James Joyce e Nora

Non scriverò in questa pagina ciò che mi riempie la mente, la vera e propria pazzia del desiderio. Ti vedo in cento pose, grottesche, vergognose, verginali, languorose…Voglio essere signore del tuo corpo e del tuo spirito”.

Questo scriveva James Joyce alla moglie Nora, donna senza istruzione con un passato da cameriera ma, alla faccia del perbenismo, amatissima dallo scrittore che meglio di altri contribuì a dare lustro alla scena letteraria irlandese. Alcuni critici trovarono le lettere di Joyce pornografiche, ma la domanda è: perché considerare disdicevoli i pensieri di un uomo racchiusi in un carteggio non destinato alla pubblicazione?
Piuttosto, diciamoci la verità: essere consacrate al ruolo di Musa dal proprio uomo è un privilegio per poche; a me è toccato due volte e ne sono stata così smisuratamente felice da desiderare di distruggere tutto.

“Accanto e dietro a questo amore spirituale che provo per te c’è anche un desiderio selvaggio e bestiale di ogni centimetro del tuo corpo, di ogni suo odore o azione…”

James Joyce e Nora uscirono insieme la prima volta il 16 giugno 1904,  il giorno in cui si svolge l’Ulisse. Nora non ne completò mai la lettura.

“C’è una lettera che non oso essere il primo a scrivere ma che pure spero ogni giorno che mi scriverai. Una lettera solo per i miei occhi. Forse me la scriverai  e placherà il mio desiderio.

Che cosa può separarci ora? Abbiamo sofferto e siamo stati messi alla prova. Ogni velo di vergogna e diffidenza sembra essersi dissolto tra noi. Non vedremo negli occhi l’uno dell’altra le ore e ore di felicità che ci attendono?

Adorna il tuo corpo per me, carissima, sii bella e felice e amorosa e provocante, piena di ricordi, piena di desideri, quando ci vediamo. Ti ricordi i tre aggettivi che ho usato nel mio libro parlando del tuo corpo? Sono “musicale e strano e profumato”.

La gelosia non è ancora del tutto spenta. Il tuo amore per me dev’essere feroce e violento…”.

foto: Ruth Bernhard, Nude

James Joyce e Noraultima modifica: 2020-05-13T18:03:45+02:00da VIOLA_DIMARZO

20 pensieri riguardo “James Joyce e Nora”

  1. “Alcuni critici trovarono le lettere di Joyce pornografiche, ma la domanda è: perché considerare disdicevoli i pensieri di un uomo racchiusi in un carteggio non destinato alla pubblicazione?”

    La pornografia è un’astrazione dai contorni indefinibili. Venendo invece alla domanda, tante volte il pubblico ed il privato fanno sfracelli. Succede quasi sempre quando la lei, decide di passare dal privato al pubblico.

    “Per nulla al mondo. Un amore di Cioran”. Scritto da Friedgard Thoma.

  2. “malgrado” fa il paio con il “nonostante” di Ibsen.
    L’amore, se ne fotte delle preposizioni. Se l’amore sentisse qualcuno dire: “ti amo, malgrado” o “ti amo, nonostante”, penserebbe: “ma che cazzo sta dicendo?” e gli toglierebbe il saluto.

  3. p.s.: quindi Cioran ha detto solo una frase ad effetto. Se “malgrado tutto” coprisse l’infinito, avrebbe le dimensioni dell’amore e quella dimensione può averla solo l’amore.
    Quindi “ti amo perché ti amo, punto” credo sia l’affermazione più vera anche se non è di grande effetto. Il “malgrado tutto”, è qualcosa che conviverà con l’amore ed è una spada di damocle che si porteranno appresso entrambi, sia il mittente che il destinatario.

  4. Direi che l’amore è la astrazione atta a coprire di significato più nobile il prurito genitale. E mi pare che il prurito di Yoice fosse ben forte se si carica di parole che definire pornografiche è gioco economico. Deve essere un processo mentale tipico del maschio infoiato ,che poi a seconda di tempi e circostanze si esterna in poesia o scandalo a sfondo torbido. Ahhhh l amore deve avere sospirato Weinstein in un anelito di infinito prima di beccarsi 23 anni. A Joyce che mi pare un cretino ne darei altrettanti per manifesto puerilismo da segaiolo , amore amore…..:)

  5. Credo che non si possa mai prescindere da un “malgrado” o da un “nonostante”…
    “Ti amo malgrado la tua passione smodata per la Juve”, detto da una donna che conosce Buffon solo per le vicende sentimentali narrate dalla cronaca rosa. Oppure: “Nonostante tu ignori l’esistenza del congiuntivo, io ti amo lo stesso”, detto da una purista della lingua. Gli esempi sarebbero innumerevoli perché non esiste l’altra metà perfetta della mela ma grazie al cielo esiste un filo rosso che riesce ad unire quelle due metà imperfette.

  6. Tu non immagini cosa sia l’amore totalizzante, quello che allo sguardo disincantato (“di ogni centimetro del tuo corpo, di ogni suo odore o azione”) associa la sublimazione. Bada, te lo dico col sorriso, il tuo punto di vista è valido quanto il mio. Gli antichi sostenevano che il sapere ha origine dall’osservazione del cielo e quindi “Ab Iove principium, Musae…”

  7. Non sarei così drastico nella speculazione che fai dell’amore. Non a caso ho tirato fuori la Thoma che, a mio avviso, sputtanò l’immagine che aveva costruito di se stesso Cioran.
    Da un lato, l’amore è qualcosa d’indiscutibile e che va al di là del prurito dei nostri genitali e, spessissimo, anzi, molto spessissimo, volontariamente chiamiamo amore quel banale prurito, altre volte, invece e nei fatti, scopriamo che quella roba che può arrivare a condizionare un’esistenza, va ben al di là del banale prurito fisico. Essendo sottilissima, difficile da percepire, molto individuale e, quindi, molto variabile la linea di confine tra quello che può essere chiamato amore e quello che non lo è, ma solo qualcosa che gli somiglia molto, anche per noi stessi è difficile averne certezza. L’amore però esiste, al di là della massificazione che ne facciamo.
    Sul prurito di Joyce, ci andrei più piano a cominciare, come parecchia critica, dal considerarlo “un processo mentale tipico del maschio infoiato” che, nel caso di Nora, potrebbe anche starci, ma se lo fosse, io dirò il mio “grazie” a Joyce perché col suo linguaggio mi ha evitato a scuola di dover leggere e studiare anche le sue pagine mentre, ahimé, ho dovuto leggere e studiare pagine di millemila autori che celavano i loro pruriti per Silvia, per Beatrice o per Fiammetta. Come farsi seghe usando però il guanto della decenza del linguaggio rimato e poco esplicito per, comunque, ricamare sui loro pruriti.
    Proprio come per l’amore, credo che anche la pornografia abbia un perimetro difficilmente identificabile e mi chiedo, quando deformazione mentale sia necessaria per tirarla in ballo usando il metro del termine volgare o dell’esplicito. Non facciamo, forse, la stessa cosa con la violenza, quando se non vediamo una vetrina sfasciata o tracce di sangue non la chiamiamo violenza? Fino ad arrivare all’assurdo culturale da non accorgerci che l’obiezione di coscienza è una delle forme di violenza peggiori. Alla fine, forse, la donzelletta che vien dalla campagna è molto più a rischio di Nora proprio perché la mente di Leopardi è meno esplicita di quella di Joyce 🙂

  8. Vicino ad un palo, scritta a matita, credo di aver letto la più bella frase d’amore:
    “Maria, ti amo più del Napoli”.
    Quello che più di tutto mi colpì di quella frase, fu la risposta di Maria. Risposta che non c’era ma che immaginai:
    “Ti amo anch’io, malgrado tu l’abbia scritto a matita. Mi fa più paura questo ‘malgrado’ che il tuo Napoli”

  9. Be’, poteva fare di meglio il tifoso napoletano; scrivere una dichiarazione d’amore con la matita è ben poca cosa, anche se dal punto di vista ecologico, la scelta è perfetta. La prima pioggia avrà cancellato tutto, e comunque la pioggia non bagna il cuore…:)

  10. Di certo l’amore non dovrebbe avere una collocazione politica, ma noi gliel’abbiamo data a cominciare dalla religione. Il maschio che fa la spia: 12 Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». 13 Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato». 14 Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. 15 Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Come se non bastasse a prendersela con il bodyguard che aveva messo a difesa dell’albero della cuccagna, insiste a prendersela con la povera Eva. 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. – e va bene voglio pure starci, sei incazzato, ma poi ti passerà. E invece, no. Cali pure la briscola! – Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». Tuo marito??? Introduci un concetto nuovo e me lo imponi pure! Eva potrebbe rispondergli “Marito? Ma chi cazzo lo vuole a questo spione per marito?”, ma non lo fa e deve prendersi la mazzata finale e definitiva: “egli ti dominerà”, quella che ha messo in mano al maschio il diritto di disegnarsi il mondo così come più gli faceva comodo!
    L’amore, quello vero, quello che ha alla base il rispetto reciproco, non quello formale, ma il rispetto inteso nel diritto e nella persona, non ha un colore politico. Il colore politico viene da leggi come “il delitto d’onore”; da frasi come “finché morte non vi separi”; da tradizioni come “imporre il battesimo” piuttosto che lasciare che sia una scelta; da interpretazioni come “l’amore è una proprietà e quindi la difenderò anche contro ogni sua volontà perché la proprietà non decide ma decido io”; da interpretazioni come “se non me la dai con le buone me la prendo con le cattive”; da regole scritte o non scritte secondo le quali la donna dev’essere discriminata sul lavoro, sulla carriera, sul trattamento economico, sul tempo libero; da voglie come rendere illegale l’aborto. E tutto questo non significa che l’amore abbia un colore, ma significa soltanto che sono di destra certi atteggiamenti e visioni.

  11. Vedessi che ha combinato nel suo blog…mi ha fatto morire dal ridere. Arien, continua così e assurgerai al ruolo di vendicatore di tutte le donne maltrattate:)

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