Il sofagate spiegato da Ursula von der Leyen

Cosa pensano gli eurodeputati del discorso di Ursula von der Leyen - Linkiesta.it

Ursula von der Leyen, intervenendo al dibattito sulla Turchia all’Europarlamento, ha detto chiaro e tondo:

Sono la prima donna a essere presidente della Commissione europea ed è così che mi aspettavo di essere trattata nel viaggio in Turchia, come una presidente della Commissione. Non riesco a trovare una giustificazione e devo concludere che quello che è successo è accaduto perché sono una donnaMi sono sentita ferita come donna e come europea, questo riguarda i valori che sono alla base della nostra Unione e dimostra quanto dobbiamo ancora fare perché le donne siano trattate con parità”. Poi la stoccata:

Una cosa del genere sarebbe successa se avessi portato un abito con una cravatta?“,

prima di concludere:

“Le donne occupano il 40% dei posti dirigenziali in Commissione europea che a breve organizzerà un incontro con le altre istituzioni per capire come possiamo fare meglio, perché “le donne sono il 50% della società e questo deve essere rispettato anche nelle istituzioni”.

Al dibattito è intervenuto anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che nello sgarbo di Ankara prese posto con nonchalance nella poltrona accanto a Erdogan, mentre von der Leyen veniva relegata in un divano accanto. “Mi rendo conto che le immagini hanno potuto dare, soprattutto a molte donne, un senso di essere offese collettivamente. – ha detto – Quindi vorrei confermare pubblicamente un mio impegno completo, totale e assoluto, a sostenere le donne e la parità di genere in tutti i sensi”.

Bravo Michel che si è cosparso il capo di cenere. Avanti il prossimo.

Il sofagate spiegato da Ursula von der Leyenultima modifica: 2021-04-27T12:47:17+02:00da VIOLA_DIMARZO

13 pensieri riguardo “Il sofagate spiegato da Ursula von der Leyen”

  1. “Non riesco a trovare una giustificazione e devo concludere che quello che è successo è accaduto perché sono una donna.”

    Dài Ursula, da te mi sarei aspettato un messaggio diverso e non di finta ingenuità. Intanto non avresti dovuto dire che “non riesci a trovare una giustificazione”, ma trovandoti davanti al classico “maschio alfa” avresti dovuto dire che “pur temendolo, non ti saresti aspettata che il maschio alfa di turno era anche un volgarissimo cafone”. Così come, cara Ursula, non avresti dovuto dire che “quello che è successo è accaduto perché sono una donna”, ma avresti dovuto dire che “quello che è successo è accaduto perché dall’altro lato c’era un maschio alfa, cafone ed esemplare rappresentante di un sistema che, da sempre, in modi molto eleganti e raffinati considera le donne oggetto da divano”.
    Vedi, se avessi detto così, ci avresti risparmiato l’ipocrisia del finto disgusto di tutti quei politici e non che si sono espressi sulla faccenda. Quelli che sono i gentleman di facciata.

  2. Io, ruolo o non ruolo, avrei infierito eccome. Fra l’altro, la platea e l’occasione erano fantastiche per concludere così:
    “Una cosa del genere sarebbe accaduta se avessi portato giacca e cravatta? In realtà è accaduta per il solo fatto che gli Erdogan ovvero quelli che considerano la donna un oggetto da divano e basta è pieno anche questo Parlamento considerato che le donne occupano il 40% dei posti dirigenziali in Commissione europea. Quindi, non pensiate di essere migliori di lui. Lui, nella sua cafonaggine, ha avuto la coerenza di non fare l’elegantone di facciata e poi, nei fatti, mortificare la donna nelle pari opportunità. In realtà, in quell’occasione, se fossi stata obbligata a prendere un caffé avrei scelto di prenderlo con Erdogan piuttosto che con Michel.”
    Giù il sipario.

  3. E’ già tanto che Erdogan non l’abbia imposto pure il burka. Si sa che considerazione hanno i musulmani delle donne, avrebbe dovuto adeguarsi, come fecero la Boldrini e la Bonino. E poi, che vuoi, l’ha fatta accomodare su un divano, mica l’ha fatta sedere per terra.

  4. Arien, nel migliore dei mondi possibili le cose sarebbero andate secondo il tuo copione, ma sappiamo bene che non è così…tuttavia confiderei nella perfidia femminile e di conseguenza nel fatto che la vendetta è un piatto che si serve freddo

  5. mmmm, nel migliore dei mondi possibili Erdogan farebbe il ragazzo dell’osteria e Michel farebbe l’autista di Ursula.

  6. Perdonami se torno sull’argomento. Lo faccio solo perché ho appena letto su Repubblica una dichiarazione di Laura Lugli, la pallavolista non solo licenziata ma perfino citata dalla sua società perché in gravidanza:

    “Perché lo sport si e’ stupito, sdegnato e sorpreso dalle mie rivelazioni su quanto mi è accaduto? La solidarietà l’ho ricevuta dagli amici ma non posso accettarla da chi fa le regole“.

    Ecco, questo vale per tutti gli apparati istituzionali che, come con la von der Leyen, si sono scandalizzati ed hanno solidarizzato con lei. Ipocrisia allo stato puro. Una solidarietà che posso comprendere se espressa in modo privato da cittadino a cittadina, ma inaccettabile perché si riduce ad una sceneggiata e presa per il culo quando ad esprimermela sono le istituzioni ovvero, come ha detto la Lugli, proprio quelli che fanno le regole.

  7. in realtà non hai niente da farti perdonare, io la penso come te…anche se nei casi che coinvolgono persone pubbliche è un bene che si faccia pubblica ammenda, altrimenti la società incivile come la educhiamo?

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