AFFABULAZIONI

Napoleone: bicentenario a base di polemiche e cancel culture


In occasione del bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, il prossimo 5 maggio, oltre ai preparativi fervono le polemiche, quasi si volesse stabilire una volta per tutte se l'imperatore còrso sia stato un bene o un male per la Francia. I suoi detrattori sottolineano che fu razzista e sessista, e che con la legge del maggio 1802 reintrodusse la schiavitù, già abolita dalla Rivoluzione. Dalla parte opposta, uno dei curatori della mostra alla Villette - costata cinque milioni di euro - butta acqua sul fuoco suggerendo che "non si tratta di ammirare ciecamente Napoleone, ma di raccontare obiettivamente i suoi sedici anni di regno". Poteva la cancel culture restarsene in disparte in un'occasione così ghiotta? Certo che no, tanto che Jean Tulard, uno dei più grandi studiosi di Napoleone, si è visto costretto a rimarcare:

"Dobbiamo metterci nel contesto dell'epoca. La schiavitù, questo abominio, era molto diffusa. Non era chiaramente un santo, ma il modo in cui alcuni lo guardano oggi è ingiusto. A forza di voler cancellare le macchie della storia, verrà un giorno in cui non sapremo più perché il ponte si chiama Austerlitz e il viale Jena. Non diventiamo una nazione amnesica".

I non addetti ai lavori probabilmente ricorderanno Napoleone in base alla semplicità attraverso cui ci veniva porto a scuola, cose del tipo egli fu nella prima parte della sua vita repubblicano e rivoluzionario; poi, diventato imperatore, sognò di dominare il mondo. Tutto il resto, sinceramente, è speculazione.

Emmanuel Macron ha deciso di celebrare il bicentenario della morte di Napoleone; il suo portavoce, Gabriel Attal, ha chiarito che: "è una figura maggiore della nostra storia che bisogna guardare in faccia con gli occhi spalancati".

Fu vera gloria?, si chiese Manzoni ne Il cinque maggio, lasciando ai posteri l'ardua sentenza. E a quanto pare la domanda è ancora tutt'altro che oziosa.

***

Il Napoleone che non t'aspetti in una lettera a Joséphine Beauharnais:

"Un bacio più in basso, più in basso del seno. Sai che non dimentico le piccole visite. Mi sveglio pieno di te. Il tuo ritratto e il ricordo dell'inebriante serata di ieri non hanno lasciato riposo ai miei sensi".