmo vissuto se non ci fossimo beccati la sberla del Covid-19. Nel frattempo, e questo lo dico io, potremmo tornare a guardare le stelle, accantonando per qualche minuto la spettralità quotidiana e facendo riemergere le ragioni del cuore. Facciamolo il 12 aprile in occasione della Giornata Mondiale dei viaggi dell'Uomo nello Spazio. Saremo in tanti, saremo meno soli.