AFFABULAZIONI

2020: l'annus horribilis raccontato per immagini


Se alla Regina Elisabetta venisse chiesto di definire in modo lapidario l'anno corrente, probabilmente ricorrerebbe all'espressione annus horribilis, già usata pubblicamente nel 1992 in riferimento agli scandali che avevano travolto la Royal Family. Noi, privi della raffinatezza che la contraddistingue, abbiamo già etichettato il 2020 come shitty time, restando consapevoli del fatto che non sarà la notte di San Silvestro ad archiviarlo, dal momento che non esiste "un prima e un dopo", ma piuttosto, come insegna sant'Agostino "un presente del passato, un presente del presente e un presente del futuro".

Ma ripercorriamo l'anno agli sgoccioli, ricorrendo ad immagini che non dimenticheremo.

Gennaio. Greta Thunberg a Losanna partecipa a uno sciopero per il clima.

Febbraio. Wuhan, Cina. L'epidemia è sotto gli occhi del mondo.

Marzo. Nella notte tra il 18 e il 19, mezzi militari attraversano le strade di Bergamo. Trasportano i feretri delle persone decedute in città a causa del Covid-19. Nell'immagine che apre il post, l'infermiera stremata, diventata uno dei simboli della tragedia.

Aprile. Durante il lockdown, da nord a sud, la gente canta sui balconi.

Maggio. Diodato, vincitore del Festival di Sanremo, si esibisce all'Arena di Verona. Deserta.

Giugno. A New York il movimento Black Lives Matter protesta dopo l'uccisione dell'afroamericano George Floyd.

Luglio. Un murales, a Trastevere, celebra il musicista premio Oscar Ennio Morricone.

Agosto. Un arcobaleno abbraccia il nuovo ponte San Giorgio di Genova.

Settembre. Vasti incendi devastano la California.

Ottobre. A Bangkok manifestazioni pro democrazia.

Novembre. Joe Biden è eletto Presidente degli Stati Uniti. Kamala Harris è la sua vice. Il 25 muore Diego Armando Maradona.

Dicembre. È per Margaret Keenan, 90 anni, la prima dose di vaccino anti-Covid; dopo toccherà a William Shakespeare. Il 9 muore Paolo Rossi, indimenticato protagonista di Spagna 1982.

Ultim'ora: Accordo raggiunto tra Londra e Bruxelles. Protagonisti Boris Johnson e Ursula von der Leyen.

Ad meliora et maiora semper!