Armani: la moda non sarà più usa e getta

Giorgio Armani fa «sfilare» Uri, il gorilla mascotte simbolo di sostenibilità- Corriere.it

Da tempo parlavo della necessità di rivedere i tempi di produzione e di stagionalità della moda. Trovare nelle boutique i cappotti in luglio non aveva senso, così come la continua produzione di collezioni e precollezioni, arrivate ormai al ritmo di una ogni tre mesi, se non meno. A lungo sono stato considerato un moralista. Quando il mondo si è fermato, nel marzo 2020, ho pensato che fosse giunta la resa dei conti, ma poi mi sono accorto che quella situazione poteva essere un’occasione di riflessione per migliorare quello che non andava. Sarò anche un moralista, ma mi è sempre stato chiaro che nella moda si facesse troppo e senza criterio: lo stallo attuale ne è la riprova“.

Giorgio Armani

Il nostro nemico giurato (c’è bisogno di nominarlo?) non smette di sottolineare quanto siamo stati folli per decenni, anche nel settore del fashion (come ammette lo stesso Armani). Da un anno, su tutti i fronti, ci invita a ricostruire il futuro in un’ottica che escluda la normalità per come la conoscevamo. Sapremo far tesoro di tanto scempio? Sì, se impareremo a non sprecare più nulla.

P.S. Ci sono state, e ci sono ancora, le persone affette da COVID-19 e quelle affette da povertà. Quest’ultime continuano ad essere ignorate. Che ne sarà dei 100 milioni di individui in più in povertà assoluta, come preconizzato dalla Banca mondiale?

foto: Giorgio Armani con il gorilla verde realizzato dall’artista Marcantonio Raimondi Malerba, simbolo di rispetto per l’ambiente.

Il gorilla di Giorgio Armani è un'opera di Marcantonio

Armani: la moda non sarà più usa e gettaultima modifica: 2021-03-20T12:43:30+01:00da VIOLA_DIMARZO

3 pensieri riguardo “Armani: la moda non sarà più usa e getta”

  1. Sinceramente non si capisce dove vuole andare a parare G.A. oltre a creare l’hulk gorilla, vista la maison esclusiva e tutto l’indotto. La famosa impronta ecologica dice come le risorse del pianeta siano abusate da una parte dell’umanità a sfavore della restante in nome di tanti consumi indotti dalla società del benessere. La necessità di un capo di svariate migliaia di euro appartiene proprio a quella classe che eventualmente se ne frega della povertà, e che vuole mantenere il suo status quo, collezione più collezione meno.

  2. Secondo me si tratta di un semplice mea culpa che esprime l’auspicio di ridimensionare la follia del mondo della moda. Ridimensionare, non invertire significativamente la tendenza a strafare, anche perché lui da solo come potrebbe? Detto ciò, chiaramente Armani resterà un elemento di spicco di una casta di privilegiati. Con buona pace degli aneliti ecologisti.

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